«Il Signore ha mutato in gioia la nostra tristezza»

Il Vescovo di Vicenza ringrazia quanti si sono adoperati per la liberazione

 
«Oggi è un giorno di grazia; un giorno buono, bello, intenso». Il Vescovo di Vicenza Beniamino Pizziol esprime così la gioia per la liberazione dei preti fidei donum don Giampaolo Marta e don Gianantonio Allegri e di suor Gilberte Bussier avvenuta nella notte di domenica 1 giugno 2014.

Nel corso della conferenza stampa, tenuta nello spazio incontri allestito per il Festival Biblico in piazza Duomo proprio per condividere con tutti la bellezza di questo momento, monsignor Pizziol ha ricordato: «Proprio ieri sera, ultimo giorno del Mese Mariano di maggio, eravamo in tanti nel Santuario Monte Berico dove abbiamo pregato con questa intenzione: “Siamo convinti che il Signore muterà in gioia la tristezza e l’afflizione”. E così è accaduto a partire dalle 6.30 di questa mattina (ora italiana)».

A quell’ora, infatti, l’episcopato camerunese ha telefonato al direttore dell’Ufficio missionario di Vicenza don Arrigo Grendele per dare, in via ufficiosa, la notizia della liberazione dei tre religiosi. Anche se poi si sono dovute attendere le 10.00 per avere la comunicazione ufficiale da parte delle autorità del Paese africano.

Don Giampaolo Marta e don Gianantonio Allegri sono arrivati alle ore 13.00 di oggi (1 giugno 2014) all’aeroporto di Yaoundé, dove don Leopoldo Rossi  e don Maurizio Bolzon, gli altri due preti vicentini fidei donum in Camerun, hanno potuto solo abbracciarli. Li hanno visti dimagriti e provati, ma ancora in buono stato di salute. Così pure suor Gilberte.

«Questo è un giorno memorabile non solo per tutta la Chiesa vicentina, ma anche per la società civile – ha detto il Vescovo -. Molte autorità religiose e civili in questo tempo durato quasi due mesi mi hanno chiamato per essere informate ed esprimere vicinanza. Lo hanno fatto anche oggi, ma stavolta per gioire con me e con tutta la diocesi. Ciò significa che questa vicenda non è stata privatizzata da pochi, ma sentita da tutti. E ciò non solo perché i confratelli rapiti sono vicentini, ma perché la loro missione in Camerun era di totale dedizione, gratuità e servizio».

«Appena appresa la lieta notizia – ha detto mons. Beniamino Pizziol -, ho subito ringraziato il Signore e la Madonna di Monte Berico anche a nome di tutti voi. Ma poi sento di dover ringraziare tutte le persone che hanno contribuito alla liberazione operando in questi due mesi: le autorità italiane, l’Unità di crisi della Farnesina, il Ministro degli esteri, le autorità camerunesi. Ringrazio in modo particolare tutte le persone con cui sono stato in contatto quasi quotidianamente: l’ambasciatore italiano e il nunzio apostolico in Camerun, così come il Segretario di Stato mons. Pietro Parolin, che ci ha dato una grande mano. Anche Papa Francesco si è tenuto costantemente informato».

«Soprattutto devo ringraziare i nostri due preti don Maurizio Bolzon e don Leopoldo Rossi  che non hanno voluto lasciare il Camerun chiedendo di restare fino al giorno in cui i loro due confratelli in missione sarebbero stati liberati».

Don Giampaolo Marta e don Gianantonio Allegri arriveranno in Italia, a Roma, conm un volo di Stato, nel p al loro arrivo in Italia con volo privato. Ma anche per loro si tratterà di un incontro breve, all’aeroporto di Roma. Poi i due preti missionari saranno trattenuti dalle autorità competenti per rispondere alle domande sulla loro vicenda.

Trattandosi di un aereo con soli 8 posti, probabilmente non ci sarà spazio anche per don Leopoldo e don Maurizio, i quali tuttavia torneranno a casa al più presto perché, evidenzia il Vescovo, «anche loro hanno bisogno di un periodo di riposo».

E quando tutti saranno rientrati, annuncia mons. Pizziol, «come a Monte Berico abbiamo fatto due veglie diocesane di preghiera chiedendo al Signore il dono della liberazione dei nostri fratelli rapiti, ora ne faremo una terza per ringraziarlo».Il direttore dell’Ufficio missionario di Vicenza don Arrigo Grendele ha aggiunto altri ringraziamenti a quelli del Vescovo, innanzitutto ricordando «le tantissime persone che, da ogni parte del mondo, hanno fatto giungere messaggi di vicinanza assicurando la loro preghiera» e poi sottolineando che in questo tempo «le Suore della Divina Volontà di Bassano, nella loro casa di Moroua, hanno prestato uno straordinario servizio di accoglienza e ospitalità verso gli altri due confratelli, che per motivi di sicurezza non potevano trattenersi nella parrocchia di Loulou».

Tuttavia, ha detto don Arrigo Grendele, «questa nostra gioia è ancora segnata dalla sofferenza e dal dispiacere. Infatti, in queste settimane, molti missionari e personale apostolico straniero che operavano nella diocesi di Maroua, hanno dovuto lasciare le proprie realtà di servizio proprio per non diventare complici della violenza che si sta scatenando in quell’area.  Per questo ci sentiamo vicini al clero e ai fedeli  della diocesi di Maroua, che sentiamo Chiesa sorella. Infine, proprio perché questo rapimento ci ha fattto sperimentare la durezza e la fatica, ci sentiamo davvero vicini a tutti coloro che stanno soffrendo per il moltiplicarsi di violenze, in Africa e in tutte le parti del mondo. Adesso che siamo nella gioia non vogliamo dimenticare i fratelli che sono ancora nella trepidazione».
 Luca de Marzi