Giovanni Antonio Farina sarà Santo il 23 novembre prossimo

L'annuncio dato in latino da Papa Francesco la mattina di govedì 12 giugno 2014


Mons. Giovanni Antonio Farina
, vescovo di Vicenza dal 1860 al 1888 e fondatore delle Suore Maestre di Santa Dorotea Figlie dei Sacri Cuori, sarà proclamato santo il 23 novembre prossimo, festa di Cristo Re.

Ad annunciarlo in latino, questa mattina di giovedì 12 giugno 2014, è stato Papa Francesco, il quale ha proclamato i nomi dei 6 beati per la cui canonizzazione aveva convocato il suo secondo Concistoro ordinario pubblico: il Vescovo Farina; Kuriakose Elias Chavara della Sacra Famiglia, fondatore della Congregazione dei Carmelitani di Maria Immacolata; Ludovico da Casoria, sacerdote professo dell’Ordine dei Frati Minori, fondatore della Congregazione delle Suore Francescane Elisabettine, dette “Bigie”; Nicola da Longobardi, oblato professo dell’Ordine dei Minimi; Eufrasia Eluvathingal del Sacro Cuore, della Congregazione delle Suore della Madre del Carmelo; Amato Ronconi, fondatore dell’Ospedale dei Poveri Pellegrini in Saludecio, ora “Casa di Riposo Opera Pia Beato Amato Ronconi”.

Nato a Gambellara l’11 gennaio 1803, Giovanni Antonio Farina  ricevette l’ordinazione sacerdotale nel 1827. Svolse i primi anni del suo ministero a Vicenza, dove intuì il valore sociale che poteva avere l’insegnamento. Per questo, nel 1831 diede inizio alla prima scuola popolare femminile e nel 1836 fondò la Congregazione delle Suore Maestre di Santa Dorotea Figlie dei Sacri Cuori, un istituto di «maestre di provata vocazione, consacrate al Signore e dedite interamente all’educazione delle fanciulle povere».

Nel 1850 fu nominato vescovo di Treviso, dove si distinse in maniera particolare per la sua carità, tanto da essere chiamato il «vescovo dei poveri».

Nel 1860 fu poi trasferito alla sede vescovile di Vicenza, dove indisse un Sinodo diocesano e promosse in tutto il territorio istituzioni per l’assistenza dei poveri e dei presbiteri anziani.

Proprio in veste di Vescovo di Vicenza, partecipò ai lavori del Concilio Vaticano I, dove sostenne la definizione dell’infallibilità pontificia. Morì a Vicenza il 4 marzo 1888.

Nel corso dei suoi due episcopati, scrisse pagine di alta carità ecclesiale, con aperture e intuizioni innovatrici soprattutto nei confronti delle fanciulle abbandonate.