Alberto Vela alla Scuola del Lunedi.

Disponibile la registrazione audio

 Struttura del libro di Giobbe Prologo (cc 1-2) in prosa 1° Monologo di Giobbe (c 3) Dialogo Amici – Giobbe (cc 4-27) 1° atto (cc 4-14) 2° atto (cc 15-21)                                                3° atto (cc 22-27) Inno alla sapienza (c 28) 2° Monologo di Giobbe (cc 29-31) Discorsi di Eliu (cc 32-37) Dialogo Dio – Giobbe (cc 38,1-42,6)       Epilogo (c 42,7-17) in prosa   Storia della formazione del libro di Giobbe

X-IX sec.? Cornice in prosa    Prologo                                                              Epilogo

                                                  capp. 1–2                                                            cap. 42,7-17

Prima metà del V sec             Monologo    Dialoghi           Monologo            Teofania

            .                                   cap. 3             capp. 4–27      capp. 29–31            capp. 38,1–42,6

Metà del V sec                         Discorsi di Eliu

            .                                     capp. 32–37

  IV-III sec.                                          Inno alla Sapienza
                                                                      cap. 28

  Prologo (1,1-5))   1Viveva nella terra di Us un uomo chiamato Giobbe, integro e retto, timorato di Dio e lontano dal male. 2Gli erano nati sette figli e tre figlie; 3possedeva settemila pecore e tremila cammelli, cinquecento paia di buoi e cinquecento asine, e una servitù molto numerosa. Quest’uomo era il più grande fra tutti i figli d’oriente. 4I suoi figli solevano andare a fare banchetti in casa di uno di loro, ciascuno nel suo giorno, e mandavano a invitare le loro tre sorelle per mangiare e bere insieme. 5Quando avevano compiuto il turno dei giorni del banchetto, Giobbe li mandava a chiamare per purificarli; si alzava di buon mattino e offriva olocausti per ognuno di loro. Giobbe infatti pensava: «Forse i miei figli hanno peccato e hanno maledetto Dio nel loro cuore». Così era solito fare Giobbe ogni volta.     Reazione di Giobbe: azione e parola – valutazione del narratore (1,20-22 ● 2,8-10) 20Allora Giobbe si alzò e si stracciò il mantello; si rase il capo, cadde a terra, si prostrò 21e disse:             «Nudo uscii dal grembo di mia madre,             e nudo vi ritornerò.             Il Signore ha dato, il Signore ha tolto,             sia benedetto il nome del Signore!». 22In tutto questo Giobbe non peccò e non attribuì a Dio nulla di ingiusto. 8 Giobbe prese un coccio per grattarsi e stava seduto in mezzo alla cenere. 9 Allora sua moglie disse: «Rimani ancora saldo nella tua integrità? Maledici Dio e muori!». 10 Ma egli le rispose: «Tu parli come parlerebbe una stolta! Se da Dio accettiamo il bene, perché non dovremmo accettare il male?». In tutto questo Giobbe non peccò con le sue labbra.   Per approfondire: W. Vogels, Giobbe. L’uomo che ha parlato bene di Dio, San Paolo, Cinisello Balsamo 2001 L. Bruni , La sventura di un uomo giusto, EDB, Bologna 2016 B. Maggioni – L. Vantini, Giobbe, Cittadella Editrice, Assisi 2018   Alberto Vela