40° Convegno Catechistico: cosa fa la differenza per un Cristiano?

I tre nuclei cardine e le quattro "porte sante" da attraversare

 

È iniziato in seminario, venerdì 9 settembre 2016, il 40° convegno diocesano dei catechisti. Numerose le presenze sia di catechisti sia di sacerdoti e consacrati. Nel saluto iniziale il direttore dell’ufficio catechistico, don Giovanni Casarotto, ha posto la questione iniziale del convegno: che cosa fa la differenza per un Cristiano? Ha poi motivato la condivisione della giornata di sabato con i gruppi missionari perché “siamo tutti discepoli e missionari dello stesso Signore”. La prima relazione “Celebrare la misericordia: liberare la vita” è stata tenuta da don Marco Di Benedetto, liturgista e cappellano del carcere minorile di Treviso. Partendo anche dalla sua esperienza di cappellano tra i minori detenuti, don Marco ha accompagnato i partecipanti in un percorso che ha fornito le coordinate per incrociare la vita con la liturgia. L’attenzione del relatore è stata rivolta più volte alla necessità di fare esperienza di Dio e della sua misericordia. “Il rischio” ha detto don Marco – “è di trattare la misericordia come un tema, un argomento…qualcosa da analizzare, non un’esperienza legata alla carne sofferta dell’uomo. Quando parliamo di misericordia ci riferiamo ad uno dei volti più belli dell’amore. Si tratta di un’esperienza e solo quando si vive un’esperienza si può balbettare qualcosa”. La misericordia di Dio, a differenza di altre esperienze, ha una “pretesa”: quella di cambiare la nostra prospettiva e osservare così la vita con gli occhi di Dio. Tre sono i nuclei cardini che sono stati evidenziati come modi per lasciarci coinvolgere dalla misericordia di Dio e dalla sua azione concreta: 1- l’annuncio della Parola. “Non conosciamo la Parola, tanto che se ci fermano per chiederci qualcosa, non sappiamo rispondere… Dobbiamo imparare a leggere la storia della salvezza dentro le nostre storie, il creato,…”. 2- partecipare alle azioni di misericordia mentre avvengono. “Si tratta delle azioni della liturgia ed è il richiamo dello Spirito. Per noi cristiani la liturgia è il modo con cui la storia della salvezza si realizza per noi oggi e non rimane un ricordo del passato”. 3- Se le azioni toccano la nostra vita, noi stessi diventiamo narrazioni viventi di questa misericordia senza sforzarci di raccontarlo… perché è la mia vita che lo racconta. “Spesso ci diciamo che dobbiamo essere testimoni, ma rischia di essere una recita se la nostra vita non raccontasse un’autentica esperienza vissuta. Il cuore va da una parte, mentre la testa è altrove… La liturgia ci dice che dobbiamo diventare simbolo, cioè unione di due parti che altrimenti rischiano di non unirsi: Dio e noi”.  Don Marco ha concluso con 4 porte sante da attraversare: 1- educare alla “passività”, cioè all’esperienza dell’essere amati; 2- educare alla corporeità, cioè recuperare la dimensione corporea che anche Gesù ha indicato; 3- educare al dono, cioè alla gratuità; 4- educare al racconto, che è il richiamo ai catechisti all’ascolto delle esperienze vissute da parte dei ragazzi.  I lavori del convegno proseguono fino a domenica con varie relazioni e proposte per rendere la catechesi più interessante e vicina al mondo dei ragazzi di oggi.

 
 
Di seguito il PROGRAMMA DEI PROSSIMI GIORNI DI CONVEGNO:
 Sabato 10 settembre 2016Ore 8.45 – 12.00Preghiera d’inizioLa misericordia in operaIntroduzione del prof. Daniele Garota, testimonianze e laboratori in collaborazione con gli Uffici diocesani Missionario e Caritas.* Il sabato mattina sarà condiviso con il Convegno diocesano Missionario annuale Domenica 11 settembre 2016Ore 15.00-15.45 in Cattedrale lettura del quadro sulle opere di misericordiaOre 16.00  Celebrazione  giubilare presieduta dal Vescovo Beniamino e Mandato alle/ai catechiste/i. Il convegno proseguirà con i laboratori catechistici in 6 zone pastorali.