Arcabas, la Natività.

 
Scarica le pagine del sussidio

La scena risplende di dolcezza e di riposo. Dormono Maria e il Bambino Gesù abbracciati l’uno nell’altra, custoditi da una schiera di angeli che contemplano il volto del Dio bambino, angeli custodi di tutti i nostri bambini. La Madre e gli angeli custodiscono il Bambino. È l’oro del Re dei re, è l’oro del Divino che irrompe nell’umanità, è l’oro della Luce di Dio a illuminare il volto di Maria e di Gesù, una luce che non abbaglia, ma una calda luce che riposa. Dio custodisce il Bambino e la Madre.
 Le assi di legno, la paglia, la coperta grigia e lo scialle blu che di solito copre i capelli di Maria custodiscono ora l’intimità di una madre e del figlio, dopo tanto cammino, dopo tanto bussare e non aver trovato nessuna porta aperta. Poco dietro, in penombra, l’asino e il bue riscaldano, si vede bene che le loro narici stanno soffiando. Il Creato custodisce il Bambino e la Madre.
 Davanti a loro Giuseppe, uomo che veglia per l’intera notte, uomo con una candela di fede che illumina tutta la sua figura, una fiamma da custodire e proteggere contro il vento. Giuseppe diventa interamente fiamma di fede, il buio della notte non prevarrà su quella luce custodita, le tenebre non potranno spegnere quella luce. Scrive Edith Stein, santa Teresa Benedetta della Croce: «Il mistero dell’incarnazione e il mistero del male sono strettamente uniti. Alla luce, che è discesa dal cielo, si oppone più cupa e inquietante la notte del peccato. Il bambino protende nella mangiatoia le piccole mani, e il suo sorriso sembra già dire quanto più tardi, divenuto adulto, le sue labbra diranno: ‘Venite a me voi tutti che siete stanchi e affaticati’». Giuseppe custodisce il Bambino e la Madre. Opera di tenebra e di luce, opera di tenerezza e di intimità, opera di vento e di silenzio, opera che custodisce il mistero dell’Incarnazione di Dio in un bambino, un mistero che non abbaglia né acceca, ma illumina e custodisce.
(d.Andrea Varliero)

Arcabas, la Natività. Polittico dell’infanzia di Cristo, Bruxelles, 1995-1997