Dio ci doni un cuore capace di sentire gioie e speranze, tristezze e angosce di ogni persona e di ogni popolo

L'omelia del vescovo nella celebrazione votiva del 25 agosto a Monte Berico

 
Durante la celebrazione votiva del 25 agosto a Monte Berico, il Vescovo di Vicenza ha voluto ricordare e affidare all’intercessione di Maria alcune situazioni che hanno particolarmente segnato il vissuto ecclesiale e sociale di questi ultimi giorni. Di seguito il testo integrale dell’omelia di mons. Pizziol.
 
Carissimi fratelli e sorelle, consacrati e consacrate,        carissimi canonici, parroci, presbiteri e diaconi,        gentile Signor sindaco, distinte autorità civili e militari,        amici ascoltatori di Radio Oreb.        Siamo riuniti nel santuario della Madonna di Monte Berico, per adempiere un voto fatto dai nostri padri e che noi intendiamo confermare, con rinnovata fedeltà, come chiesa di Vicenza e come società civile, qui rappresentata dalle autorità e dei suoi governanti. Come ogni anno, è bene recuperare la memoria delle origini e del significato ecclesiale e civile di questa basilica, collocata su questo luogo, su questo colle. La costruzione della basilica di Monte Berico risale al 1400, quando anche Vicenza era flagellata dalla peste che causava continue vittime tra la popolazione. La Vergine Maria, mossa a compassione dei suoi figli vicentini così duramente provati dal morbo, apparve il 7 marzo 1426 a una donna, Vincenza Pasini, che era salita sul colle a portare il cibo al marito lavorava presso una vigna nei luoghi dove ora sorge il santuario, dicendole di diffondere tra i concittadini il proprio desiderio di veder erigere una chiesa consacrata il suo nome, quale pegno di fede e per venire guariti dal terribile male, assicurando che coloro i quali si fossero recati al futuro santuario nella prima domenica di ogni mese e nei giorni a lei dedicati avrebbero ricevuto grazie abbondanti. Due anni dopo, perdurando sia la peste che l’incredulità dei vicentini nei riguardi del messaggio della donna cui la Vergine si era rivelata, il 1 agosto 1428 apparve di nuovo insistendo sulle sue richieste e sulle sue promesse. Fu allora che la popolazione di Vicenza si diede da fare, iniziando la costruzione della chiesa, la quale man mano che cresceva faceva da testimone al diminuire della peste, fino al suo cessare completamente. Da allora il santuario — che venne via via ampliandosi sino alla struttura odierna — è una testimonianza vivente della presenza di Maria accanto ai suoi figli, in particolare ai vicentini che la onorano come loro principale patrona. Quasi fin dall’inizio, e precisamente dal 1435, sono custodi del santuario i Frati dell’ordine dei Servi di Maria.                                                         Siamo saliti a questo santuario portando insieme le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce che gli avvenimenti di questi tempi hanno generato nel nostro cuore e nella nostra vita personale e comunitaria.  Tra le gioie e le speranze vogliamo considerare la forte esperienza del pellegrinaggio compiuto da oltre 200 giovani della nostra diocesi, dal 6 all’11 agosto, a Roma, per l’incontro dei giovani italiani con Papa Francesco, in preparazione al prossimo Sinodo dei Vescovi su “Giovani, fede e discernimento vocazionale”.Ho condiviso con loro la gioia e la fatica di questa esperienza itinerante che segnerà il cammino futuro di questi giovani e della nostra Chiesa che si è impegnata durante lo scorso anno pastorale e continuerà nel prossimo, all’ascolto, al dialogo tra giovani e comunità adulta, nella prospettiva di un servizio sempre più fecondo e creativo alla comunità cristiana e alla società civile. Non possiamo non presentare a Dio, Padre buono e misericordioso, per l’intercessione della nostra Madonna di Monte Berico, anche le tristezze e le angosce che lacerano il nostro cuore e la nostra comunità cristiana. Ricordiamo in modo particolare i 43 morti a causa del crollo del ponte Morandi, il viadotto che attraversa la città di Genova, tra cui il signor Vincenzo Licata, originario di Grotte, nell’agrigentino, abitante a Vicenza dagli anni 80. Ricordiamo anche le 10 persone morte per un’improvvisa inondazione del torrente Raganello, nel parco del Pollino, in Calabria. Siamo vicini alle loro famiglie e alle loro comunità e preghiamo il Signore per i feriti e per i superstiti. Vogliamo esprimere anche tutto il nostro turbamento e la nostra preoccupazione, come comunità cristiana, per la situazione in cui si trovano le 150 persone, uomini e donne, insieme all’intero equipaggio, attraccate da diversi giorni  presso il porto di Catania, in Sicilia. Che il Signore illumini il cuore e la mente dei responsabili delle istituzioni italiane ed europee, a tutti i livelli, perché abbiano a trovare, al più presto, una soluzione che rispetti i diritti fondamentali della persona, secondo giustizia e umanità. E come 600 anni fa, di fronte al flagello della peste, i nostri padri si sono affidati all’intercessione della Vergine Maria, la Madonna di Monte Berico, anche noi vogliamo chiedere, con un’accorata preghiera, la sua intercessione: “Sotto la tua protezione, sotto il tuo manto, cerchiamo rifugio Santa Madre di Dio. Non rifiutare le suppliche di noi che siamo nella prova, e liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta”. Le letture che abbiamo proclamato e ascoltato, ancora una volta, ci offrono i criteri e ci indicano la via per compiere la volontà del Signore nella nostra vita personale e comunitaria. Nel brano del profeta Ezechiele vengono duramente ammoniti i pastori d’Israele per l’infedeltà verso Jhwh e per le ingiustizie commesse verso il popolo. Dio stesso si prenderà cura del suo popolo: “Vi prenderò dalle nazioni, vi radunerò da ogni terra e vi aspergerò con acqua pura, io vi purificherò da tutti i vostri idoli; vi darò un cuore nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne” (Ez 24,26).Un cuore capace di sentire proprie le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce di ogni persona e di ogni popolo. La piena manifestazione del cuore di Dio Padre si svela nel cuore trafitto di Cristo sulla Croce. Sotto la Croce ci stanno Maria, la Madre di Gesù e Giovanni il discepolo amato, e attraverso loro ci siamo tutti noi, cioè la Chiesa, ci sta l’intera famiglia umana. Gesù affida Giovanni e ciascuno di noi a sua madre Maria e affida Maria a ciascuno di noi.  Concludiamo, rivolgendo la nostra preghiera alla Madonna di Monte Berico:  O Maria, mamma di Gesù, Ti affidiamo l’umanità intera, con le sue speranze e i suoi dolori.Ti preghiamo per le nostre famigliee le nostre comunità.Ti preghiamo per i giovani senza lavoro, per i bambini sfruttati, per le famiglie divise, per le donne private della loro dignità, per coloro che sono nel lutto,per chi soffre la fame, per i profughi,per coloro che vivono nella violenza e nella guerra.Dona a tutti noi la tua fede e la speranza di sapere che il male non è l’ultima parola, donaci infine la certezza che nel tuo figlio Gesù la nostra morte è stata vinta e che presto un mondo nuovo sorgerà,un mondo più giusto e più umano. Amen.