Il rapporto tra Eucarestia, Perdono e Riconciliazione

Terza catechesi dell'Abate di Bassano sulla Confessione

 
 

Ci sono momenti nei quali un malato ha bisogno del medico; ma per guarire egli deve continuare ogni giorno la terapia e le attenzioni che gli sono prescritte. Papa Francesco ha detto che il peccato “è una ferita che va curata e medicata”. Quindi il cammino penitenziale di conversione in alcuni momenti ha bisogno della grazia della confessione, via ordinaria e sacramentale del perdono; ma il perdono è una necessità quotidiana, e si ottiene anche per altre vie, che bisogna imparare a vivere bene. Via quotidiana alla conversione e al perdono, è allora l’ascolto della Parola del Signore, quando è vissuto con il cuore, e non solo con gli orecchi, soprattutto nella celebrazione liturgica comunitaria. Infatti Dio si è fatto incontrare parlando con Adamo, con Abramo, con Mosè, e parlando a noi in Gesù; ed è quindi la Parola che fa superare la distanza infinita fra noi e Dio, e ci mette in contatto con lui. Nella Parola ci raggiunge l’appello a uscire dalla prigionia della chiusura in noi stessi, e la nostra vita trova luce e forza per attraversare il deserto del peccato, e per entrare nella terra felice dell’amore del Padre. Accanto all’ascolto della Parola è necessaria la preghiera, con la quale rispondiamo a Dio che ci parla, riallacciando il dialogo di amore, infranto dal peccato. Sono in particolare i salmi che ci aiutano: “Pietà di me, o Dio, nel tuo amore: nella tua grande misericordia cancella il mio peccato” (sal. 51)… Il perdono ricevuto ci rende poi capaci di perdonare i fratelli, per non essere come il servo al quale è rimesso un debito enorme, ma non sa condonare il piccolo debito di un altro servo verso di lui (Matteo 18,21-35): noi preghiamo “rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori”! Un’altra via di conversione e di perdono sono le opere della misericordia, perchè ci fanno uscire dai nostri egoismi, per farci carico delle sofferenze e delle povertà del mondo (Matteo 25,31-46): la misericordia che ci sforziamo di offrire, accompagna e fa fiorire l’incontro con la misericordia totalmente gratuita del Padre: “La carità copre una moltitudine di peccati” (1° Pietro 4,8). Ma la prima e più larga via per convertirsi e ricevere il perdono, è l’Eucaristia. Infatti quando – nei segni del pane e del vino – si celebra il memoriale della morte e risurrezione di Cristo, sentiamo proclamare “Prendete e mangiatene tutti: questo è il mio corpo offerto in sacrificio per voi… Prendete e bevetene tutti: questo è il calice del mio sangue versato per voi e per tutti in remissione dei peccati”. Il perdono dei peccati dunque è il frutto del sacrificio di Cristo, la cui forza di salvezza si fa presente, e ci viene offerta nella comunione eucaristica. Abbiamo imparato da piccoli che non si può fare la comunione quando siamo in peccato mortale, ma non significa che prima dell’Eucaristia debba esserci comunque la confessione, magari per l’idea di risultare puri e degni di questo dono. Degni non lo siamo mai! È invece l’Eucaristia che ci fa incontrare la misericordia e ci purifica, perchè non è un dono per chi si ritiene giusto, ma per i peccatori che cercano misericordia: è con questi che Gesù sedeva a tavola! (Marco 2,15-17).

Noi siamo sempre immersi nell’amore misericordioso di Dio, e Dio ha tanti modi per incontraci e donarci la misericordia che perdona e rimette in piedi. Quindi la confessione è importante, ma non si può ridurre tutto al momento della confessione, senza niente prima e niente dopo!
 
mons. Renato Tomasi