Decreto del Vescovo relativo al suono delle campane nella Diocesi Vicenza

Nuove disposizioni sui tempi, la durata e le melodie

 
«Risale all’antichità l’uso di ricorrere a segni o a suoni particolari per convocare il popolo cristiano alla celebrazione liturgica comunitaria, per informarlo sugli avvenimenti più importanti della comunità locale, per richiamare nel corso della giornata a momenti di preghiera, specialmente al triplice saluto alla Vergine Maria. La voce delle campane esprime dunque in certo qual modo i sentimenti del popolo di Dio quando esulta e quando piange, quando rende grazie o eleva suppliche, e quando, riunendosi nello stesso luogo, manifesta il mistero della sua unità in Cristo Signore» (CEI, Benedizionale, n.1455).
Da tempo immemorabile l’uso delle campane è espressione cultuale della comunità ecclesiale, strumento di richiamo per le celebrazioni liturgiche e per altre manifestazioni della pietà popolare, nonché segno che caratterizza momenti significativi della vita della comunità cristiana e di singoli fedeli. A tal proposito, si raccomanda che «nella progettazione [di nuove chiese], si prevedano la collocazione e l’uso delle campane per la loro tradizionale funzione di richiamo, di festa e comunicazione sonora» (CEI – COMMISSIONE EPISCOPALE PER LA LITURGIA, nota pastorale La progettazione di nuove chiese, 18 febbraio 1993, n. 22). 
L’uso delle campane rientra inoltre nell’ambito della libertà religiosa, secondo la concezione propria della Chiesa cattolica e gli accordi da essa stipulati con la Repubblica italiana (cf. Art. 2 dell’Accordo tra la Santa Sede e la Repubblica Italiana che apporta modificazioni al Concordato Lateranense, 18 febbraio 1984).
Come tale, la Chiesa intende tutelarlo e disciplinarlo in modo esclusivo, con attenzione alle odierne condizioni socio-culturali. Nell’attuale contesto, dove gli usi e i costumi legati al culto cattolico non sono sempre accolti come patrimonio comune e linguaggio riconosciuto e accettato, la salvaguardia del nostro patrimonio simbolico non può e non deve confliggere con il rispetto delle persone, dei loro legittimi diritti e delle leggi dello Stato.
Negli ultimi anni è aumentato l’interesse per il suono a mano delle campane e si sono costituiti diversi gruppi di campanari, per cui è opportuno che la Chiesa locale, nell’accoglienza e nell’accompagnamento ecclesiale di queste nuove realtà, tenga conto delle loro esercitazioni e dei loro concerti.
Considerando le richieste e i suggerimenti arrivati in questi anni, dopo le disposizioni date dal Vescovo Pietro Nonis nel 1993, si ritiene opportuna una nuova regolamentazione del suono delle campane, che ne salvaguardi le caratteristiche tipicamente religiose, nel rispetto delle attuali esigenze della popolazione.[….]
 
 
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