Giannino Piana alla Scuola del Lunedì: “Ecco come la globalizzazione ridisegna la nostra vita”

Chiamato alla Scuola del Lunedì a illustrare “Come la globalizzazione ridisegna la nostra vita”, il professor Giannino Piana, già docente di Etica cristiana all’Università di Urbino e di Etica ed economia all’Università di Torino, ha svolto la relazione del 21 ottobre 2013 a partire dall’individuazione di “tre livelli della globalizzazione”: quello economico, quello dell’informazione e quello ideologico (ascolta la relazione).

Riguardo al primo, ha ricordato che la globalizzazione coincide con l’affermarsi del mercato unico globale, alla cui base c’è il passaggio da una economia di tipo produttivo a una di tipo finanziario. La vittoria assoluta del capitalismo – favorita dalla caduta di ogni alternativa e, più in particolare, dalla fine del socialismo reale nel 1989 – ha avuto soprattutto tre conseguenze: la concentrazione monopolistica del mercato (con l’esclusione dei soggetti più deboli); la svalutazione del lavoro ridotto a merce; la crisi della democrazia partecipativa dovuta all’avanzamento di poteri “altri” rispetto a quello politico (in primis, il potere economico e quello dell’informazione).

Il secondo livello di analisi della globalizzazione è l’informazione, non solo intesa come disponibilità delle notizie in tempo reale, ma anche come interazione tra i diversi mezzi di comunicazione. Secondo il professor Piana, l’informatizzazione della società, oltre a modificare l’aspetto esteriore del nostro vivere, ha inciso anche sulla nostra coscienza, comportando una mutazione antropologica. Con la caduta delle coordinate spazio-temporali (oggi lo spazio dell’informazione è illimitato e il tempo è “immediato”), si è avuto un “desituarsi” dell’uomo, con notevoli conseguenze sui piani dell’autoconsapevolezza e relazionale.

«I nuovi mezzi di comunicazione hanno procurato una perdita della realtà – ha detto Piana -, in quanto ci rapportiamo a essa attraverso la mediazione dello strumento tecnologico». Dunque, oggi le relazioni sociali non sono più “reali”, ma “virtuali”.

Anche il prevalere dell’utilizzo di linguaggi logico-matematici su quelli simbolici ha avuto conseguenze di rilievo, tra cui il farsi strada di una omologazione culturale basata sulle “culture forti”, ossia appartenenti ai Paesi e ai popoli economicamente più potenti.

A livello ideologico, la globalizzazione coincide con la creazione del pensiero unico, basato sulla logica del mercato, cioè del produrre e consumare di più.

Allo sguardo del professor Piana, se nel secolo scorso è stata positiva la crisi delle “ideologie totalizzanti”, è pur vero che la scomparsa di grandi ideologie ha lasciato campo libero alla “grande ideologia”, quella del mercato, caratterizzata da scelte operate in base all’utilità. «Oggi – ha ricordato il relatore – il nostro parametro di scelta è basato sulla domanda “serve o non serve?”, anziché sul quesito “ha senso o non ha senso?”».

Se la globalizzazione ha ridisegnato la nostra vita in questo modo, che cosa possiamo fare? Quattro sono le suggestioni offerte dal professor Giannino Piana.

Innanzitutto la ricostruzione dello spazio della responsabilità soggettiva, cioè di una nuova coscienza caratterizzata dalla costruzione di senso critico e di capacità creativa. In altre parole, è necessario recuperare la dimensione vocazionale della vita.

E’ poi importante elaborare un progetto culturale che tenga conto delle due culture: quella tecnologica – che rischia di diventare dominante – e quella umanistica tradizionale – che è la sola capace di rispondere alle domande di senso -. Da questo punto di vista, l’etica va ripensata in prospettiva universalistica.

La terza indicazione di Giannino Piana si basa sull’esigenza di un nuovo ordine economico, che muove da una esigenza di democrazia la quale «o sarà democrazia economica e dell’informazione, o non sarà». Due le piste a questo proposito: il superamento della dialettica Stato-Mercato con l’introduzione dell’economia civile e l’adozione dell’elemento qualitativo per la valutazione dello sviluppo.

L’ultima proposta è recuperare il primato e la centralità della politica. Infatti, ha concluso Piana, «l’umanizzazione dell’economia non può essere data che dalla politica».
 
Il prossimo appuntamento della Scuola del Lunedì è il 28 ottobre 2013, sempre alle ore 9.15 nel Centro pastorale “Arnoldo Onisto” in borgo Santa Lucia n. 51 a Vicenza, con la relazione dal titolo “La speranza di una economia dal volto umano” tenuta dal professor Daniele Marini
 
Luca de Marzi
 
 
 
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