Don Lorenzo Zaupa nuovo vicario generale

Il Vescovo Beniamino ha scelto il successore di mons. Furian

«Io non sono capace di dire di no. Abbiamo promesso obbedienza. È sempre stato così nella mia vocazione nella quale ho sempre dato la mia disponibilità a servire la nostra Chiesa diocesana. Come quando il vescovo Onisto mi chiamò per andare missionario in Africa nel giro di pochi giorni». È uno dei primi commenti di don Lorenzo Zaupa, il nuovo vicario generale che il vescovo Pizziol ha scelto al termine di un periodo di consultazione dei diversi organismi partecipativi della Diocesi.

La comunicazione ufficiale giovedì 17 settembre al Consiglio presbiterale e alla sera all’Unità pastorale dell’Araceli – S. Francesco (dove don Lorenzo è parroco) riunita in assemblea. 61 anni tra pochi giorni, Zaupa, ordinato sacerdote nel 1979, è stato prete fidei donum, già parroco dell’Unità pastorale Valli Beriche, dal 2013 è parroco in solido dell’Unità pastorale Araceli – S. Francesco con don Ivan Arsego e vicedirettore dell’Ufficio Missionario. Prende il testimone da mons. Lodovico Furian, vicario generale per 8 anni (era stato scelto dal vescovo Nosiglia nel 2007) che lascia per raggiunti limiti di età.

«I sentimenti di questi giorni sono molto contrastanti – ci dice -. Sono consapevole della grande responsabilità e della delicatezza del servizio che il Vescovo mi chiede perché c’è da condividere con lui il peso e le preoccupazioni di tutta la Diocesi e dall’altra parte ho il timore di non essere all’altezza. Provo gratitudine per la fiducia che il Vescovo mi accorda, ma avrei desiderato che la “desse” a qualcun altro».

Il metodo scelto dal vescovo Beniamino di un’ampia consultazione è apprezzato da don Lorenzo. «Il discernimento comunitario è molto importante, permette di maturare scelte condivise e questo un po’ mi rasserena. Il vescovo Pizziol ha insistito affermando che vedeva opportuna la mia presenza. Poi io sono abituato a pensare che se c’è una domanda significa che c’è un bisogno. Io do la mia disponibilità evidenziando chiaramente anche i miei limiti».

Zaupa confida nella fiducia dei confratelli. «So – perché ho visto don Lodovico molto impegnato in questo – che uno dei compiti del vicario generale è accompagnare, consigliare e sostenere i preti. Occorre essere attenti alle diverse situazioni di vita dei nostri confratelli. Questo sarà uno dei miei impegni, consapevole che sono più giovane di metà del nostro clero».

Rispetto al prossimo futuro  don Lorenzo spiega che «intanto rimarrò in parrocchia, ma poi – in tempi da stabilire – dovrà venire un altro, perché io dovrò dedicarmi totalmente a questo nuovo servizio accanto al vescovo.  Ma mi dispiace molto lasciare le Comunità di Araceli e San Francesco, nelle quali mi trovo molto bene e dove ci sono molta vivacità, generosità e persone splendide e dove si sta avviando con successo l’unità pastorale. Mi dispiace molto poi di lasciare l’équipe pastorale che abbiamo formato con don Ivan, don Luigi, il seminarista Matteo e le cooperatrici pastorali Angelica e Marika, con cui mi sono trovato magnificamente e che voglio ringraziare per la loro disponibilità a riorganizzarsi».

Nel servizio, al quale è chiamato, don Lorenzo porta anche la sua sensibilità maturata in missione. «È un dono del Signore – precisa -. Quello del fidei donum è un servizio molto impegnativo, certo non una passeggiata, ma ti dà una sensibilità che è davvero un dono e che tu non hai meritato.  È un’esperienza che plasma una mentalità e che fa bene. C’è una maggiore speranza e positività. L’operare in comunità piccole, nascenti con molte fragilità, ti aiuta ad andare all’essenziale del Vangelo e al cuore delle persone tralasciando ciò che non serve».  Per quanto riguarda le priorità Zaupa afferma che lui si inserisce in un cammino tracciato e in scelte sulle quali la Chiesa vicentina è già impegnata. «In tale prospettiva credo che l’impegno per ripensare la presenza della Chiesa nel territorio sia oggi decisivo. L’organizzazione attuale delle parrocchie e il volere i preti ovunque, non regge più. C’è bisogno di proseguire a ripensare un nuovo modello di pastorale per la salute mentale e spirituale dei preti e per la salute spirituale delle comunità che devono trovare nei laici delle persone corresponsabili, capaci di contribuire maggiormente alla guida stessa delle comunità. Ci sono molte risorse positive nelle nostre comunità, bisogna accompagnarle e farle crescere. Poi lo stile di missione e di apertura credo ci aiuti a liberarci da molte angosce e concentrarci sull’essenziale dell’annuncio».

Don Lorenzo però mantiene lo sguardo alla concretezza dell’oggi. «In ogni caso sono molte le cose che dovrò imparare e tanto il tempo da dedicare all’ascolto. Si tratta di conoscere un mondo per me per molti versi totalmente nuovo con aspetti, per esempio quelli istituzionali, rispetto ai quali dovrò un po’ alla volta  familiarizzare. In questo conto molto sull’aiuto di don Lodovico e sulla sua grande esperienza maturata in questi anni».
Lauro Paoletto

 
Articolo da La Voce dei Berici di questa settimana