Don Gaetano Comiati è il nuovo direttore dell’Istituto Musicale “Ernesto Dalla Libera”

“Avvicinamo giovani e adulti ad un’arte a servizio della fede”



L’Istituto Diocesano di Musica Sacra “Ernesto Dalla Libera” ha un nuovo direttore. Dopo quasi cinquant’anni di servizio mons. Mario Saccardo lascia la conduzione dell’Istituto, a succedergli sarà don Gaetano Comiati, recoarese, liturgista, insegnante presso l’Istituto teologico e l’Istituto Superiore di Scienze Religiose A. Onisto. «La nomina del Vescovo è stata una enorme sorpresa per me – racconta don Gaetano – non me la sarei mai aspettata. L’Istituto l’ho conosciuto direttamente solo nel recentissimo passato, collaborando con alcuni docenti per un modulo di lezioni circa il rapporto tra musica e liturgia. L’esperienza vissuta in quei mesi è stata ottima e coinvolgente ma non avrei immaginato che potesse evolvere in questa direzione. La mia competenza, in questi anni, è infatti maturata nello studio e nell’insegnamento della liturgia e non sono un musicista. Quando, convocatomi, il Vescovo mi ha affidato questo incarico, ho accettato nel desiderio di corrispondere con spirito di servizio al mandato che, con fiducia, mi stava consegnando».

Un mandato che comporta responsabilità e la presa in carico di quanto fin qui fatto dal suo predecessore. Come intende continuare questo lavoro, con quali obiettivi?

«Conoscere, apprezzare, valorizzare il lavoro di chi mi ha preceduto e di chi tuttora con grande generosità mette a disposizione la propria competenza e il proprio tempo: questo è il primo e immediato obiettivo. Docenti e studenti sono la ricchezza vera del nostro Istituto. Io ci tengo moltissimo che la qualità delle relazioni abbiano il buon sapore evangelico dell’accoglienza, della schiettezza, della stima. Poi lo sguardo verso il futuro chiede, nel presente, di creare le condizioni favorevoli per immaginare uno Statuto capace di rivitalizzare e orientare con forza e incisività l’offerta formativa dell’Istituto».

Questo cosa significa?

«Mi accorgo di un grande potenziale da riscoprire, noto le molte urgenze a cui rispondere. Questo chiederà studio, confronto, impegno. C’è una grande tradizione da assimilare, una storia locale che va ascoltata, un ambito ecclesiale diocesano e nazionale che stimola verso la ricomprensione ministeriale del fare musica con (e per) l’assemblea. Il Vescovo mi chiede proprio di lavorare in questo senso, perché l’Istituto cresca ancora a beneficio di tutta la Chiesa vicentina come polo di qualificazione liturgico-musicale. Dal punto di vista pratico e logistico è pure venuto il momento di valutare, in accordo con i responsabili diocesani, l’assegnazione di una sede più idonea alla didattica, più agevole per chi la frequenta. A questo proposito, devo dire che ho trovato molta disponibilità sia da parte del Vescovo che dell’economo diocesano».

Come liturgista porrà attenzione sul rapporto tra liturgia e musica. Questo porterà l’Istituto Diocesano di Musica Sacra a dare più considerazione a questa dimensione?

«La musica vocale e strumentale non sono certo un accessorio nell’esperienza di incontro con il Signore risorto: senza di essa non riusciremmo a vivere la dimensione della festa e della gratuità. In questo senso, come liturgista, mi sento perfettamente “sulle corde” dell’Istituto, che attraverso i corsi proposti vuole avvicinare giovani e adulti alla bellezza di un’arte per il servizio della fede. Vorrei far notare inoltre che il rapporto musica – liturgia è una dimensione su cui sta lavorando da anni in Diocesi l’Ufficio Liturgico».

Giuseppe Bedin



Articolo da La Voce dei Berici di questa settimana