Chi sono i nuovi preti vicentini?

Ecco le storie di Simone, Matteo, Luca, Riccardo, Fabio, Daniele e Raffaele

 
Ecco i profili dei novelli sacerdoti:
 
SIMONE EMANUELE BONELLO, 31 anni, proviene dalla parrocchia padovana di Campo San Martino e presta servizio in quella veronese di Sant’Abbondio in San Bonifacio, dopo aver fatto una precedente esperienza a Cartigliano. È figlio unico e sente particolarmente forte l’attaccamento ai genitori Adriano
e Donatella. «Per me sono stati un sostegno importante, anche in momenti dolorosi che abbiamo condiviso in questi anni – dice don Simone – e continuano ad essere un punto di riferimento con tanta discrezione e vicinanza». Il passo evangelico che ha ispirato don Simone nel cammino vocazionale è quello del giovane ricco, in particolare l’espressione di Marco “Gesù, fissatolo, lo amò” (10,21).
 
MATTEO CASAROTTO, 26 anni, è originario della parrocchia di Torrebelvicino. Attualmente è impegnato nell’unità pastorale Santa Croce e San Lazzaro di Bassano, dove ha svolto il servizio di diacono. «Sto toccando con mano il fatto che davvero il ministero è un dono più grande di me, delle mie idee, del mio modo di fare – confida il prete novello -. Ora sento che è arrivato il momento di un impegno totalizzante in cui saremo chiamati a custodire, ad esercitare responsabilità e a condividere il nostro ministero nella vita comune». Don Matteo, che vanta una statura da perfetto giocatore di basket, arriva all’ordinazione accompagnato dalla raccomandazione forte dei suoi genitori: «Conserva sempre nel tuo cuore gratitudine, umiltà e gioia».
 
LUCA LUNARDON, 31 anni, proviene dalla parrocchia di Stroppari ed è in servizio a Vicenza, nella comunità parrocchiale della Sacra Famiglia e di San Lazzaro, dove è apprezzato anche per la sua presenza attiva tra ragazzi e giovani. Don Luca riconosce che «diventare prete non è una promozione, un merito o una conquista personale, ma un compito per vivere il battesimo e il dono della vita nella costruzione della Chiesa. Molti valori e aspetti del mio cammino personale e della vocazione – osserva il nuovo presbitero – li ho imparati meglio da famiglie che da altri preti: il sacrificio, la fraternità, il perdono. E se ora capisco meglio la mia vocazione ho anche il compito di viverla e di testimoniarla concretamente nel mio nuovo ministero».
 
RICCARDO PINCERATO, 25 anni, è il più giovane del gruppo. Padovano, originario di Vigonza. Da 5 anni è in servizio nell’unità pastorale di Lerino, Marola e Torri di Quartesolo dove riconosce di «avere scoperto la bellezza di un Dio che non parla solo attraverso il Vangelo, ma nella storia concreta delle persone che incontro». Per don Riccardo, che ha iniziato il suo percorso in seminario a Vicenza dalla seconda superiore, c’è un sentimento di gratitudine profonda nei riguardi della famiglia, degli amici e dei confratelli preti. «In questi anni – sottolinea ancora don Riccardo – siete stati testimoni dell’amore di Dio nella mia vita. Oggi riecheggiano forte le parole di Paolo “ti basta la mia grazia; la forza infatti si manifesta pienamente nella
debolezza”: sono parole che mi danno la misura del mio essere strumento fragile, segno dell’amore di Dio».
 
FABIO PIVA, 33 anni, è il decano della classe. E’ cresciuto a Lisiera in una famiglia numerosa con papà, mamma e altri tre fratelli. Attualmente è impegnato in esperienza pastorale nella parrocchia di San Giovanni Battista in Caldogno. Prima di iniziare il percorso teologico, don Fabio, ha vissuto nella comunità del Mandorlo e poi ha preso la decisione di farsi prete. «Sette anni in seminario sono tanti, ma forse è il tempo utile e necessario – ammette il nuovo “don” -. Percorrendo la strada in compagnia di altri fratelli seminaristi, pregando, studiando, facendo esperienza pastorale in una parrocchia diversa da quella di origine, riesci a conoscere meglio il Signore e te stesso, comprendi che cosa significa “rimanere nel suo amore” e confidare in Lui».
 
DANIELE PRESSI, 26 anni, proviene dalla parrocchia di Costalunga e presta servizio pastorale nelle comunità parrocchiali di San Carlo e Santa Bertilla in Vicenza. Don Daniele è partito “da lontano”: entrato in seminario in prima media, all’età di 11 anni, ha compiuto tutto il percorso delle scuole medie e superiori, la formazione teologica e ha ora raggiunto la «vetta alta e stupenda», come l’ha definita egli stesso in occasione di una recente testimonianza, dalla quale traspare anche la passione di scrivere. «Da questa vetta raggiunta – ha scritto don Daniele – contemplo i volti di chi mi ha dato fiducia, di chi mi ha incitato; i volti di amici, amiche, preti, seminaristi, genitori e un fratello a cui dovrei fare un monumento. Volti che si intrecciano, si mischiano, si confondono. E dalla vetta guardo avanti perché di vette ce ne sono ancora tante».
 
RAFFAELE REFOSCO, 28 anni, è originario della parrocchia di Brogliano. «Avevo 16 anni quando incontrai l’Operazione Mato Grosso. Eravamo 10-15 ragazzi mossi dal grande desiderio di cambiare il mondo ed è proprio in questo contesto di amicizie costruite attorno al sogno della carità, che cominciai a chiedermi cosa volevo fare della mia vita», racconta don Raffaele, che già il prossimo ottobre partirà per svolgere il servizio pastorale in Perù, nella diocesi di Huari. «Mi sento un po’ in prestito nella diocesi vicentina – commenta con una battuta -, ma gli anni del seminario a Vicenza, i due già vissuti in Perù sono importantissimi. Sento solo di dover ringraziare per chi mi ha accompagnato a scoprire la vita di Gesù, il suo servire fino a darsi completamente agli altri».
(a cura di Michele Pasqualetto)
 
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