Apriamo il cuore alla fraternità

Il Vescovo propone una colletta tra sacerdoti per le famiglie in difficoltà

 
APRIAMO IL CUORE ALLA FRATERNITA’                                                                                                                                               Carissimi confratelli presbiteri,   a partire dall’inizio della Quaresima e ora anche nel tempo Pasquale, ci troviamo di fronte a una triplice emergenza provocata dalla pandemia del Covid19: sanitaria, umanitaria ed economica. Questa emergenza richiede a tutti e a ciascuno responsabilità e solidarietà. Desidero, prima di tutto, ringraziavi per la bella testimonianza che state offrendo di carità e creatività pastorale verso le persone affidate alla nostra cura e che, in questo tempo, stanno sperimentando gravi problemi a livello personale, familiare, lavorativo ed economico. In questa situazione, imprevista e imprevedibile, ci sono di grande stimolo le parole del libro degli Atti degli Apostoli, che stiamo leggendo e meditando in questi giorni, e che ci sollecitano a praticare la comunione dei beni spirituali e anche di quelli materiali.   “La moltitudine di coloro che erano diventati credenti aveva un cuore solo e un’anima sola e nessuno considerava sua proprietà quello che gli apparteneva, ma fra loro tutto era comune. Con grande forza gli apostoli davano testimonianza della risurrezione del Signore Gesù e tutti godevano di grande favore. Nessuno infatti tra loro era bisognoso, perché quanti possedevano campi o case li vendevano, portavano il ricavato di ciò che era stato venduto e lo deponevano ai piedi degli apostoli; poi veniva distribuito a ciascuno secondo il suo bisogno” (At 4,32-35). I credenti sono «un cuore solo e un’anima sola»: dalla fede pasquale in Gesù nasce, quasi spontaneamente, la carità fraterna. Essere discepoli di Gesù, infatti, comporta la disponibilità a mettere i propri beni a vantaggio degli altri, non certo come risposta a un obbligo imposto, ma come manifestazione sincera della fede, come una sorta di esigenza interiore cui obbedire davanti al bisogno altrui (cf. anche At 2,44-45). L’immagine dell’unico cuore e dell’unica anima rinvia, in qualche modo, all’unico Corpo di Cristo che è la Chiesa: i credenti in Gesù sanno che in Lui sono realmente uniti con tutti i fratelli e le sorelle, partecipi gli uni delle vicende degli altri. Pure il decreto Presbyterorum ordinis, nel capitolo dedicato alla povertà dei preti, richiama i rapporti di «amicizia e fraternità» e cita precisamente l’ideale della comunità delineata nel libro di Atti, dicendo: «Anche un certo uso in comune delle cose – sul modello di quella comunità di beni che viene esaltata nella storia della chiesa primitiva – contribuisce in misura notevolissima a spianare la via della carità pastorale» (PO n.17). Sono certo che in questo tempo ciascuno di noi ha già preso diverse iniziative personali di carità per le molteplici situazioni di emergenza: questo mi riempie il cuore di tanta consolazione. Desidero ora farvi una proposta, venuta anche da alcuni confratelli: offrire il contributo di una mensilità che riceviamo dall’Istituto di Sostentamento del Clero, per un fondo comune di solidarietà. L’utilizzo di quanto raccolto sarà deciso da un comitato formato da due parroci e da un rappresentante del Collegio dei Consultori, sentendo il parere del Direttore della Caritas. Tra le emergenze che si sono presentate in questo tempo cercheremo di avere una particolare attenzione per le tante famiglie in difficoltà economica, per le persone senza fissa dimora e per le sorelle dei monasteri di clausura. Vi indico gli estremi bancari del Conto Corrente, presso Banca Intesa, intestato a Diocesi di Vicenza, a cui far arrivare il proprio libero contributo:                    IBAN – IT 13 W030 6911 8941 0000 0005 825  Porgo a tutti voi il mio paterno e fraterno saluto, con gratitudine e riconoscenza.          + Beniamino          Vicenza, 27 aprile 2020Scarica la lettera del Vescovo