Custodire il cuore come Maria

La meditazione del Vescovo all'inizio del nuovo anno


Ecco il testo dell’omelia di mons. Pizziol di domenica 1 gennaio solennità di Maria Madre di Dio:
 
 
          Desidero porgere l’augurio di un sereno anno nuovo, ricco di fede, di serenità e di pace, a ciascuno di voi e a tutti voi, fratelli e sorelle, consacrati e consacrate, diaconi, canonici e sacerdoti. Un cordiale augurio agli amici ascoltatori di Radio Oreb.
 
«Il Signore ci benedica e ci custodisca. Faccia risplendere per noi il suo volto e ci conceda pace».

         Con questa accorata invocazione – tratta dalla Prima Lettura – iniziamo questo nuovo anno civile 2017, ponendo tutto il tempo che Dio vorrà donarci, sotto la Sua protezione. Chiediamo la Benedizione del Signore su ciascuno di noi, sulle nostre famiglie, sulle nostre comunità civili e religiose, sull’intera famiglia umana.

L’invito che ci viene rivolto, in questa celebrazione di Capodanno, ad allargare lo sguardo dal Bambino Gesù a Sua Madre, Maria, sembra come ispirato dall’attenzione che l’Evangelista Luca – nel descrivere la scena del Natale – dedica, per un istante, a Maria. Ce la descrive con pochi ma intensi tratti, profondamente partecipe di quell’avvenimento, nel silenzio: «custodiva tutte queste cose meditandole nel suo cuore».

         Maria non aveva solamente ricevuto e custodito quel Bambino nel suo grembo ma, dal momento che si trattava della Parola eterna di Dio, fattasi carne, Ella la ascolta e la accoglie nel silenzio della fede. Per questo si dice di Lei, in altra pagina lucana: «Beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore» (Lc 1,45). Così Maria – discepola perfetta del Verbo fatto carne – diviene, per noi, maestra e modello di fede.

Maria ci insegna che il rapporto con Dio si gioca essenzialmente nel silenzio, nell’interiorità del nostro animo. Il che non significa, necessariamente, ritirarsi in qualche luogo deserto, isolarsi dal mondo e dalla vita concreta, ma significa vivere la nostra esistenza – quella di tutti i giorni, quella che scorrerà nel nuovo anno che ci è donato – di fronte a Dio, nell’ascolto della Sua Parola.

Occorre trovare qualche momento per aprire il cuore a Dio, in quella che comunemente chiamiamo “preghiera”, che significa considerare davanti a Dio quello che stiamo vivendo, gioie e dolori, per disporci – come Maria – a compiere ciò che Egli chiede.

         Quando Luca scrive che Maria “meditava” nel suo cuore ciò che avveniva intorno a Lei, usa delle parole che mostrano Maria come Colei che “metteva a confronto” dentro di Sé tutti quei fatti così particolari e non sempre del tutto chiari che le stavano capitando. Maria custodiva ciò che viveva, potremmo dire che “avvolgeva” ogni fatto vissuto in una dimensione più grande, più profonda. Per vivere la nostra vita in profondità, e non superficialmente, abbiamo bisogno di sperimentare il silenzio, di rientrare nel luogo più profondo del nostro spirito, quel luogo dove siamo soli con noi stessi di fronte a Dio. Quello è il luogo dove possiamo incontrarlo, quello è il tempo primo e fondamentale e la nostra casa spirituale, la “comunità interiore”.

Se coltiviamo questa dimensione interiore, allora la nostra vita concreta, la nostra esistenza, si trasforma e si rinnova ogni giorno e avviene anche in noi quel prodigio che si è compiuto in Maria: la Parola si fa carne, ossia Dio si unisce alla nostra concreta condizione umana e la nostra vita, semplice e povera, diventa il luogo della presenza di Dio.

         Maria, Madre di Dio, Vergine dell’ascolto, Tu che sei il silenzio in cui è risuonata per noi l’eterna Parola della Vita, aiutaci ad essere uditori del Verbo che si è fatto uno di noi, perché anche noi diventiamo docili e silenzioso terreno della Sua presenza nella vita e nella Storia della famiglia umana, in modo da diventare operatori di giustizia e di pace nel tempo e per l’eternità. Amen!



  
† Beniamino Pizziol
Vescovo di Vicenza