Comunicare il Vangelo nel tempo dei social network: lunedì 10 febbraio incontro di studio in Seminario Vescovile

 Comunicazione social a misura di Vangelo? Ecco come. ‘Comunicare il Vangelo online e offline: il potere delle parole nel tempo dei social network’.L’incontro, aperto a tutti, è proposto dalla Formazione Permanente del Clero e dall’Ufficio Comunicazioni Sociali e si svolgerà lunedì 10 febbraio dalle 9.15 alle 12.30 in Seminario, a Vicenza.

Il problema dei social network non sono i seminatori d’odio ma «gli intelligenti che rimangono in silenzio. Quelli che avrebbero le competenze per sostenere una discussione e che invece si ritraggono», rinunciando ad essere una «presenza generativa sui social». E tra chi, oggi non deve assolutamente tirarsi indietro c’è anche chi crede nel Vangelo. La vedono così Vera Gheno e Bruno Mastroianni, sociolinguista la prima, filosofo e social media manager il secondo, che lunedì 10 febbraio saranno a Vicenza per discutere di ‘Comunicare il Vangelo online e offline: il potere delle parole nel tempo dei social network’.

«Una realtà importante come la Chiesa cattolica non può rinunicare ad essere presente sui social – riflette Vera Gheno, nata in Ungheria ma originaria di San Nazario -. Non si tratta di fare propaganda, ma di proporre idee, un’etica, di rispondere alla domanda ‘Perché essere cattolici?’ spiegando perché è qualcosa che ti cambia la vita, che ti migliora ». Vera Gheno, laica di formazione, si considera una ‘outsider’ rispetto al contesto eccelsiale, ma «considera un bellissmo segnale che la Chiesa senta il bisogno di confrontarsi con voci esterne. È una cosa interessante e vedo che sta dando frutti». Tanto più di fronte ad un tema ‘nuovo’ come quello dei social network. «Nessuno ci ha preparati all’arrivo dei social e ai cambiamenti che hanno portato nel contesto della comunicazione pubblica – aggiunge la sociolinguista -. Siamo tutti smarriti, c’è un grande disagio generalizzato. A questo si aggiunge una comunicazione che parla più alla pancia che al cervello, ma è una comunicazione che è sempre esistita, solo che adesso è più invasiva: occorre creare dei fruitori di informazioni più resistenti, più intelligenti dal punto di vista emotivo e che capiscano quando stanno diventando oggetto di manipolazione».

Un’altra caratteristica del mondo digitale è quella che Bruno Mastroianni definisce ‘diversità aumentata’, ovvero che «la connessione ci fa incontrare molto più frequentemente e direttamente le differenze altrui, a tutti i livelli: linguaggio, visioni del mondo, cultura, sensibilità… siamo tutti più vicini e questo contatto può essere frustrante, una convivenza forzata». Il web, secondo Mastroianni, assomiglia a una riunione di condominio in cui ciascuno sta facendo la sua battaglia: «Le informazioni già ‘litigate’, i manipolatori si servono di questa dinamica per dare rilievo a certe informazioni rispetto ad altre. E come in una riunione di condominio, se si lascia spazio al litigio, si perde tempo e non si decide sulle cose importanti, lasciandoci una sensazione di frustrazione, sconforto, negatività e passività». Occorre quindi attraversare questa diversità con consapevolezza, «per difendersi e costruire, curare la nostra comunicazione online per riportare ai nostri contatti contenuti costruttivi. È una dinamica che riguarda tutti e per questo molto in sintonia con il Vangelo, che è rivolto a tutti, non soltanto ad alcuni».

«Non si tratta di fare una comunicazione ‘performativa’, capace solo di piacere e generare like, ma una comunicazione ‘generativa’, che semini qualcosa di buono», conclude Vera Gheno. «Non è solo questione di competenze, ma di virtù – le fa eco Bruno Mastroianni -. Non si diventa bravi comunicatori perché ci si sa muovere, ma perché si vuole perseguire il bene».
 
Andrea Frison per La Voce dei Berici
 
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