Al via i Grest in tante parrocchie della diocesi

Attività, laboratori e scenette per una catechesi divertente e innovativa


Giugno, iniziano le vacanze estive: scuole che chiudono, catechismo e attività che si fermano, ritmi più distesi, ma soprattutto, nelle nostre parrocchie, Grest.
Attività, giochi, laboratori, uscite nella natura e in piscina (immancabile, sennò che estate sarebbe?), storie e scenette. C’è anche la possibilità di dedicare del tempo a fare i compiti che la maestra ha assegnato per le vacanze. Ma prima di tutto, persone: bambini e ragazzi, animatori giovani e adulti, preti, genitori e nonni. Tutti loro sono coinvolti nelle proposte di animazione estiva.
Nella nostra diocesi, sono tante le parrocchie che vivono nel Grest uno degli impegni più importanti di tutto l’anno. «L’oratorio, durante l’estate, per le famiglie, è un cortile sicuro – afferma Cinzia Veronese, consigliera territoriale Noi Vicenza con una lunga esperienza nel Grest di Longare -, dove i ragazzi possono stare insieme, imparare a giocare in compagnia e in armonia, sentendo tra loro la presenza di Gesù».
«Se dovessi dire quali sono i cinque ingredienti fondamentali per un buon Grest – spiega don Matteo Zorzanello, presidente Noi Vicenza -, direi, prima di tutto, che serve una buona idea: se c’è un buon contenuto, se sono chiari gli obiettivi e se abbiamo uno strumento che ci indichi il percorso, abbiamo già una prima garanzia.
Secondo, c’è bisogno di un buon apporto da parte della comunità parrocchiale, che dovrebbe non solo sapere che si fa il Grest, ma anche offrire supporto e dare fiducia. In questa dimensione c’è da crescere, perché questa proposta non è un modo come un altro per occupare il tempo e non può non distinguersi da quella offerta dal Comune!
In terzo luogo, al Grest sono necessari buoni adulti e buoni giovani, disponibili come animatori e per dare piccoli aiuti concreti. Serve, poi, fare una buona programmazione, articolata e precisa. Quinto, il Grest parrocchiale si distingue per la buona spiritualità, non solo proposta ai ragazzi, ma anzitutto vissuta in prima persona dai “grandi”».
Cinzia Veronese aggiunge che nella sua parrocchia è proprio lo «spirito evangelico» a fare la differenza, a determinare cioè un’affluenza maggiore di iscritti al Grest targato Noi, rispetto al centro estivo organizzato dalla scuola. «Le famiglie si fidano di più, sentono che ci sono dei valori alla base, che c’è relazione. Avvertono che se tra i ragazzi c’è un litigio, essi non tornano a casa con il problema senza che ci si sia confrontati e si sia arrivati a riappacificarsi. Da parte delle famiglie, il supporto c’è: ci si mette in contatto, si chiede e la partecipazione non manca».
Un altro elemento importante che riguarda i Grest Noi associazione è la formazione degli animatori: volontari e molti giovani, partecipano, nei mesi precedenti il Grest, ad alcuni appuntamenti formativi. «Spesso gli animatori sono ex partecipanti al Grest che, con l’età, passano dall’altra parte – commenta Cinzia -. Sono certo mossi dalla voglia di stare insieme e dall’entusiasmo, ma accanto a questo è fondamentale sapere cosa significa educare e come essere responsabili dei bambini che ci sono affidati.
L’esperienza del Grest, spesso, diventa un primo modo per sperimentarsi animatori e magari poi, a settembre, iniziare questo servizio in Acr o in altre associazioni».
 
Margherita Scarello
 
Articolo da La Voce dei Berici di questa settimana