Assemblea di fine anno pastorale 2015-2016

La relazione di Suor Mariangela Bassani

 
USMI   CISM  CIIS  OV

VICENZA   Particolarmente desiderato e partecipato  l’incontro di sabato scorso, 11 giugno, che ha visto riuniti in Assemblea finale dell’anno pastorale le consacrate (religiose, rappresentanti degli istituti secolari, dell’Ordo virginum e alcuni religiosi), con il loro vescovo, Beniamino Pizziol e il vicario generale, don Lorenzo Zaupa. Presente il delegato per la VC don Giuseppe Bonato.      Era prevista quest’anno la presentazione, da parte di don Lorenzo, del Progetto globale diocesano, del “perché” di questo progetto, del “passaggio” che gradualmente avverrà dalle parrocchie alle “Unità pastorali” e quindi della revisione dei vicariati. L’interesse e l’attenzione all’argomento hanno provocato molte domande rivolte al Vescovo, dal momento che don Lorenzo era atteso a Monte Berico per presiedere un pellegrinaggio La vita consacrata, in particolare, come si pone in questa nuova prospettiva di riforma? Che cosa viene richiesto pur nel rispetto della specificità dei vari Istituti. Perché nei gruppi ministeriali non sono incluse le religiose. Quale compito spetta loro nelle Unità pastorali dal momento che spesso le religiose, più che essere considerate parte attiva, vengono “utilizzate”. Queste in sintesi, ma con molteplici sfumature le domande.      Il Vescovo ha sottolineato che quando si presenta un “piano” la nostra mente e la nostra esperienza fanno prevalere il “nuovo”. E infatti anche in questo caso lo sguardo si dilata e gli orizzonti si fanno più vasti. Questo “rinnovamento”, più che riforma, sarà vissuto attraverso tre atteggiamenti fondamentali che verranno proposti come programma per tre anni consecutivi: –          la comunione –          la corresponsabilità –          la sinodalità Nel nuovo anno sarà centrale il tema della “comunione”: essa è un dono che sta alla base della nostra vita trinitaria ricevuta nel Battesimo; cresce con l’educazione, la testimonianza, fino alla consapevolezza che porta anche noi ad essere testimoni della stessa comunione trinitaria. Il Vescovo metteva in evidenza come nella Chiesa nessuno è suddito, nessuno deve essere esecutore, ma ciascuno ha un compito all’interno del popolo di Dio. Tanto più la donna, e in particolare la donna consacrata, deve poter esprimere il suo essere; il Vangelo parla espressamente delle donne che seguivano Gesù e dell’importanza di questa loro presenza. E’ necessario uscire dal clerocentrismo e vivere la corresponsabilità tra tutti i battezzati nella diversità dei compiti. Si arriva così alla sinodalità, aspetto fondamentale della vita della Chiesa, cioè al camminare insieme per creare la comunione nelle comunità parrocchiali come nelle comunità religiose. L’ecclesiologia di comunione è condividere il cammino e, come suggerisce papa Francesco, il pastore deve comunque camminare davanti, in mezzo e dietro le pecore: esserci per tutti. Il Vescovo sottolineava la sua stima nei confronti della vita consacrata, parte integrante di tutta la vita ecclesiale. Il fatto che nei gruppi ministeriali non ci sia questa presenza, come pure quella dei diaconi permanenti, è dovuto alla scelta fatta dalla nostra diocesi: i gruppi sono costituiti da soli laici, dal momento che sia le religiose sia i diaconi hanno già un loro compito specifico. Questo non esclude che si possa cambiare il regolamento e inserire anche altri componenti. Nelle case canoniche libere è importante la presenza delle suore con piccole comunità e con più compiti in collaborazione rispettosa e in sintonia con la programmazione dell’Unità pastorale. Questo esige una “conversione pastorale” richiesta ai preti e alle suore affinché non prevalga il protagonismo o l’autoreferenzialità. La presenza della consacrata è specifica, è preziosa, è un elemento che scorre nelle vene della vita ecclesiale in senso trasversale, magari nascosto o meno visibile, ma non per questo meno importante. Il testimone sta in mezzo tra la Trinità e chi riceve la testimonianza, quindi deve essere trasparente a Dio e non anteporre la testimonianza di se stesso; per questo è necessaria molta umiltà. Come, allora, si pone la Vita consacrata nella vita della Chiesa? Aperta alla voce dello Spirito, accoglie per trasmettere. Deve cercare “luoghi” nuovi dove si propone, si ascolta, si decide insieme, si partecipa attivamente alla evangelizzazione. La vita consacrata si pone come aiuto ai vari ministeri della Chiesa a tempo pieno. Tutto questo con gradualità,  considerando che anche il cosiddetto “carisma” non si può proporre come “tutto”, ma è parziale, quindi vanno rispettati quei quattro principi fondamentali che papa Francesco ha indicato nella EG, principi che orientano lo sviluppo e l’armonia della convivenza sociale e di un progetto comune: Il tempo è superiore allo spazio, l’unità prevale sul conflitto, la realtà è più importante dell’idea, il tutto è superiore alla parte. Come è evidente, il Vescovo ha dato soddisfacenti risposte agli interrogativi posti e il clima creatosi è stato di dialogo sereno, di serio ascolto, di contributo fraterno.       Nel terzo momento era prevista la Relazione annuale da parte della Delegata Usmi, suor Mariangela Bassani. Il percorso dell’anno pastorale è stato presentato attraverso i momenti più significativi: “Assemblee, Incontri formativi, Celebrazioni, Avvenimenti ecclesiali ed esperienze di comunione”.  L’ultima parte ha esaminato la realtà della vita consacrata in diocesi da un punto di vista numerico e operativo.   La presentazione è risultata chiara e completa nelle sue parti. E’ seguita una breve relazione economica da parte di suor Marta Pegoraro. Alla fine abbiamo chiesto al Vescovo una speciale benedizione perché, accanto al nostro sentito grazie al Signore per tanti doni ricevuti, possiamo porci in questo nuovo cammino ecclesiale abbracciando il futuro con speranza.   Vicenza, 12 giugno 2016      

                       Suor Mariangela Bassani