Il Vescovo in visita pastorale a Pianezze S. Lorenzo: caritas e catechesi i punti di forza della comunità

 
La catechesi familiare è il cuore pulsante della comunità parrocchiale di Pianezze S. Lorenzo. Una realtà che vede impegnati i genitori nel duplice ruolo di catechisti e di partecipanti agli incontri.
«Sono diventata catechista grazie alla catechesi familiare – racconta Piera Todeschini -. All’inizio venivo agli incontri come genitore. In seguito, poiché una catechista aspettava una bambina, mi sono offerta di sostituirla e di continuare io quel percorso». Ma per Piera non è stato solo dare la propria disponibilità per un servizio. «L’esperienza di catechesi familiare è servita anzitutto a me, perché è stata una crescita di fede e spero che questo cammino personale si sia riflesso un po’ anche sui ragazzi che seguo». «Non è sempre facile essere genitore e catechista – continua – ma questo percorso ci permette di costruire con gli adulti che frequentano, un rapporto che in altre situazioni non ci sarebbe.

Il rapporto con le famiglie, soprattutto nelle classi dei più piccoli, è particolare, qui la presenza dei genitori è molto importante». È un cammino che è vissuto con partecipazione dai ragazzi e porta i genitori ad inserirsi nella vita della parrocchia.
«Oltre ai bambini che hanno voglia di fare, di venire – racconta Federico Mateazzi catechista – anche i genitori cominciano ad essere parte viva della comunità. Qualcuno fa parte del gruppo dei lettori, qualcun altro se c’è bisogno di fare qualcosa si rende disponibile». Ma non ci si incontra solo per la catechesi o per un servizio in parrocchia, il rapporto che si crea tra catechisti e genitori diventa anche occasione per ritrovarsi, per parlare.

«Ci si trova anche fuori dell’ora di catechesi – racconta Federico – alcuni genitori vengono a parlare con noi, c’è una certa confidenza». «Notiamo – dice il parroco don Luigi Magnabosco – che i genitori sono molto interessati. C’è un forte gruppo che si è legato ai catechisti per seguire i ragazzi, e questo è un fatto nuovo».
Il cammino di catechesi continua anche dopo la cresima con modalità nuove, spiega Ermete Spagnolo, catechista, che segue un gruppo di prima superiore. «Ci siamo messi in gioco e abbiamo avuto un buon riscontro. Il gruppo è formato da circa una ventina di ragazzi, cerchiamo di portarlo avanti mantenendo i contatti anche con i genitori. Il percorso si caratterizza da un lato nel continuare il cammino di catechesi intrapreso, dall’altro per le esperienze di prossimità. Aiutiamo la Caritas, non facciamo tante cose, ma intanto riusciamo a tenere unito il gruppo». C’è un legame di fiducia che i catechisti hanno costruito con i ragazzi che permette di far continuare quest’esperienza anche dopo la cresima.

«Ho uno zoccolo duro di otto ragazzi – racconta Valeria Bertollo, catechista e responsabile Caritas – continuiamo a trovarci. Sentono importante questo momento d’incontro, è un’opportunità per parlare dei loro problemi».
Altro elemento forte della comunità parrocchiale è la Caritas che oltre ad occuparsi della raccolta di indumenti o di derrate alimentari, coinvolge le persone che si rendono disponibili in servizi per la comunità. «Abbiamo un gruppo di giovani che va spesso a prestare servizio nella mensa della Caritas a Vicenza – spiega la responsabile Valeria Bertollo -. Nelle iniziative che proponiamo riusciamo a coinvolgere sempre persone nuove e ognuno dà quel che può, a modo suo.

Nel momento in cui veniamo a sapere di persone che hanno necessità, prendiamo contatto portando la borsa spesa, ma non ci fermiamo a questo, chiediamo che facciano dei servizi in parrocchia, cerchiamo insieme un lavoro, insegniamo a fare i conti delle spese. Cerchiamo attraverso l’aiuto che offriamo di responsabilizzarli».

Beppe Bedin
 
Il servizio completo ne La Voce dei Berici di questa settimana