«Ebola è qui»

I medici del Cuamm rimangono in Sierra Leone a fronteggiare il terribile virus

«Ebola è qui. Da Kenema giungono notizie tragiche di morti raccolti per le strade, a Kailahun ogni giorno decine di pazienti accedono al triage nel centro-tendopoli gestito da MSF perché sospetti malati o sintomatici…». Così scriveva nei giorni scorsi il chirurgo Paolo Setti Carraro dell’organizzazione “Medici con l’Africa – Cuamm”, attualmente impegnato nell’ospedale di Pujehun, distretto meridionale della Sierra Leone ai confini con la Liberia.
 
«Ebola è qui, tra noi, al nostro fianco – aggiungeva – . Le certezze con cui si conviveva sino a ieri sono naufragate nel giro di una notte. Finora la distanza dai casi accertati la si misurava in decine di miglia. Era la nostra sicurezza, innanzitutto psicologica, sapere quanto lontani rimanevano i focolai di contagio. Da ieri i primi due malati di questo distretto sono sotto la tenda d’isolamento, a poche decine di metri dalla maternità e dalla pediatria. Il primo è morto ieri, la seconda ha passato la notte a lamentarsi e oggi è deceduta prima di poter essere trasferita al centro di trattamento di Kenema».
 
Leggi la testimonianza integrale del dottor Paolo Setti Carraro: «Il sorriso di Kadie»
 
Ad oggi, a Pujehun i morti a causa dell’Ebola sono 7. Tre i centri del distretto colpiti dall’epidemia. I rischi sono altissimi, ma “Medici con l’Africa – Cuamm” ha deciso di restare, pur con una piccola riduzione del personale per evitare quanto più possibile i pericoli del contagio. «Quando l’abbiamo comunicato alle autorità del distretto e al personale dell’ospedale, ci sono stati momenti di commozione – racconta il direttore dell’organizzazione don Dante Carraro -. Noi rimaniamo, consapevoli che ci è chiesta la sapienza di mettere insieme la più tenace lotta all’Ebola e, al tempo stesso, la cura quotidiana a tutte le altre emergenze silenziose, che non fanno rumore perché banali e scontate».
«Per quanto riguarda il virus, ci si concentra su due aree: l’ospedale e il distretto. All’ospedale è stato avviato lo screening di tutti pazienti, bambini e mamme che si presentano all’ambulatorio o che vengono ricoverati. Un grande sforzo è stato fatto per l’installazione dell’unità di isolamento dei casi sospetti. Si tratta di una tenda! A un rapido esame, Pujehun risulta tra i soli 5 ospedali provvisti di una unità di isolamento in tutta la Sierra Leone!».
 
Nel Paese africano gli scenari sono sconvolgenti, come testimonia Giovanni Putoto, responsabile della programmazione del Cuamm appena rientrato in Italia: «Ebola spaventa. I luoghi più caldi dell’epidemia sono isolati da cordoni sanitari rafforzati in alcuni casi da posti di blocco dell’esercito e della polizia. I villaggi con casi sospetti sono messi in quarantena. L’aeroporto è presidiato. Ci sono timidi segnali che l’aiuto internazionale comincia a muoversi, ma i bisogni da affrontare sono immensi».

Una delle necessità più urgenti è la protezione dal contagio del personale sanitario. Ciò comporta costi elevati perché, dopo l’uso, camice, guanti, maschera e copri scarpe devono essere bruciati e sostituiti da un nuovo kit.

La Diocesi di Vicenza, che con Medici con l’Africa ha un legame profondo confermato anche dalla partecipazione ai progetti per la realizzazione degli ospedali di Yirol (Sud Sudan), e di Wolisso (Etiopia), ha deciso di sostenere l’azione del Cuamm in Sierra Leone in questo particolare frangente. Ne è stato incaricato l’Ufficio Missionario, il cui direttore don Arrigo Grendele spiega: «Cercheremo di intervenire, secondo le nostre possibilità, perché non possiamo non sentire nostro questo problema e perché desideriamo che chi opera sul campo senta la nostra vicinanza e la nostra solidarietà. Ma questa situazione va fatta conoscere il più possibile, affinché altri si coinvolgano fraternamente nell’aiuto».
 

COME POSSIAMO AIUTARE
Con 10 euro si assicura materiale informativo e di sensibilizzazione alla popolazione locale
Con 20 euro si garantisce il trasferimento del paziente sospetto dalle unità periferiche all’ospedale
Con 30 euro si coprono i costi di analisi e test di controllo
Con 100 euro si assicurano i kit completi di protezione individuale: guanti, occhiali, camice, maschera, copri scarpe o stivali, copricapo

Le donazioni, con causale “Emergenza Ebola”, possono essere versate sul conto corrente postale n. 17101353 intestato a “Medici con l’Africa Cuamm”

oppure tramite bonifico bancario, IBAN: IT 91H0501812101000000 107890 presso Banca Popolare Etica (Padova)