Convegno Ecclesiale di Firenze – In Gesù Cristo il nuovo umanesimo

Costituita la delegazione vicentina che parteciperà al convegno nazionale del prossimo novembre

 
Le Diocesi del Triveneto cominciano a muovere i primi passi verso il Convegno ecclesiale di Firenze.
 
In ogni diocesi è stata costituita una delegazione che parteciperà al Convegno e tali delegazioni si riuniranno a livello regionale per un percorso di preparazione all’evento.
 
DELEGAZIONE DELLA DIOCESI DI VICENZA
 
S.E. mons. Beniamino Pizziol
Sergio Grande
mons. Roberto Tommasi
don Giovanni Sandonà
Pierpaolo Frigotto
Anna e Silvio Sartori
Davide Viadarin
Marta Ronzani
Francesca Nardin
Alberto Bisson
Massimo Mabilia
Laura Anni

Sarà da Zelarino  che comincerà a prendere forma il percorso che accompagnerà le Chiese locali di Veneto, Friuli e Trentino fino all’appuntamento che si svolgerà dal 9 al13 novembre nel capoluogo toscano, intitolato “In Gesù Cristo il nuovo umanesimo”. Anche Papa Francesco sarà presente al convegno nella giornata del 10 novembre, dopo aver visitato la vicina Prato. A Zelarino, sede della Conferenza episcopale triveneta, si daranno appuntamento le delegazioni diocesane che parteciperanno al convegno.

«Il Convegno di Firenze farà il punto sugli orientamenti pastorali decennali “Educare alla vita buona del Vangelo – spiega Sergio Grande, coordinatore della delegazione vicentina -. Il percorso si inserisce in quello iniziato con il convegno ecclesiale di Verona, nel 2000, che ha segnato una sorta di svolta per la Chiesa italiana perché invece di concentrarsi su aspetti intraecclesiali come la fede e la dottrina, ha gettato lo sguardo su affettività, lavoro e festa, cittadinanza, fragilità umane e tradizione. Sono tematiche che dicono come il Vangelo si radica nella vita concreta dell’uomo e che hanno un comune valore sia per i cristiani che per i non cristiani».

Un’attenzione, questa, in sintonia con le indicazioni di papa Francesco, che spinge i fedeli a vivere una Chiesa “in uscita”. Per questo il convegno di Firenze assumerà un significato particolare: sarà il momento in cui la Chiesa italiana recepirà le indicazioni del pontificato di Bergoglio, riassumibili nella esortazione apostolica Evangelii gaudium. Da notare, tra l’altro, che il convegno di Firenze, programmato da tempo, si troverà tra due importanti appuntamenti di forte impronta “bergogliana”: il sinodo ordinario, in ottobre, che trarrà le conclusioni del sinodo straordinario dedicato alla famiglia e, in dicembre, l’apertura dell’Anno giubilare dedicato alla Misericordia.
 
Un percorso di “uscita” che sarà tutto da costruire. «Come Chiesa – conferma Sergio Grande – siamo abituati a lavorare dentro le nostre realtà, con i nostri ritmi e con i nostri percorsi. Non siamo attrezzati per una evangelizzazione con animo missionario, come la vorrebbe il Papa: siamo abituati alla conservazione dello “status quo”. Per questo dal convegno mi aspetto soprattutto degli stimoli per un cambio di mentalità, una spinta ad uscire e ad incontrare l’uomo, a donarsi. Lo stesso umanesimo illuminato da Gesù si concretizza nel dono, non nell’autocentramento».

Chiesa in uscita e periferie sono due “cardini” della Chiesa di Bergoglio. E sul secondo, in particolare, ha fatto leva il comitato preparatore del convegno. «Si è voluto che il convegno fosse un cammino di Chiesa che partisse dalla base e dalle periferie – spiega Grande -. Sia nella composizione delle delegazioni sia nelle esperienze concrete che le diocesi hanno segnalato al comitato organizzatore (oltre duecento in tutto), dalle quali è partito per realizzare la traccia del convegno, incentrata sulle parole uscire, annunciare, abitare, educare e trasfigurare. La nostra diocesi ha contribuito presentando l’esperienza dei gruppi ministeriali e del gruppo vocazionale Sichem».

 
Artcolo di Andrea Frison su La Voce dei Berici di questa settimana