A suor Caterina Gasparotto il “Nobel Missionario 2020”: l’importante riconoscimento alla vigilia della Giornata Missionaria Mondiale

 
 Sabato 17 ottobre 2020, dalle ore 9.30, si svolge la trentesima edizione del Premio Cuore Amico. Presentata da Nunzia Vallini, direttore del quotidiano Giornale di Brescia e della rete televisiva Teletutto, la consegna del premio si tiene a Brescia in Sala Libretti presso la sede del Giornale di Brescia. Istituito dall’Associazione Cuore Amico Fraternità Onlus nel 1990 per valorizzare la grande opera di evangelizzazione e impegno sociale svolta dalla Chiesa a favore dei poveri, il “Nobel missionario” destina ogni anno € 150mila, complessivamente, a tre missionari, religiosi e laici, che vengono premiati per la loro attività nel mondo.

A ricevere l’onorificenza quest’anno nella vigilia della Giornata missionaria mondiale sono un religioso, una religiosa e un laico. “Uomini e donne, che fidandosi della parola di Gesù, si mettono in gioco; non in base a progetti o a strategie politiche, ma mossi da quella compassione che fa sciogliere il cuore e apre lo sguardo su una umanità che ha bisogno di ascoltare, di essere guarita e di essere sfamata. Ricorderemo queste persone nella Giornata Missionaria Mondiale con il Premio Cuore Amico” ha spiegato don Flavio Dalla Vecchia, presidente di Cuore Amico Fraternità Onlus.Suor Caterina Gasparotto è nata a Marostica nel 1966. Dopo aver conseguito il diploma magistrale, ha cominciato nel 2000 un’esperienza di vita comunitaria al servizio dei poveri e dei bambini, nella Congregazione delle Scuole di Carità – Padri Cavanis. È una piccolissima realtà riconosciuta in Papua Nuova Guinea a livello diocesano, chiamata a vivere il carisma che i fratelli Cavanis (inizio 1800) hanno lasciato in dono alla Chiesa.
Nel 2005 è partita per le Filippine nell’isola di Mindanao, alla periferia di Davao City dove, insieme a una consorella, ha cominciato la sua vita di missione.
Dal 2013 si è spostata in Papua Nuova Guinea. È un Paese in cui la popolazione vive prevalentemente nelle aree rurali, spesso completamente isolate, con una forma di vita ancora primitiva.
Molti sono i problemi sociali: l’analfabetismo dilagante, la mortalità infantile molto alta, come anche l’incidenza del virus dell’Hiv. Un altro grave problema riguarda l’abuso di alcol e droghe, utilizzate anche dai più piccoli per combattere la fame.
Da una casa di legno di proprietà della Diocesi, nella foresta, suor Caterina ha avviato una missione a Bereina Station con una scuola elementare, una scuola per adulti, una tipografia per stampare i libri scolastici, una panetteria, un pozzo e un orto che permette di insegnare alle donne come coltivare. Dando loro un piccolo lavoro possono così provvedere alla mensa per i bambini e per coloro che ruotano attorno alla missione.
VEGLIA MISSIONARIA IN CATTEDRALE A VICENZA

Tessitori di fraternità è il tema dell’ottobre missionario di quest’anno, cui si ispira anche la Veglia missionaria che si terrà, ricca di suggestioni, in cattedrale a Vicenza venerdì 16 ottobre alle 20.30. La veglia sarà trasmessa in diretta da Radio Oreb, TeleChiara e sul Canale YouTube della Diocesi di Vicenza. In allegato il libretto della veglia in formato pdf. Il termine “tessere” significa etimologicamente “intrecciare”. Include la forza, la potenza, la vita di un movimento, fatto nel rispetto dei tempi e delle unicità di entrambe le due distinte unità: la trama e l’ordito. Tessono le donne, gli uomini, ma pure la natura. Pensiamo alla meraviglia del ragno e della sua ragnatela, agli uccelli e ai loro nidi, ai piccoli o grandi corsi d’acqua che tessono l’aridità dei terreni trasformando le grotte in cattedrali di stupore. Tessono gli sportivi, i marinai, gli astronomi, i costruttori e la nostra madre terra con la sua orbita attorno al Sole. Tutto tesse, tutto è un piccolissimo, invisibile, silenzioso punto accanto l’altro. Ma quando a “tessitore” aggiungiamo il termine fraternità allora diventa un’esplosione di sfumature, colori, componenti, tempi, che si mettono a disposizione della creatività pulsante dell’umanità di Cristo che cerca, in ogni istante, un suo prolungamento nella nostra. È il mistero che si rivela!  La trama e l’ordito non possono fare a meno del tessitore e del telaio. Tutti i capolavori delle relazioni portano il sigillo della comunione, della collaborazione, della liberante sana “con-dipendenza” reciproca e fraterna. Ci aiutano a tenere lo sguardo del cuore in equilibrio fra ciò che siamo, ciò che abbiamo ricevuto in eredità, ciò che siamo chiamati a diventare. Tessere fraternità è un’arte che tutti, in germe, racchiudiamo, ciascuno nella sua unicità. A noi l’impegno quotidiano di lasciarlo sbocciare sapendo che la riuscita è nell’intreccio, nella flessibilità e soprattutto nella lunghezza e nella pazienza degli elementi. Se riusciremo a vivere tutto questo, allora il fratello o la sorella che ci incontrerà potrà fissare il suo sguardo sul volto di Cristo e toccare la sua consolazione. In questo tempo di pandemia il tessere può aggiungere una nuova e liberante prerogativa: quella di imparare a recuperare ciò che all’apparenza è perduto o interrotto. È il meraviglioso rituale della restituzione di una nuova interezza e di una nuova bellezza. I sentimenti di naturale paura, incertezza, sospensione, che stiamo respirando, possano essere vissuti come nuovi fili, nuovi colori, di trama e ordito. Sentiamoci chiamati, oggi più che mai, a diventare novità, parte viva della nuova bellezza che scopriremo lasciandoci annodare, gli uni gli altri, con le nostre attuali paure, con le novità che questo tempo di pandemia ci sta svelando.  E “come mani giunte e dita tessute insieme” riveleremo il capolavoro che Dio sta tessendo nella storia. Isabella Prati  
Scarica Il testo della veglia missionaria 2020