Concluso a Roma il Sinodo per la famiglia: il cammino continui ora in questo modo nelle singole diocesi nel segno della misericordia

 

Si è chiuso a Roma domenica 25 ottobre il Sinodo per la famiglia. Il Papa, nel suo intenso discorso conclusivo, ha voluto innanzitutto esprimere gratitudine a tutti coloro che hanno contribuito al cammino sinodale, sottolineando che tale esperienza di discernimento comune dovrà continuare, quasi come stile permanente, nella Chiesa universale e nelle singole diocesi.

Aver concluso il Sinodo – ha detto papa Francesco – “certamente non significa aver concluso tutti i temi inerenti la famiglia, ma aver cercato di illuminarli con la luce del Vangelo, della tradizione e della storia bimillenaria della Chiesa, infondendo in essi la gioia della speranza senza cadere nella facile ripetizione di ciò che è indiscutibile o già detto”.

Il Sinodo, si legge nel discorso del Papa, non ha la pretesa di “aver trovato soluzioni esaurienti a tutte le difficoltà e ai dubbi che sfidano e minacciano oggi la famiglia” ma certamente “ha sollecitato tutti a comprendere l’importanza dell’istituzione della famiglia e del Matrimonio tra uomo e donna, fondato sull’unità e sull’indissolubilità, e ad apprezzarla come base fondamentale della società e della vita umana”.

Durante questa esperienza,che ha portato a Roma famiglie e pastori da ogni parte del mondo, la Chiesa Cattolica ha dato prova della propria vivacità e ha “cercato di guardare e di leggere la realtà, anzi le realtà, di oggi con gli occhi di Dio, per accendere e illuminare con la fiamma della fede i cuori degli uomini, in un momento storico di scoraggiamento e di crisi sociale, economica, morale e di prevalente negatività”.

Abbiamo cercato – ha continuato il Papa – “di aprire gli orizzonti per superare ogni ermeneutica cospirativa o chiusura di prospettive, per difendere e per diffondere la libertà dei figli di Dio, per trasmettere la bellezza della Novità cristiana, qualche volta coperta dalla ruggine di un linguaggio arcaico o semplicemente non comprensibile. Nel cammino di questo Sinodo le opinioni diverse che si sono espresse liberamente – e purtroppo talvolta con metodi non del tutto benevoli – hanno certamente arricchito e animato il dialogo, offrendo un’immagine viva di una Chiesa che non usa moduli preconfezionati, ma che attinge dalla fonte inesauribile della sua fede acqua viva per dissetare i cuori inariditi”.

Il Papa ha quindi ribadito l’importanza di una inculturazione del Vangelo di Gesù sempre più attenta alle differenze dei diversi continenti, che “senza mai cadere nel pericolo del relativismo oppure di demonizzare gli altri” sappia portare al mondo  la bontà e la misericordia di Dio che supera i nostri calcoli umani e che non desidera altro che «TUTTI GLI UOMINI SIANO SALVATI» (1 Tm 2,4)”.

In questo senso il Papa ha concluso il sinodo ricordando che “il primo dovere della Chiesa non è quello di distribuire condanne o anatemi, ma è quello di proclamare la misericordia di Dio, di chiamare alla conversione e di condurre tutti gli uomini alla salvezza del Signore” e ha invitato ogni comunità a continuare a “camminare insieme” alla luce del Vangelo e nel segno della misericordia.