“Esprimete la tenerezza di Dio”

Il Vescovo ai consacrati e alle consacrate della Diocesi

 
La celebrazione della Candelora di martedì scorso più che segnare la conclusione dell’Anno dedicato alla Vita consacrata, ha idealmente aperto una nuova fase per le religiose e i religiosi e per tutta la Chiesa (locale e universale).
Il cammino intrapreso continua, infatti, nell’anno del Giubileo straordinario della misericordia che rappresenta un ulteriore forte appello per i consacrati. È un appello che il vescovo Pizziol ha ripreso nell’omelia affermando che «l’intero mosaico della vita consacrata è chiamato a testimoniare il volto della misericordia del Padre attraverso una fraternità autenticamente vissuta nel servizio ai fratelli. Tutti quei luoghi che la carità e la fantasia carismatica hanno fatto nascere, devono – ha raccomandato il Vescovo – esprimere sempre più la tenerezza di Dio Padre buono e misericordioso, verso ogni uomo e ogni donna, a partire dai più poveri, dai meno garantiti». I consacrati e le consacrate, definiti dal vescovo Pizziol “lievito evangelico nella chiesa e nel mondo, sentinelle vigili che tengono accesa la memoria di Cristo nelle vicende spesso oscure e drammatiche del nostro tempo”, sono oggi in mare aperto. In tale contesto il vescovo Beniamino ha richiamato come «ai consacrati e a tutti noi farà bene ricordare che nessuna azione ecclesiale è evangelicamente feconda senza rimanere intimamente uniti a Cristo. Chi non rimane in Cristo non potrà dare nulla al mondo, non potrà fare nulla per trasformare le strutture di peccato. Richiamando quanto scritto dal Papa nella Evangelii Gaudium ha ricordato che «senza momenti prolungati di adorazione, di incontro orante con la Parola, di dialogo sincero con il Signore, i compiti si svuotano di significato, ci indeboliamo per la stanchezza e le difficoltà, e il fervore si spegne». Nei consacrati, peraltro, c’è la consapevolezza da un lato che i modelli che hanno retto negli ultimi secoli la vita loro e delle loro istituzioni non sono più adeguati alle sfide contemporanee, e dall’altro che la vita consacrata ha in sé una freschezza, fondamentale per la Chiesa e per il mondo, che non può andare perduta. La sfida è farla emergere, darle nuove forme, renderla ancora significativa». Su questo versante la nuova fase si gioca in ogni congregazione chiamata a capire come declinare, in modo spesso inedito, il proprio carisma, in relazione innanzitutto con la Chiesa locale, con la quale c’è bisogno di innervare un rapporto nuovo, con riferimento infine alle altre congregazioni per superare gli steccati ed esprimere un cammino di comunione sempre più visibile e credibile.  

Dall’articolo di Lauro Paoletto sulla Voce dei Berici di questa settimana.
 
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Il 2 febbraio 2016, festa della Presentazione di Gesù al tempio, si è concluso l’Anno della Vita Consacrata iniziato il…Pubblicato da Diocesi di Vicenza su Venerdì 5 febbraio 2016