Il viaggio del Vescovo in Thailandia

Considerazioni di don Arrigo Grendele sulla missione in Asia

«Una cosa vorrei sottolineare: i sei preti veneti “fidei donum” in Thailandia hanno accolto mons. Beniamino Pizziol non come il Vescovo di uno solo di loro (cioè del vicentino don Piero Melotto), ma come il Vescovo di tutti».

Questa l’immagine con cui il direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale missionaria don Arrigo Grendele descrive la visita che il Vescovo di Vicenza ha fatto nella prima quindicina del corrente mese di luglio alle missioni delle Chiese del Triveneto in Thailandia, accompagnato dallo stesso don Arrigo e dal parroco di Altavilla Vicentina don Francesco Cunial, già “fidei donum” in Camerun. (La fotogallery della visita) 

Nel Paese asiatico, ai nostri sacerdoti nordestini sono affidate due parrocchie della Diocesi di Chiang Mai: “Regina Pacis” di Chaehom, dove prestano servizio pastorale i preti della diocesi di Padova don Bruno Rossi, originario di Enego, e don Raffaele Sandonà, originario di Thiene, e il bellunese don Bruno Soppelsa; e la parrocchia di San Francesco a Lamphun, dove operano don Piero Melotto di Vicenza, don Attilio De Battisti di Padova e don Giuseppe Berti di Verona.

Si tratta di «una missione bella, possibile e necessaria», prosegue don Grendele, il quale lascia subito intendere che per comprenderne la bellezza è necessario «un viaggio» e constatare sul posto. Il fatto, poi, che sia una missione “possibile” ai “fidei donum” è dovuto allo stile del loro servizio che favorisce «quel senso di diocesanità che invece i missionari di varie Congregazioni religiose, ben presenti e attive, faticano a vivere».

Infine, la presenza delle Chiese del Triveneto in Thailandia è pure necessaria; infatti, «in Asia c’è metà della popolazione mondiale: non possiamo essere assenti!».

«La Chiesa locale considera molto preziosa la nostra collaborazione e il vescovo di Chiang Mai mons. Francis Xavier Vira Arpondratana tiene in così grande considerazione i nostri sei preti “fidei donum” che ha affidato incarichi di responsabilità a livello diocesano a ben quattro di loro».
 

Proprio per questo, la Missione non è in discussione, assicura don Arrigo Grendele. Tuttavia ci sono un paio di questioni da affrontare.

La prima riguarda direttamente la Diocesi di Chiang Mai, che si estende in una regione di 90.000 km² e conta quasi 6 milioni di abitanti, lo 0,8% dei quali di fede cattolica. E’ un territorio troppo vasto e secondo mons. Vira Arpondratana andrebbe diviso in due. «Se ciò avvenisse, una delle due parrocchie affidate ai preti del Triveneto passerebbe alla nuova Diocesi e avrebbe perciò un nuovo Vescovo, creando qualche disagio alla conduzione delle nostre missioni… Tuttavia, «nulla che non possa essere superato».
 

La seconda questione è rivolta alle 15 Diocesi del Nordest. Solo 4 di esse (Vicenza, Padova, Verona e Belluno) hanno sacerdoti “fidei donum” in Thailandia e, quindi, si sentono completamente coinvolte. Per tutte le altre, invece, è più difficile sentire questa missione come propria.

Come aiutarle in questo? «Attualmente una trentina di giovani del Veneto stanno vivendo un’esperienza missionaria di conoscenza e di servizio proprio nelle parrocchie di Chaehom e Lamphun – spiega don Arrigo -. Al loro ritorno, siamo certi che le loro testimonianze saranno un efficace contributo alla sensibilizzazione».

Anche monsignor Beniamino Pizziol avverte l’importanza di coinvolgere maggiormente tutte le altre Diocesi della nostra regione ecclesiastica. Per questo, dopo aver saputo che il Vescovo di Chiang Mai sarà a Roma il prossimo settembre, gli ha proposto di intervenire all’incontro della Conferenza Episcopale Triveneta che si terrà in quel periodo a Villa San Carlo di Costabissara, così che tutti i Vescovi del Nordest possano essere informati sulla situazione dei cristiani in Thailandia e sull’importanza della presenza dei nostri preti “fidei donum” dalla viva voce di un testimone privilegiato.

La missione in Thailandia, infatti, ha caratteristiche particolari. «L’assoluta maggioranza della popolazione è buddhista, quindi estremamente tollerante verso le altre fedi. A noi cristiani i buddhisti dicono: “Ciò che fate è buono, perciò vi accogliamo”. In loro, però, non c’è curiosità o interesse a conoscere la religione cattolica. Tocca a noi, attraverso i nostri “fidei donum”, essere curiosi e interessarci alla loro fede cercando nella vita quotidiana della gente “i semi del Regno di Dio” e i segni della presenza di quel Gesù Cristo che sempre ci precede».

«Non è solo questione di cultura, ma di amore – conclude don Arrigo Grendele -. Quanto amiamo l’altro, quanto ci interessa? Per essere missionari, infatti, non basta attraversare l’oceano e approdare in terre lontane, se poi lì ci si rinchiude nelle proprie strutture e si dimentica il mondo attorno. Bisogna amare e dedicare attenzione all’altro andandogli incontro».

Luca de Marzi
 
►  LA FOTOGALLERY DELLA VISITA DEL VESCOVO PIZZIOL ALLE MISSIONI IN THAILANDIA