Ci ha lasciato don Armido Gregolo

La morte in seguito ad un incidente con la sua inseparabile bicicletta

 
 E’ spirato nel pomeriggio di mercoledì 28 gennaio don Armido Gregolo. L’anziano sacerdote (93 anni) era stato ricoverato martedì sera in prognosi riservata all’ospedale di Montebelluna dopo un grave incidente stradale a Rosà con la sua inseparabile bicicletta. Nonostante l’età avanzata, don Armido continuava a prestare il proprio servizio pastorale nella parrocchia in cui aveva vissuto dieci anni di sacerdozio da giovane prete e in cui era poi ritornato dopo la pensione. Impossibile tenerlo lontano dalla sua bicicletta, con la quale si muoveva ogni giorno e ogni sera per far visita a famiglie e anziani della parrocchia.
Riposa in pace don Armido.
 
Riportiamo a riguardo un recente articolo apparso su di lui su Voce Rosatese
 
Ascoltare il racconto di don Armido nell’archivio della canonica tra gli scaffali ricolmi di registri e le mura che trasudano di storia rosatese, è come tuffarsi in un passato quasi dimenticato, ma non così remoto. Negli anni cinquanta cerano cinque automobili in tutto il paese, le uniche bretelle di cui ci si preoccupava erano quelle dei pantaloni e l’unica grossa fabbrica erano le Smalterie i cui operai erano considerati i grandi fortunati. La prima scuola media fu istituita nel 61, pochissime erano le persone che proseguivano gli studi, mentre i laureati si contavano sulle dita di una mano e pochi erano in grado di tenere conferenze.

Il prete costituiva il punto di riferimento della comunità e per la gente, che possedeva poco niente, il divertimento più grande era la recita del santo rosario e le processioni votive. La messa, il catechismo, l’azione cattolica erano i principali modi per socializzare ed uscire di casa: altro che il consumismo di oggi! Con l’industrializzazione Il lavoro ha portato in breve tempo al guadagno e al benessere e, col diminuire dei bisogni, anche la ricerca di Dio è passata in secondo piano, con un progressivo impoverimento spirituale delle persone e uno svuotamento delle chiese. Poi il ricordo torna alla famiglia d’origine di Noventa Vicentina dove Armido Gregolo nasce, ultimo di otto figli, il 17 gennaio 1922. Il padre che, oltre ad essere impiegato del consorzio, fa anche il contadino, può assicurare un buon tenore di vita alla famiglia. Definisce la sua chiamata come una “vocazione sacerdotale normale” ma determinante è l’incontro con l’allora cappellano del suo paese don Mario Ciffo.
 
Il 29 giugno 1947 diventa sacerdote ed è assegnato alla parrocchia di Montebello Vicentino, poi a Grantorto dal 50 al 52 e cappellano a Rosà dal 52 al 63. Dopo una breve parentesi ad Arzignano, sempre nel 63, presta servizio nella piccola Durlo (800 metri di altezza e meno di 1000 abitanti) e dal 74, va a Santo Stefano di Zimella (VR). Dal 1996 in pensione, torna nella parrocchia di Rosà, con la quale ha mantenuto costanti relazioni nel corso del sacerdozio. Grazie al legame con don Giacomo Bravo, direttore dell’Ufficio missionario, prende parte, dal 1999 al 2003, a numerose missioni umanitarie in Brasile, Camerun, Costa d’Avorio, Kenia, Tanzania e Sudan.
 
Quando gli vien chiesto il segreto della sua perfetta forma, spiega che l’adagio mens sana in corpore sano l’ha fatto proprio fin dalla scuola elementare, quando, in pieno regime fascista, la ginnastica quotidiana in divisa costituiva parte importante del curriculum scolastico. Così, sempre assistito da un’ottima salute, non ha mai trascurato la passione per la bicicletta che coltiva da quando, all’età di dieci anni, ebbe la fortuna di possederne una. I numerosi chilometri giornalieri (dai 30 ai 60!) spartiti fra mattina e pomeriggio, non solo giovano al fisico, ma obbligano ad un continuo esercizio mentale di attenzione ai pericoli della strada. Ora il contachilometri segna 69.927….” ma in dieci anni!” si affretta a precisare il Don, la cui modestia e lo stile di vita semplice, sobrio e privo di eccessi insegnano, nel disordine odierno, più di molte parole.
 
Brigida Larocca e Alessandro Antico