Febbraio 2014: nella Casa Estudiantil di Colomi, in Bolivia, inizia un nuovo anno di scuola

Testimonianza della missionaria laica vicentina Anna Maria Bertoldo

 
Pubblichiamo la lettera della vicentina Anna Maria Bertoldo, missionaria laica in Bolivia, con aggiornamenti sul “Progetto di formazione di Bachilleres Técnicos” alla “Casa Estudiantil” di Colomi.
 
Carissimi tutti,
il 3 febbraio 2014, qui in Bolivia si sono riaperte le scuole. E anche noi abbiamo iniziato il nostro quattordicesimo anno scolastico.

Le chicas sono arrivate alla Casa Estudiantil domenica 2 febbraio, festa della Virgen de Candelaria, Patrona della Bolivia, il cui Santuario si trova a Copacabana, sul Lago Titicaca.

Arrivano alla spicciolata, come sempre, chi dalle montagne della sierra, già abituate ai climi gelidi come quello di Colomi, chi dai fiumi dell’area tropicale, rabbrividendo di freddo.
Le “vecchie”, gioiose e felici di rivedere le educatrici, le compagne, i cani, il gatto e il pappagallo (un’ alunna di qualche anno fa scriveva ai suoi padrini in Italia: “Sono stata a casa mia per le vacanze estive, i primi quindici giorni sono trascorsi a visitare amici e parenti che non vedevo da mesi, è stata una grande gioia, poi ho cominciato ad aiutare i miei nel lavoro ai campi di semina e raccolto; gli ultimi quindici giorni non vedevo l’ora di tornare alla Casa Estudiantil”) riprendono possesso del loro letto, del loro spazio nei grandi armadi dei dormitori, del loro banco nelle aule di studio. Le nuove iscritte, timide e un po’ timorose, vengono accompagnate dalle educatrici o dalle alunne più grandi a visitare quella che sarà per molti mesi la loro nuova casa.

Al pomeriggio si tiene, nel nostro salone dal pavimento sgretolato, dove si rischia d’inciampare ad ogni passo (e non abbiamo i soldi per rifarlo!), l’assemblea dei genitori. Mescolate a loro ci sono anche alcune nostre ex-alunne, venute ad assistere allo spettacolo di gioia, di salti, di pianti, di abbracci, di abbaiar di cani e miagolar di gatti, di grida stridule del pappagallo che chiama a turno le ragazze che già conosce, spettacolo che caratterizza sempre i nostri nuovi inizi, che loro conoscono così bene, e che amano condividere con noi.

Martita (la toccante storia di come la sua vita si è intrecciata alla nostra si può leggere sul nostro sitowww.casaestudiantil-bolivia.org) ci porta la cuginetta Celia perché la accogliamo: viene dal villaggio di S. José, lo stesso in cui abitava Martita quando le Suore Missionarie l’hanno trovata morente, il più sperduto della Municipalità di Colomi, le cui strade in questa stagione delle piogge sono divenute impraticabili: Celia non ha ancora tredici anni e deve iniziare il settimo basico, corrispondente alla nostra prima media.

«Martita, lo sai che possiamo accogliere solo ragazze di minimo quattordici anni, ci risulta che nel villaggio ci sono le scuole fino all’ottava elementare, e, comunque, le iscrizioni si sono chiuse i primi giorni di gennaio e non ci sono più posti!».

«Profe, che ci posso fare io se della scuola del villaggio, crollata sotto la pioggia solo due giorni fa, non è rimasto che un cumulo di macerie?».

Celia è ora con noi: è uno dei tanti casi che ci capitano di frequente e che dobbiamo affrontare e risolvere, più che con i regolamenti, con cuore aperto e generosità.
 

Un caro saluto a tutti.

Anna Maria Bertoldo