Il Cardinale Capovilla raccontato in un libro dagli amici

Il 2 marzo presentazione al Centro Onisto di Vicenza

 
Un fascino particolare promana da quelle figure che vivono “in secondo piano”, quasi nascoste dietro a grandi personaggi. Un fascino che si unisce al gusto meravigliato di scoprire, un pezzo alla volta, l’umile grandezza racchiusa in queste persone e nelle loro storie. È il caso di mons. Loris Capovilla, conosciuto dai più per il suo ruolo di segretario di papa Giovanni XXIII. A far luce sulla vita di “questa straordinaria figura di cardinale, vescovo e sacerdote, ma soprattutto di uomo buono e giusto, che dell’umiltà e del dialogo ha fatto la dimensione spirituale di tutta la sua vita”, contribuisce ora il volume Forzare l’aurora a nascere, curato con affetto dal segretario di Capovilla, Ivan Bastoni (Grafica & Arte, 232 pp., 15 euro, introduzione di Marco Boato).Il libro verrà presentato venerdì 2 marzo alle 18 al centro Onisto di Vicenza. All’incontro parteciperanno il curatore e il vescovo Pizziol, autore di uno dei contributi. L’appuntamento sarà introdotto da Mario Pavan, amico del cardinale, e moderato da Lauro Paoletto, direttore de La Voce dei Berici.Il volume raccoglie trentacinque testimonianze in ricordo di Loris Capovilla, un tributo polifonico che assembla voci ed esperienze variegate e permette di conoscere i tanti aspetti della personalità e della vita di questo sacerdote, vescovo e cardinale. Il bel titolo – Forzare l’aurora a nascere – è una frase che mons. Capovilla usava spesso (e che richiama quel Tantum aurora est pronunciato da Giovanni XXIII all’apertura del concilio).Ne esce il ritratto di una lunga vita (1915-2016) spesa per la chiesa, popolo di Dio: da segretario del Papa del Concilio e da vescovo così come negli ultimi decenni trascorsi a Sotto il Monte, fino a quel 22 febbraio 2014 quando Capovilla, a 98 anni, viene creato cardinale da papa Francesco. Oltre all’impegno pastorale, Capovilla ha dedicato tutto se stesso a far conoscere la figura e la santità di Giovanni XXIII, fino ad essere chiamato “l’evangelista di papa Giovanni”.
Le testimonianze raccolte danno conto di un incredibile intreccio di relazioni instancabilmente coltivate negli anni e in tutto il mondo, e mostrano l’accoglienza e il dialogo ininterrotto praticato con generosità da questa figura vissuta nel nascondimento, “un maestro di vita, senza pretenderlo”. Tra queste testimonianze spicca quella del nostro vescovo Beniamino Pizziol. Attraverso il suo racconto scopriamo don Loris Capovilla visto con gli occhi di un bambino di dieci anni, durante una visita in seminario di Roncalli, patriarca di Venezia: “Ai lati di questi due illustri personaggi (patriarca e rettore, ndr.) ve ne erano altri due, più dimessi ma non meno interessanti, per un piccolo curioso come il sottoscritto: la maestra e il segretario del patriarca”, che preparò l’incontro e poi sedette in disparte. “Ho osservato con attenzione ogni suo gesto, che sembrava provenire da un personaggio invisibile eppure presente”.Forzare l’aurora a nascere è dunque una bella occasione per quanti vorranno conoscere un po’ meglio la figura di Loris Capovilla, addentrandosi in quella “santità nascosta, che forse un giorno la chiesa saprà e vorrà far riemergere anche ufficialmente da questo suo nascondimento, ma che i tanti che l’hanno conosciuto e amato (da lui sempre riamati) sanno già silenziosamente e intimamente riconoscere” (Marco Boato).Enrico Zarpellon