Il Vescovo in visita pastorale a Sovizzo: un’unità pastorale che canta le lodi del Signore e sostiene le missioni

 
Entra nel vivo la Visita Pastorale del Vescovo Beniamino all’Unità Pastorale di Sovizzo. Dopo aver incontrato i ragazzi della catechesi e celebrato la scorsa domenica, insieme al parroco dell’Unità don Francesco Strazzari, la messa nelle comunità ecclesiali di Valdimolino e Montemezzo, il Vescovo incontrerà questo fine settimana i laici che si impegnano e operano nei diversi ambiti pastorali e le comunità di Sovizzo Colle e Sovizzo al Piano. Incontrerà un tessuto ecclesiale vivo, ricco di iniziative e proposte e con una singolare caratteristica: la passione per il canto e la musica. Sono dieci i cori presenti nell’Up. Si va dalla Schola Cantorum al gruppo cantori ognuno con le sue peculiarità. A questi si aggiungono i corpi bandistici uno del Colle e l’altro del Piano.

Ma non è solo la musica il collante di questa comunità, altri ambiti con le loro specificità tessono questa Unità, tra questi c’è quello caritativo. «La realtà della Caritas è nata circa una decina di anni fa – racconta Giorgio Signorato responsabile settore Caritas – ed è composta da una ventina di persone. Facciamo una raccolta di alimenti in chiesa che vengono poi distribuiti alle famiglie che ne hanno necessità. Circa una volta la mese ci incontriamo con l’assistente sociale e con gli altri gruppi che operano nell’ambito caritativo. Valutiamo  le diverse problematiche e definiamo i progetti e gli interventi per i singoli casi. Attualmente seguiamo circa una ventina di famiglie».

«Molte di queste associazioni non gravitano attorno alla parrocchia – spiega Luciano Piva impegnato nell’ambito cultura e animazione in merito alle realtà che insieme alla Caritas si occupano di assistenza -. Sono espressione della nostra realtà sociale».
Una di queste realtà è l’Associazione sportello di coordinamento delle attività sociali (Onlus). «L’associazione, operativa dal 2009, persegue esclusivamente finalità di solidarietà sociale – continua Piva – grazie anche ad uno stretto rapporto con l’amministrazione comunale. Scopo preminente dell’associazione è lo svolgimento di attività nel settore dell’assistenza sociale con la specifica finalità di intercettare le esigenze della popolazione, in particolare quelle relative a persone con disagi sia economici che fisici ed individuare all’interno dei cittadini di Sovizzo la disponibilità e la capacità di sostenere questi bisogni, indicando la soluzione degli stessi. Per esempio è punto di ascolto per chi ha perso il lavoro o non riesce a trovarlo, e di raccordo con chi offre lavoro». «Nel 2013 è stato inoltre creato  il fondo di solidarietà che consente di portare in breve tempo un aiuto finanziario a quelle famiglie di Sovizzo che manifestano situazioni di disagio economico», continua Piva.

Ma l’Up si caratterizza anche per la sua sensibilità missionaria. «Quando sette anni fa si è costituita l’Unità Pastorale, l’ambito missionario era rappresentato da tre gruppi di tre delle quattro parrocchie interessate all’Unione: Montemezzo, Sovizzo al Piano e Valdimolino – spiega Francesca Refosco referente del gruppo “A piene mani” di Sovizzo al Piano -. Ogni gruppo aveva una sua storia, un suo stile legato al sostegno di propri progetti. Si è cercato da subito di intraprendere un percorso di incontro e scambio mantenendo ferme le peculiarità di ciascun gruppo. Ci siamo orientati a lavorare insieme per l’aspetto dell’animazione missionaria nell’Unità Pastorale in particolare per l’ottobre missionario e per la giornata dei missionari martiri».
«Da due anni con Montemezzo partecipiamo alla commissione missionaria vicariale – continua Francesca -, esperienza che ci permette di creare rete e confronto con altri gruppi. Un tema nel quale ci stiamo concentrando è l’accoglienza dei richiedenti asilo un’emergenza che ci ha interpellato sia come singoli cristiani che come gruppo insierito in una comunità.  Ecco allora il novembre scorso l’idea di un incontro aperto a tutta l’Unità Pastorale, dove abbiamo ascoltato esperienze di accoglienza in famiglia e in parrocchia. La presenza di una cinquantina di persone, alcune non impegnate direttamente in parrocchia, ci ha spinto a continuare e coinvolgere il gruppo Caritas. In un recente incontro la Caritas diocesana ci ha fornito informazioni per un percorso di accoglienza  nelle parrocchie. Se sarà possibile continueremo a percorrere questa strada interessando i consigli pastorali».

Giuseppe Bedin