Giornata Mondiale della Vita consacrata 2 febbraio: in Cattedrale la Messa con il Vescovo; un convegno a metà febbraio

 
Martedì 2 febbraio 2021, ore 17.30 XXV giornata mondiale della vita consacrataCattedrale di VicenzaLa celebrazione sarà trasmessa in diretta da Radio Oreb Alla celebrazione eucaristica delle ore 17.30 in cattedrale, presieduta dal nostro vescovo Beniamino e  concelebrata dai preti religiosi, sono convocati consacrate e consacrati del Vicariato Urbano e chi volesse partecipare; sarà gradita la presenza dei laici. Le altre religiose celebreranno nei relativi vicariati o parrocchie, in accordo con i loro parroci e vicari. Può anche essere scelta una data più opportuna.Un rendimento di grazie particolare a Dio sarà per coloro che festeggiano un giubileo di consacrazione: dal 25° all’80°. I loro nomi saranno letti pubblicamente durante la celebrazione. Le offerte raccolte durante la messa saranno devolute ad un’opera di carità per i poveri. Ad accompagnarci durante la liturgia della Luce e in tutta la celebrazione, il tema dell’anno: ”La Missione continua” . Missione a cui ciascuno è chiamato, specie in questa realtà di incertezza, fragilità e paura,  per essere conforto, aiuto concreto, testimone di Speranza.Approfondimenti e l’annuncio di un convegno online il 13 febbraio su LA VOCE DEI BERICI di questa settimana Giornata mondiale della vita consacrata L’appuntamento per religiose e religiosi è un’occasione per scrutare insieme i “segni dei tempi” per una rinnovata vita evangelica. Mentre nel giugno scorso, colmo il cuore di speranza, con le Segreterie congiunte Usmi e Cism stendevamo il Programma 2020-21, l’entusiasmo ci animava e avevamo la certezza, quasi, di poter tornare alla cosiddetta normalità. Tutti siamo consapevoli e preoccupati per i tempi e le difficoltà che stiamo vivendo, ma possiamo asserire che il “non lasciatevi rubare la speranza” del nostro carissimo papa Francesco, non ci ha mai abbandonati. Con l’Assemblea del 3 ottobre 2020, svoltasi “in presenza” nella Sala del nuovo “Centro Onisto”, ci siamo sentiti rincuorati dalle parole sagge e convincenti del nostro vescovo Beniamino, rivolte ad un centinaio di consacrate e consacrati. Proprio in quella incertezza che ci teneva come sospesi, abbiamo ritrovato la fiducia e la speranza. E siamo partiti: uniti tra noi e solidali con il progetto della Diocesi, collaboriamo serenamente tra comunità di suore e religiosi. Ci sostiene il fatto che “insieme” è bello e arricchente. Ma qualcuno si chiederà: cosa sono Usmi (Unione Superiore Maggiori d’Italia) e Cism (Conferenza Italiana Superiori Maggiori)? Nate negli anni del Concilio, sono associazioni di religiose e religiosi d’Italia che si propongono di “realizzare un’effettiva collaborazione ecclesiale mediante un rapporto attivo con la Conferenza Episcopale Italiana e, in particolare, con la Commissione Mista Vescovi-Religiosi-Istituti Secolari”, come recita lo Statuto. Dalla sede centrale di Roma, le segreterie si diramano in ogni Regione e in ogni Diocesi con relativi delegate/i e Consigli. La sede di Vicenza, dal palazzo delle Opere Sociali, ultimamente si è trasferita al Centro Onisto, come tanti altri Uffici diocesani, negli ambienti ristrutturati dell’ex Seminario. Nel mese di novembre 2020, il Convegno Liturgico della diocesi, che aveva come tema: “Il Messale Romano nella Terza Edizione”, ci ha visti partecipare “a distanza”, come pure l’incontro formativo on-line con il teologo e fisico prof. Simone Morandini, che ha magistralmente commentato l’enciclica “Laudato si’”. E proseguiremo con le nostre attività, motivati anche dal desiderio di condivisione, di sfida di fronte alle ferite della malattia, della separazione, dell’incertezza per il futuro. Per lavorare in sinergia e con spirito sinodale, poniamo attenzione e partecipiamo alle iniziative diocesane, cercando di sostenere, attraverso i mezzi tecnologici, tanti fratelli e sorelle sofferenti e sfiduciati; la nostra testimonianza di fede e di speranza vuole essere un aiuto, convalidato anche dalla concreta condivisione di ciò che abbiamo per vivere. E la sfida la lanceremo il 13 febbraio, con un Convegno: proprio in tempo di pandemia approfondiremo il tema della “gioia”, quella evangelica, nel significato di serenità, di liberazione dalla paura, dall’ansia e dallo stress creati dalla dolorosa situazione che non ci lascia tregua. Qualche giorno prima, il 2 febbraio, nella giornata mondiale della Vita Consacrata, religiosi e religiose del Vicariato Urbano si ritroveranno in cattedrale, con il Vescovo Beniamino, per la celebrazione eucaristica. Il “rendimento di grazie” sarà in unità con tutti gli altri consacrati e consacrate nei loro rispettivi vicariati. Con la convinzione che insieme, oltre che essere bello, “si può”, daremo spazio alle altre iniziative, sia ‘nostre’ che della Diocesi che si prospettano per i mesi prossimi. Numerose e ben organizzate sono le opportunità che tutti abbiamo. Per questo un grazie riconoscente agli operatori nel campo delle comunicazioni sociali. Nel dolore per le numerose perdite di consorelle e confratelli, che ci hanno lasciato in questo tempo di pandemia, vigili per quelli che stanno soffrendo, manteniamo però viva la speranza, con il desiderio di ritrovare l’entusiasmo e la gioia del “primo amore”, che ci ha attirati e consacrati. Niente e nessuno può toglierci ciò che abita nel profondo del nostro essere: “chi ci separerà dall’amore di Cristo?” Forse la pandemia, la fragilità, la paura, l’incertezza, la morte? Per chi è vivo, “la missione continua” ora più che mai. Decifrare l’oggi, scrutare i “segni dei tempi”, scoprire nuove formule per una rinnovata vita evangelica: questa, forse, la risposta. Ma cercata insieme: “Da soli non si va da nessuna parte”. Sr Mariangela Bassani  La ‘gioia’, ovvero il ‘caso serio’ della vita religiosa Sabato 13 febbraio un convegno su uno dei temi più cari a papa Francesco. Tra i protagonisti dell’evento giovani religiose e religiosi. Parafrasando il titolo di un famoso libro del grande teologo svizzero Hans Urs von Balthasar sulla testimonianza (martirio) come il ‘caso serio’ della vita cristiana, si potrebbe dire – in un modo un po’ paradossale – che la ‘gioia’ sia il ‘caso serio’ della vita religiosa. Di gioia, infatti, si vorrà riflettere nel Convegno della vita religiosa della diocesi di Vicenza che sarà celebrato sabato 13 febbraio e al quale interverrà suor Alessandra Smerilli (salesiana, docente universitaria, con incarichi a livello nazionale). ‘Frutto dello Spirito è la gioia -Anche i religiosi ridono’ il titolo. È stato preparato con cura da consacrate e consacrati insieme, con il coinvolgimento determinante delle giovani e dei giovani religiosi, che hanno avuto un ruolo di protagonismo in questo evento. Sono stati loro a scegliere il tema della gioia in sintonia anche con gli ultimi due convegni della vita religiosa del Triveneto, nei quali religiose e religiosi, nella comunione fra generazioni, hanno riflettuto sul ‘come’ vivere insieme, oggi, per ‘correre’ alla ricerca di Gesù risorto e ‘camminare’ con lui sulla strada di Emmaus. La gioia è il leitmotiv di tutto il magistero di papa Francesco iniziato con il suo documento programmatico rivolto a tutti i cristiani: ‘La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù’. Questa adesione all’evento dell’incontro di salvezza che trasforma radicalmente la vita di ogni cristiano, come ha detto Papa Francesco in un dialogo con i superiori generali, si manifesta nelle consacrate e nei consacrati in modo profetico: ‘Io mi attendo da voi questa testimonianza. I religiosi devono essere uomini e donne capaci di svegliare il mondo’. Sì, perché in loro la gioia diventa testimonianza profetica, che sconvolge i parametri umani. Come si fa ad essere gioiosi, rinunciando a formarsi una famiglia per vivere una vita comunitaria con compagne e compagni di viaggio non scelti e in qualche caso per rimanere in una solitudine tutta e solo per Dio, disponibili in ogni caso a vivere in povertà e obbedienza dovunque Lui ti chieda di stare? È la domanda più seria che una consacrata e un consacrato dovrebbero sentirsi rivolgere. Una domanda che diventa conferma che la loro gioia è diventata profetica. Si può allora parlare del fragile segreto che si porta dentro, quello di una chiamata che Gesù stesso ha fatto a vivere la radicalità della sua sequela, richiesta a tutti i battezzati, ma che assume nella vita consacrata la stessa forma di vita che Lui ha scelto per sé. Diventa allora bellissimo condividerla in umiltà con tutti, sapendo che per vivere il tuo dono hai bisogno del dono di tutti e che il loro dono è importante quanto il tuo. Così la tua gioia e quella degli altri si fa gioia comune, il bene più prezioso che ha la Chiesa sa donare al mondo. In tempi di grande calamità, come questo, particolarmente tante religiose e tanti religiosi anziani possono dare la loro testimonianza profetica, anche se solo con un sofferto sorriso. Che il convegno del 13 febbraio possa soprattutto essere il nostro umile dono di religiose e religiosi: anziani, giovani e meno giovani insieme, che offriamo alla nostra Chiesa diocesana, ringraziandola di cuore della grande vicinanza che essa stessa ci offre. La gioia è uno dei temi centrali nel pontificato di papa Bergoglio. don Luciano Bertelli, pssg