Educare alla Fede attraverso il metodo scout: il convegno degli assistenti ecclesiastici AGESCI

A Padova il 27 febbraio l'incontro regionale. Fianco a fianco, Assieme Educando

 
“Fianco a fianco, Assieme Educando”. Una riflessione sul ruolo dell’assistente ecclesiastico nei gruppi Agesci: questo il tema del convegno regionale AE, in programma il 27 febbraio, dalle 8.30 alle 15, nella Casa San Pio X, in via Vescovado 29, a Padova. “Dopo l’esperienza positiva dello scorso anno, il Consiglio regionale ha deciso di riproporre un secondo incontro per sondare l’importanza della figura di un presbitero da affiancare ai capi, che progetti e viva la proposta educativa assieme”, spiega Barbara Battilana, di Cornedo Vicentino, responsabile regionale assieme a Mauro Montagner, di Jesolo. Il convegno, aperto agli assistenti ecclesiastici censiti e a quanti interessati, siano essi capi, seminaristi, religiosi e religiose, ha come obiettivo quello di mettere nero su bianco la sfida che spetta loro: coniugare l’educazione alla fede con gli elementi propri del metodo scout, affinché non siano esperienze a sé stanti, ma globali. Aiuterà nella riflessione il vescovo di Modena-Nonantola, don Erio Castellucci, teologo e assistente di zona Agesci a Forlì prima di diventare vescovo. Accanto a lui la testimonianza sull’educazione alla fede di due capi dell’Emilia Romagna, «regione che è già qualche passo più avanti sul tema iniziazione cristiana dei ragazzi attraverso il metodo scout», spiega Barbara. L’assistente ecclesiastico è il vescovo o il presbitero che si affianca ai capi nella proposta scout. È, quindi, corresponsabile di quella che è la proposta educativa, grazie ad un’evidente sensibilità in ambito ecclesiale e catechetico. «L’occhio che può avere un assistente ecclesiastico va spesso oltre quello dei capi e, in questo, è di grande aiuto – continua Barbara -, ha una visione d’insieme del territorio di appartenenza e guarda ai ragazzi con più semplicità, facendo risaltare debolezze e difficoltà per poterle poi risolvere e superare». Tale figura, da statuto, dovrebbe essere presente in ogni gruppo scout, ma non sempre è così. «A causa di una carenza di figure religiose o di sintonia con lo scoutismo in generale, si notano delle fragilità nelle comunità capi dove manca l’assistente ecclesiastico – rileva Barbara -, anche se a questo si cerca di rispondere con la formazione per la crescita degli adulti». Ad oggi si contano 180 assistenti regionali in tutta la regione, un numero inferiore rispetto a quello dei gruppi Agesci, che è a quota 226. «La presenza dell’assistente è comunque una scelta specifica dello scoutismo – afferma don Valter Perini, assistente regionale da un anno e mezzo, proveniente dalla diocesi di Venezia -, che evidenzia la volontà di affiancare all’esperienza propria dello scoutismo quella di vita cristiana». Don Valter, concretamente, condivide la responsabilità educativa assieme ai responsabili regionali, rappresentando l’episcopato e garantendo il legame con la Chiesa. Partecipa inoltre alle riunioni del comitato regionale, arrivando ad avere una visione ampia e precisa della realtà del Veneto. «L’assistente ecclesiastico ascolta e interviene, durante le riunioni con i capi, secondo la sua sensibilità, mettendosi alla pari, crescendo assieme, come recita lo stesso slogan del convegno del 27 febbraio, “Fianco a fianco, Assieme Educando”», conclude Barbara. Margherita Grotto