Cinema parrocchiali nel Vicentino: 2/3 digitalizzati entro l’anno

L’attenzione dei media sembra essersi di colpo risvegliata sulla scure che sta per abbattersi sul cinema italiano. In questi giorni autorevoli quotidiani ed emittenti radiofoniche nazionali riportano la notizia che, mentre si avvicina lo switch off della vecchia cara pellicola in 35 mm che ha accompagnato la storia del cinema, solo il 62 % delle sale italiane si è attrezzato dei nuovi proiettori digitali. A rischio di chiusura sarebbe dunque circa una sala su quattro dei cinema attualmente funzionanti, colpendo in particolar modo le piccole sale, molte delle quali di proprietà parrocchiale.
 
La perdita sarebbe molto grave sia da un punto di vista sociale che culturale. Le piccole sale rappresentano infatti non solo in molti piccoli centri l’unico luogo di aggregazione, ma sono anche gli unici luoghi in cui poter vedere quel cinema indipendente o comunque d’essai che raramente trova spazio nelle multisale (salvo poche lodevoli eccezioni).

L’Associazione Cattolica Esercenti Cinema aveva lanciato l’allarme ancora due anni orsono, trovando un interlocutore attento nell’Assessorato alla cultura della Regione Veneto. Proprio questa settimana è arrivata la comunicazione che la Regione sosterrà il passaggio al digitale di altre 14 sale di proprietà di parrocchie, comuni o associazioni culturali. Con quelle finanziate lo scorso anno, le sale digitalizzate grazie al contributo regionale divengono così 27.

Qual è attualmente la situazione delle Sale parrocchiali nel vicentino?

Su 24 sale ACEC (di proprietà di parrocchie o istituti religiosi) quelle già digitalizzate o che riusciranno a digitalizzare entro gennaio 2014 sono 15: Bassano del Grappa, Breganze, Camisano Vicentino, Cartigliano, Fontaniva, Isola Vicentina, Malo, San Pietro di Montecchio Maggiore, Rosà, Sandrigo, Valdagno, Araceli e Patronato Leone XIII in Vicenza e Vo’ di Brendola.

Il risultato appare dunque sostanzialmente in linea con i dati nazionali. Tra le Sale che mancano per ora all’appello alcune avevano conservato negli ultimi anni un’attività a dire il vero molto residuale e avrebbero necessitato di altri lavori di restauro e messa a norma per poter continuare la loro attività. 
 
Alcune ci auguriamo ancora che possano trovare il modo di non dover concludere la propria proposta cinematografica, come ad esempio la sala di Villaverla che ogni domenica si riempie di bambini e di famiglie, o come quella di Cologna Veneta unico cinema della zona, o come il Primavera nel quartiere Santa Bertilla a Vicenza o il Centrale di San Bonifacio, famosi per i loro cineforum. Ci sarebbe bisogno di qualche sponsor generoso, ma ci rendiamo conto che son tempi difficili per tutti.
 
Alessio Graziani