Il Vescovo in Visita Pastorale a Madonnetta di Sarcedo. Prioritaria la formazione per le famiglie

 
Dopo aver visitato la parrocchia di Sant’Andrea, lo scorso fine settimana, nel corrente weekend tocca alla giovane comunità di Madonnetta, intitolata a Santa Maria Assunta.
 
È arrivata, quindi, la seconda puntata della visita a Sarcedo, come l’abbiamo definita lo scorso numero del giornale, in quanto sebbene le due parrocchie, Sant’Andrea e Madonnetta, abbiano una identità ben definita, sono numerosi i cammini che si intrecciano diventanto proposte “unitarie”, quasi anticipando una futura “unità pastorale”.
 
Tra queste ci sono senz’altro le iniziative dell’Azione cattolica, che da una decina d’anni vede un unico presidente. «Credo che il campanilismo e la “rivalità” tra le due parrocchie non sia più un problema per chi ha meno di 30 anni – spiega Filippo Dall’Igna, animatore di Ac che di anni ne ha, per l’appunto, 24 -. Per quanto riguarda la nostra associazione, il nostro è un percorso condiviso che prosegue da una decina d’anni. Abbiamo sede a Madonnetta, ma quando ci presentiamo al di fuori della parrocchia diciamo che veniamo da Sarcedo, non stiamo a precisare se Sant’Andrea o Santa Maria». A Sarcedo l’Ac si impegna ad essere promotrice di questo spirito anche con altri gruppi, per esempio con gli scout. «Su invito del parroco cerchiamo di vivere qualche iniziativa insieme, come le veglie di preghiera – continua Filippo -. La difficoltà con cui ci scontriamo, da una parte e dall’altra, è l’abitudine a fare le cose da soli».

Il parroco di Madonnetta don Lorenzo Campagnolo, qui dal 2013, spinge sulla collaborazione tra gruppi anche nella catechesi.
«L’anno scorso – spiega il parroco – le tre catechiste di terza media e i due animatori Acr dei 14enni hanno lavorato insieme per preparare i ragazzi alla cresima. L’idea era quella di far capire ai ragazzi che con la cresima non si chiude un ciclo, ma che c’è la possibilità di proseguire nel cammino». La cresima viene celebrata la corrente domenica dal Vescovo ed è un altro segno di unità tra le due parrocchie, visto che verrà impartita nella stessa celebrazione sia ai ragazzi di Sant’Andrea che a quelli di Madonnetta. «L’esperimento di integrazione con le catechiste ha funzionato – racconta Filippo, uno dei due animatori coinvolti -. I ragazzi sembrano aver capito che per loro il percorso non si conclude e per noi animatori e catechiste è stata un’occasione di condivisione, sia nei metodi che nei contenuti».
 
Anche il gruppo Caritas è una significativa esperienza interparrocchiale (qui a Madonnetta il referente è Giuseppe Pigato). Tuttavia, ci sono delle proposte che rimangono “tipiche” di Madonnetta, pur non escludendo l’apertura a Sant’Andrea. Si tratta del gruppo coppie, esperienza nata lo scorso anno e «opportunità per dare un volto nuovo e diverso alla parrocchia», spiega Patrizia Busa, una delle referenti. «Credevamo di trovarci in pochi, invece oggi contiamo ben 22 coppie – racconta Patrizia -. Il nostro non è un gruppo sposi ma è aperto anche a fidanzati o conviventi. L’idea è di mettere al centro la persona e la relazione tra le persone. La parola chiave del gruppo è, infatti, accoglienza e dobbiamo dire che siamo rimasti stupiti dal clima di confidenza che si è creato da subito».
Il gruppo si trova una volta al mese. Al momento gli incontri vertono sul tema dell’ascolto, ma il desiderio degli organizzatori è che dallo stesso gruppo emergano i temi che si desidera approfondire.

«Mille comunità nella grande comunità». È così che don Lorenzo riassume l’impegno nella formazione delle coppie e delle famiglie (non va dimenticato che i gruppi sposi, a Madonnetta, sono tre). «A Sarcedo esistono novecento nuclei familiari – dice il parroco – che credo possano diventare altrettante piccole chiese che vivono e crescono e che, un domani, potranno condividere i frutti di questo cammino dentro la comunità. Le coppie giovani, in particolare, vivono un’età nella quale è anche facile mettersi in gioco nella parrocchia».

«Credo importante che ci concentriamo sulla formazione per non rischiare di andare avanti a forza di inerzia e sulla missione per allargare gli orizzonti – conclude don Lorenzo -. Non dobbiamo pensare alla Chiesa come a un’azienda, perché l’azienda non genera. La fede si genera in pochi, anche due o tre, ci ricorda Gesù nel Vangelo. Forse è più impegnativo, ma questo lo fa sentire un compito alla portata di tutti, dove tutti sono protagonisti».

Andrea Frison
 
Il servizio completo ne La Voce dei Berici di questa settimana