Il 50° Convegno sui problemi internazionali a Monte Berico

Una riflessione di Giandomenico Cortese sul ruolo dell'Istituto Rezzara

 
“Popoli, populismi e democrazia” è il tema del 50° Convegno sui problemiinternazionali promosso dall’Istituto “Nicolò Rezzara” di Vicenza, in calendario per i prossimi 29 e 30 settembre. Come avviene da alcuni anni l’appuntamento si terrà nella sede dell’Istituto superiore di Scienze religiose “Santa Maria di Monte Berico”, in via Cialdini 2 a Vicenza.
 
Il convegno pone l’accento sui temi del populismo e dei nazionalismi risorgenti in Europa, in particolare, sottolinea mons. Dal Ferro «si rifletterà sulla crisi della democrazia rappresentativa, che non si risolve con un’impossibile democrazia diretta o del leader isolato, né con interventi della Magistratura, ma con una sua definizione e una capacità di essere cittadini responsabili del nostro tempo. Al risentimento e alla sfiducia, che rappresentano spesso le basi del populismo, occorre dare risposte concrete, responsabili e partecipative».
 
Gli interrogativi e le possibili risposte saranno affidate ai numerosi relatori invitati al convegno: nel primo pomeriggio di lavoro, dalle ore 15 alle 19 a mons. Silvano Maria Tomasi, segretario del Pontificio Consiglio giustizia e pace, ai professori Monica Simeoni (Università del Sannio), Fabio Turato e Ilvo Diamanti (Università di Urbino). Il 30 settembre, dalle 8,30 alle 12,30, interverranno i docenti Stefano Ceccanti (Università La Sapienza di Roma), Elisa Lello e Fabio Bordignon (Università di Urbino), Marco Mascia (Università di Padova) e Simona Beretta (Università Cattolica di Milano).
 
La riflessione si svilupperà prendendo in considerazione due passaggi fondamentali: il primo rappresentato dal dato evidente che vede l’Europa e l’Italia reagire spesso in modo chiuso, alimentando populismi e nazionalismi, di fronte ai fenomeni delle migrazioni delle genti e alla necessità di integrare popoli e culture diverse. Il secondo passaggio focalizzerà l’attenzione sulla necessità di reagire in modo responsabile, etico e partecipativo, mediante processi democratici di confronto aperto e costruttivo.
 

Cinquant’anni di cultura possibile a tutti 

da La Voce dei Berici di questa settimana 
 
 Abbiamo in casa, da decenni, un gioiello prezioso. E quando va bene lo trattiamo come un oggetto di bigiotteria. Miopia pericolosa. Anche perché quel tesoro ce lo invidiano in molti. Con la sua luce ha generato una incredibile mole di splendori. Fuor di metafora, lo vogliamo, o no, riconoscere per quanto vale l’Istituto di scienze sociali “Nicolò Rezzara”, con sede in Contrà delle Grazie, 14! È prossimo a licenziare, per il fine settimana, il suo cinquantesimo convegno internazionale (dopo la lunga stagione a Recoaro Terme, dal 2013 a Monte Berico) stavolta con un focus  su “Popoli, populismi e democrazia”. Di ciascuno ha pubblicato gli atti. Offrendoci, con puntualità, spesso con preveggenza, una vera e propria enciclopedia del sapere di politica e di relazioni internazionali. Solo per citare i problemi più recenti affrontati, vanno ricordati quelli della globalizzazione, con riferimento all’economia (2006, 2007, 2008), alla democrazia (2005, 2010, 2011, 2014) e al costume sociale (2009, 2012, 2013), i problemi della digitalizzazione (2014), al fascino della violenza (2015), all’immigrazione e al futuro dell’Europa (2016). E prima ancora la demografia, la scuola, l’informazione, le donne, i giovani, gli anziani, l’handicap, la salute, la droga, la povertà, senza trascurare le questioni della pace, della violenza, dell’informazione, dell’ambiente.
 
Mezzo secolo di sfide proposte agli uomini sensibili e di cultura. È una mappa, con indicate le rotte nella difficile navigazione nel mare aperto della contemporaneità. Per accompagnare il cambiamento d’epoca. Subito come risposta e concreta adesione allo stimolo offerto, proprio mezzo secolo fa, dalla enciclica di Paolo VI, Populorum Progressio.
Nel e con il “Rezzara” il dinamismo culturale ha assorbito linfa dal patrimonio cristiano delle nostre terre, con l’intento di promuovere la persona umana nella sua interezza. 
Nessuno può dimenticare, nella vocazione didattica e formativa del “Rezzara” i Corsi di giornalismo che, nel tempo, hanno preparato e consolidato decine di giornalisti professionisti e centinaia di pubblicisti ben prima che l’Ordine, che regola la categoria inserisse nei suoi programmi la formazione delle nuove leve. 
Nel 1981 è stato riconosciuto dal Ministero dei Beni Culturali come ente morale. Nello stesso anno in cui dal “Rezzara” è partita la proposta dei corsi della Università Adulti/Anziani, oggi straordinaria realtà diffusa in decine di comuni con adesioni e consensi crescenti e una capacità elaborativa di ricerche e studi incomparabile.
Se vogliamo aggiungere il lavoro del consultorio familiare, l’elaborazione di riflessioni, incontri, simposi sulla vita di relazione, dibattiti sui temi della società civile, sui problemi di attualità, una ricca biblioteca a disposizione della ricerca, aggiungiamo cammei al gioiello.
 
C’è ancora un nuovo filone da non trascurare, quello della attenzione ad una nuova collaborazione interreligiosa, d’intesa con il Centro Ecumenico Eugenio IV che promuove oggi anno, da più di una decina, giornate interconfessionali di grande e fattivo spessore. 
Dovremmo almeno gratitudine e riconoscenza a chi ha ideato l’Istituto, lo ha sostenuto, indirizzato, accompagnato in questi anni ad avere prima una dignità, poi una rilevanza che va ben oltre i confini nazionali, e gli stessi orizzonti confessionali. Due nomi su tutti valgono almeno una citazione, quello di mons. Giuseppe Dal Ferro, il propulsore, il perno, il direttore da sempre e quello della infaticabile e schiva, onnipresente segretaria, Maria Vittoria Nodari.
È stato ben riposto il nome del sociologo Nicolò Rezzara, di origini vicentine (nacque a Chiuppano nel 1848), poi passato a Bergamo (dove morì nel 1915, pochi mesi prima del grande conflitto mondiale), animatore dell’Opera dei Congressi, precursore con le Leghe Operaie delle future formazioni sindacali dei lavoratori.
 
L’attenzione ai costumi che cambiano dell’Istituto “Rezzara” è stata ed è costante fattiva, come la collaborazione con le istituzioni e le associazioni non solo vicentine, con una osmosi di ricerca e progettazione che ha arricchito in primis il mondo cattolico.
Così come le “cattedre” istituite nel panorama mediterraneo hanno portato il nome e l’esperienza di Vicenza a confrontarsi brillantemente con una dimensione che va dai Balcani all’Europa Centro/Orientale.
Ci si potrebbe allungare oltre nella elencazione di una attività che non consente pause.
Non c’è una ricetta per la cultura. La cultura non è l’erudizione. Diceva un critico e storico dell’arte che “cultura diviene solo quella che, entrando a far parte della conoscenza, accresce la coscienza”. Credo sia lo sforzo interpretato e vissuto in questo mezzo secolo dal “Rezzara”, appunto quello di favorire una cultura possibile a tutti, anche se a livelli differenti.
Ma forse Vicenza, e tanti Vicentini stentano ad accorgersene e si accontentano di stare ancora a guardare.

Giandomenico Cortese