Ad ogni uomo un soldo

Un romanzo teologico per l'estate


C’è una letteratura cattolica che un tempo avremmo definito “apologetica” che abbiamo messo forse troppo sbrigativamente nel cassetto e che merita invece di essere riconsiderata. L’estate può essere un momento favorevole per rileggere qualche classico di questi scrittori cattolici, come La cittadella o Le chiavi del Regno di Archibald Cronin, i racconti di Padre Brown di Gilbert Keith Chesterton, o ancora – per rimanere in ambito anglosassone – gli oramai quasi dimenticati romanzi di Bruce Marshall.
 
Di quest’ultimo autore, che si distingue per lo humor tipicamente britannico unito ad un’insolita conoscenza teologica e della vita ecclesiale del suo tempo, appare particolarmente attuale il romanzo Ad ogni uomo un soldo. Scritto nel 1949, il libro racconta uno spaccato di storia contemporanea attraverso lo sguardo di Gaston, prete francese, cappellano di un’importante parrocchia parigina. La storia inizia nel 1914 con la chiamata alle armi per la Grande Guerra e termina trent’anni dopo, alla fine del secondo conflitto mondiale. Anni difficili, inquieti, attraversati dalle grandi ideologie e dalle grandi dittature, in cui un povero prete come Gaston, riflette sul ruolo del cristianesimo nel mondo contemporaneo. E’ un libro sull’amore, la gente, la politica e il trascorrere del tempo. Ma soprattutto è un libro su Dio e su quanto possa essere bello servirlo. Vere protagoniste del romanzo sono infatti la Grazia e la Misericordia di Dio, che anche all’operaio dell’ultima ora fanno avere il soldo promesso.
 
Ed è proprio in questa verità teologica sconvolgente che il lettore entra progressivamente grazie alle argute riflessioni di Marshall e insieme al piccolo prete Gaston, uomo ingenuo, a volte goffo, ma umilmente e inguaribilmente colmo dell’amore di Dio.