Iniziato a Creta il Concilio Panortodosso

Un evento storico anche per il dialogo Ecumenico

 
L’evento è storico: le Chiese ortodosse autocefale – cioè indipendenti – si ritrovano per un «santo grande Concilio» panortodosso sull’isola di Creta, dal 19 al 27 giugno: l’ultima volta che questo è accaduto risale a ben dodici secoli fa, al secondo Concilio di Nicea. In agenda:  la diaspora ortodossa, l’autocefalia, il sacramento del matrimonio, l’ecumenismo.L’autocoscienza ortodossa si forma come continuità dell’esperienza della salvezza secondo la Tradizione dei Padri, una tradizione consegnata in particolare alla liturgia e ai Sacri Canoni, espressione dei primi sette Concili ecumenici e della cultura del primo millennio. Di qui, la crescente difficoltà a fronteggiare i cambiamenti culturali che hanno modificato la percezione del mondo, cambiamenti legati principalmente all’evoluzione scolastica della teologia, all’emergenza successiva della modernità e della secolarizzazione fino alle trasformazioni odierne. Certo, da una parte, si è sempre avvertita l’esigenza del cambiamento, dall’altra parte però la si è decisamente combattuta appoggiandosi alle fonti normative dell’autocoscienza ortodossa, quelle appunto del primo millennio.Il Concilio panortodosso, senza dubbio, costituisce, per il fatto stesso di tenersi, un segnale importante di unità dei cristiani. In questo senso avrà ricadute nel ravvivare la tensione all’unità tra le comunità ortodosse in Italia, che non di rado sono state attraversate dalle varie divisioni che separano le loro Chiese, ma anche nella Chiesa cattolica italiana, che sempre più si misura con la presenza ortodossa e con le esigenze di un dialogo fraterno con le loro comunità. È un dialogo, ma anche una condivisione, che, oltre a essere inevitabile, ci arricchisce reciprocamente ed è parte ineliminabile della vita cristiana delle nostre comunità. Con i fedeli delle comunità ortodosse, infatti, conviviamo quotidianamente nelle nostre città e nei nostri paesi: sono le donne che curano i nostri anziani o che ci aiutano con i nostri bambini, sono artigiani e lavoratori con cui abbiamo frequente occasione di rapporto, sono i compagni di studio dei nostri figli. Le comunità cattoliche in Italia non possono non tenere in considerazione questa presenza anche per l’autenticità della loro testimonianza cristiana.F.S.