Domenica 31 maggio a Monte Berico con il Vescovo

Chiusura del mese mariano pregando per i cristiani perseguitati

 
Domenica 31 maggio alle 20.30 il Vicariato Urbano concluderà il mese di maggio dedicato a Maria salendo in processione al santuario di Monte Berico.
Accogliendo l’invito di Papa Francesco, anche la diocesi di Vicenza si riunisce con il Vescovo Beniamino per pregare in particolare in questa occasione per i cristiani perseguitati.

Proprio in questi giorni è giunta dalla Siria una toccante testimonianza.
 
“Quello che stiamo vivendo in Siria è qualcosa di indescrivibile”, così suor Yola racconta la sua esperienza a Damasco.

“E’ giusto raccontare la verità: tutti devono sapere come stiamo vivendo in Siria”, ha continuato con ferma dolcezza.
 
Suor Yola ha raccontato questa vita da “perseguitati” a suor Naike Borgo. Ecco il suo racconto.

 “E’ sabato pomeriggio, sto preparando la lectio per la mia comunità sul brano del vangelo di Giovanni 15, 9-17 quando suona il mio telefono. Penso a qualche persona della parrocchia o a qualche amica che dovevo sentire. Invece no. Leggo un nome che porto nel cuore e nella preghiera ogni giorno: Yola.
Mi chiama perché mi ha vista in linea su Facebook e perché è stata lei a cercarmi quando ha visto il mio profilo qualche anno fa, poi le foto, qualche messaggio, i famosi “like”… e sempre la speranza che fosse viva, in Siria o altrove.
 
Ho conosciuto suor Yola durante il mio postulato [il primo periodo di formazione], a Roma, mentre lei, che era già suora, viveva un anno di studio chiestole dal suo Istituto, le Suore Francescane Missionarie del Cuore Immacolato di Maria, una famiglia religiosa fondata in Egitto dalla beata Caterina Troiani nel 1868 e che ha diverse comunità anche nel Medio Oriente.

Guardando le sue foto, sembrerebbe solo una suora felice della sua scelta di vita e pienamente inserita nelle tante attività della sua comunità. Rispetto a me, italiana che vivo a Vicenza, c’è una notevole differenza: lei è siriana e da sei anni vive a Damasco. C’erano altre due comunità in Siria dello stesso Istituto, ma le suore sono dovute andare via, mentre la comunità di suor Yola può continuare la sua missione. “Per ora stiamo meglio degli altri siriani”, mi dice per tranquillizzarmi.

Suor Yola riesce a non far trasparire nelle foto le innumerevoli e crudeli sofferenze che la guerra sta imponendo alla popolazione siriana. Descrivendo quello che sta accadendo in Siria afferma:  “E’ qualcosa che non potete immaginare. Abbiamo perso tante persone care, famiglie intere” – continua – “Tanti sono gli interessi che si sono concentrati nella nostra terra, da tutto il mondo”. Suor Yola racconta con una voce triste quello che da sei anni vede nel suo popolo, ma è anche piena di fede perché certa che “il Signore non ci ha lasciati soli, ma voi pregateLo tanto”.

“Abbiamo il mese di maggio e la nostra Chiesa è sempre piena”, mi spiega suor Yola, “I siriani hanno bisogno di continuare la vita di prima. Dobbiamo scegliere di non ascoltare le brutte notizie perché, altrimenti, non abbiamo la forza di resistere”. Suor Yola riesce a ridimensionare tutto il male che vede, compreso il recente ultimo rapimento di un sacerdote, padre Jacques.

Alle mie domande un po’ preoccupate e un po’ sciocche, propone una semplice risposta: “la mia vita non vale più di quella degli altri siriani. Se muoiono loro, morirò anch’io, ma io resto con il mio popolo”. E’ il Vangelo. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici, ci dice Gesù nel vangelo di Giovanni. Ecco, mi ha toccata nel cuore della lectio che sto preparando. Saranno le sue parole quelle che mi aiuteranno a rendere incarnato questo vangelo.
 
Mentre ascolto suor Yola mi scorrono nella mente e nel cuore sentimenti contrastanti, ma poi non posso fare a meno di ascoltarla: “Cosa devo fare?” – mi dice – “Cerco solo di portare avanti le attività di sempre. Oggi avevo la verifica dell’anno con i catechisti e abbiamo programmato l’estate”.

Come si può programmare l’estate con i ragazzi in un tempo di guerra?, mi chiedo. Si può. E’ la logica controcorrente del Vangelo, di quell’invito del Signore Gesù: voi stessi date loro da mangiare.

Ai tanti profughi che vivono con noi offriamo quello che abbiamo” – racconta ancora suor Yola – “Abbiamo centocinquanta bambini alla scuola materna, le attività di animazione, il catechismo, l’oratorio…”

Suor Yola mi colpisce perché con una naturalezza infinita continua l’elenco delle attività, delle necessità… e poi conclude “In comunità siamo in tre”. Mentre l’ascolto, le lacrime scendono sul mio viso e poi le chiedo “Cosa posso fare per te?”. Mi risponde “Pregate tanto. Ne abbiamo proprio tanto bisogno”.

Come Chiesa di Vicenza ci ritroveremo dunque insieme a pregare in modo speciale per i cristiani perseguitati domenica 31 maggio alle 20.30 salendo verso il santuario di Monte Berico.

Staremo insieme con il nostro vescovo Beniamino e così, uniti in un sol cuore ed una sola preghiera, ricorderemo anche suor Yola, la sua comunità e il loro istituto, i tanti siriani ed i profughi arrivati a Damasco  nella speranza di salvarsi.

Se qualcuno volesse anche contribuire con qualche offerta in denaro, può usare queste coordinate bancarie:
C/C intestato: Istituto Suore Francescane Missionarie
IBAN: IT 08 M 02008 03289 000600019382
specificare nella CAUSALE: Offerta per la missione di Damasco
 
 
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