Il Vescovo in visita alla parrocchia di Sant’Antonio in Marostica. Coltivare le relazioni per evangelizzare

 
È il contatto tra le persone a caratterizzare la vita della comunità della parrocchia di Sant’Antonio Abate.
Non grandi eventi o iniziative, ma un impegno costante per rendere la realtà parrocchiale un punto di riferimento per tutti.
 
«Cerchiamo di dare importanza alla pastorale ordinaria, curando particolarmente la preparazione ai sacramenti e cercando di essere accoglienti nei momenti in cui le persone si rivolgono alla parrocchia – spiega don Gian Franco Reghelin, che si trova a Marostica dal 2002 –. Si tratta di un approccio basato non sulla straordinarietà, ma che ha l’obiettivo di valorizzare al meglio quelle che sono le responsabilità di una comunità religiosa». E l’organizzazione della benedizione annuale delle famiglie è un chiaro esempio di questo modo di operare. Nel mese di maggio, infatti, il territorio parrocchiale viene suddiviso in quindicina di zone per una celebrazione comunitaria che vede riuniti altrettanti gruppi di famiglie.

«Da circa sette anni la benedizione avviene nei parchi pubblici del paese oppure negli spazi messi a disposizione dalle persone che partecipano – spiega Mariangela Pigato, una delle componenti del consiglio pastorale -. Sono in molti a prendere parte a questa iniziativa, che diventa anche un’occasione per conoscersi e trascorrere del tempo insieme convivialmente». Ma non solo: durante il periodo di Avvento e di Quaresima vengono organizzati dei centri di ascolto di preghiera e parola proprio nelle case dei parrocchiani.
A questi incontri partecipano circa una decina di persone, che a turno aprono le porte della propria casa per trasformarla in un luogo di riflessione e confronto sulla parola di Dio, in un contesto più informale dove risulta più facile esprimersi. È la «chiesa», quindi, che va nelle case della gente cercando di mantenere viva la condivisione di un percorso cristiano e nello stesso tempo di aumentare il senso di corresponsabilità nella realizzazione di progetti comuni. E non mancano nemmeno gli aiuti concreti nella gestione ordinaria della parrocchia: «Sono più di cinquanta i volontari che offrono il loro tempo per sistemare il giardino, pulire la chiesa, fare piccoli lavori di manutenzione o per stampare e distribuire volantini sui nostri progetti. Il tutto in maniera continuativa e con grande impegno», racconta don Gian Franco.

Importante nella vita della comunità di Sant’Antonio Abate anche l’attenzione per i più bisognosi. Alle iniziative della Caritas inter-parrocchiale, infatti, sono in diversi a prendere parte ampliando una rete di sostegno al momento particolarmente necessaria. Non va poi dimenticato un altro significativo evento in linea con il pensiero che la parrocchia deve essere prima di tutto un luogo di accoglienza per i propri fedeli e che ha lo scopo di coinvolgere anche coloro che spesso vengono trascurati e messi in disparte. Si tratta della consueta Festa dell’Anziano e del Malato che don Gian Franco organizza ormai da circa dieci anni durante la seconda domenica di settembre.
 
Lorenza Zago
 
Il servizio completo ne La Voce dei Berici di questa settimana