A Quito risponde una voce in italiano. «Può dire a me, la madre superiora è alla messa con il Papa». A rispondermi è suor Pierina Acosta Vallejo, suora dorotea, 63 anni, una delle venti religiose della comunità che ha sede a Quito.
«Qui la gente – ci spiega – ha il cuore pieno di gioia perché sente il papa vicino con la sua semplicità.
Tutto il popolo si è radunato nei vari momenti manifestando il suo entusiasmo. Il linguaggio molto semplice di papa Francesco è compreso da tutti e tutti capiscono che lui è il vicario del Signore. Dio ci ha dato questo Papa perché sentiamo il Padre vicino e per il quale lo ringraziamo».
Suor Pierina attende trepidante l’appuntamento del giorno dopo che il Pontefice avrà con tutti i religiosi nel Santuario Nazionale Mariano “El Quinche”.
Ed evidenzia come la gente semplice chieda soprattutto «la benedizione del Papa. “Abbiamo bisogno della pace – dicono qui le donne e gli uomini – e il Santo Padre ci porta la presenza di Dio tra noi e questo significa che Dio ci è particolarmente vicino in questi giorni”».
Del messaggio del Papa suor Pierina sottolinea il richiamo alla «famiglia come piccola chiesa domestica e all’importanza dell’evangelizzazione. “Il Vangelo unisce il popolo” – ci ha detto papa Francesco -. Egli ci ha detto che la nostra fede è rivoluzionaria e che la vera rivoluzione si fa con l’evangelizzazione. Tutto il popolo lo ha capito bene e ha risposto con un lungo battere le mani». Dalle parole di suor Pierina trapela anche la gioia e l’orgoglio per un Papa che sentono più di altri, loro. «Il Papa qui da noi è vissuto come elemento unitario e identitario. Anche se siamo popoli diversi, in America Latina abbiamo la stessa fede semplice, c’è uno spirito unitario e il Papa ama la sua terra. Mi lasci dirlo, ma il Papa è uno dei nostri».
Lauro Paoletto
Articolo da La Voce dei Berici di questa settimana