IV SETTIMANA DI AVVENTO: NON TEMERE

 
IV° Domenica di Avvento 20 Dicembre 2020 Scarica le pagine del sussudioDomenica 20 dicembre 2020: IVa Domenica di Avvento  celebrazione in famigllia  DIALOGO INIZIALESignore apri le mie labbra
e la mia bocca canterà la tua lode.
Dio fa’ attento il mio orecchio
perché ascolti la tua Parola.
Benedetto il Signore Dio, il Dio d’Israele
egli solo compie meraviglie
benedetto per sempre il suo Nome di gloria
tutta la terra sia piena della sua gloria.

Gloria al Padre e al Figlioe allo Spirito Santo… ALLA TUA PRESENZA SIGNORE

Maria, tu porta dell’Avvento,
signora del silenzio,
sei chiara come aurora,
in cuore hai la Parola.
Beata, che hai creduto!
Maria, tu strada del Signore,
maestra nel pregare,
fanciulla dell’attesa,
il Verbo in te riposa.
Beata, che hai creduto!
Maria, tu madre del Messia,
per noi dimora sua,
sei arca d’alleanza,
in te Dio è presenza.
Beata, che hai creduto!
 
 
ASCOLTIAMO LA TUA PAROLA

+ Dal Secondo libro di Samuele (2Sam 7, 1-2.4-5.8-10.11b)

Il re, quando si fu stabilito nella sua casa, e il Signore gli ebbe dato riposo da tutti i suoi nemici all’intorno, disse al profeta Natan: «Vedi, io abito in una casa di cedro, mentre l’arca di Dio sta sotto i teli di una tenda».
Ma quella stessa notte fu rivolta a Natan questa parola del Signore: «Va’ e di’ al mio servo Davide: Così dice il Signore: «Forse tu mi costruirai una casa, perché io vi abiti? Ora dunque dirai al mio servo Davide: Così dice il Signore degli eserciti: «Io ti ho preso dal pascolo, mentre seguivi il gregge, perché tu fossi capo del mio popolo Israele. Sono stato con te dovunque sei andato, ho distrutto tutti i tuoi nemici davanti a te e renderò il tuo nome grande come quello dei grandi che sono sulla terra. Fisserò un luogo per Israele, mio popolo, e ve lo pianterò perché vi abiti e non tremi più e i malfattori non lo opprimano come in passato. Il Signore ti annuncia che farà a te una casa.
 

 CHE COSA VUOI DIRCI,SIGNORE?

Quale casa?
Una preoccupazione, un assillo che attraversa i tempi.
Quando una persona acquista o costruisce una casa spesso lo fa pensandola come una sua prosecuzione, una specie di appendice o, come si usa dire, uno status-symbol. Come vogliamo apparire attraverso questa abitazione? Quale aspetto di noi vogliamo mettere in evidenza? Quali priorità mettiamo nell’allestirla, nel predisporla, nell’arredarla? Pensando a questo non può che balenarmi in  testa che questo fondamentale bene non è nella disponibilità di tutti. Sempre più persone e famiglie, infatti, vedono perdere questo loro diritto ad avere un tetto sulla testa, per più di una causa. Un dramma che potrebbe coinvolgere anche chi non se lo aspetta, lo abbiamo visto specialmente in questi ultimi tempi. Ma la tentazione di chiuderci nelle nostre sicurezze è sempre in agguato. E quale sicurezza può essere più ferrea di quella di “costruire una casa a Dio”? “Signore, ti faccio una casa. Te la faccio bellissima, anche migliore della mia. Una casa che ti faccia stare al sicuro ma che soprattutto faccia stare al sicuro me. Già, perché se sarò io a costruirtela, la casa, saprò perfettamente com’è fatta, quale sarà il perimetro nel quale tu ti muoverai e abiterai, ma soprattutto sarà talmente bella che tutti i popoli non potranno che riconoscere il tuo popolo come il più grande”. Ma, così a molti, è successo anche a me: il Signore rovescia le prospettive umane. E così, attraverso “Natan” palesatosi a me nelle vesti di un amico, mi dice “Non temere!” e lascia intendere che Dio mi sta costruendo la casa, perché non abbia da dormire fuori, perché possa avere un riparo sulla testa con la calura estiva, perché possa essere protetto dalle intemperie… E come? Semplicemente donando alla storia umana il Figlio. Ero stato messo di fronte alla necessità di fare esperienza di Dio non solo nel tempio, ma anche nella vita quotidiana, con le sue fatiche, contraddizioni, cadute e ferite. Non inscatolare Dio, mi è stato detto, non costruirti aspettative sulla realtà, ma vivila e fanne esperienza. La realtà è quello che c’è, non quello che tu vorresti. Allora, cosa trarre da questa parola? La prima grande consapevolezza è di essere amato da Dio, indipendentemente da come sono. Ed è talmente vero che il Figlio si è fatto carne accanto alle mie debolezze, per mezzo di Maria. La seconda è che la casa, la sicurezza, la serenità viene dal Signore, non dall’uomo, che al massimo può affidarsi e cooperare con Dio. La terza è che… beh… se io sono amato da Dio, non potrò non amarmi a mia volta. E questo amore per me stesso,ho notato, è a volte molto difficoltoso. Ma niente paura!
(Attilio e Giancarla)
 
 

IN QUESTA SETTIMANA VIVIAMO …
Aiutiamo una famiglia in difficoltà a pagare affitto o bollette, semmai collaborando con chi la sta già sostenendo PREGHIAMO COME TU CI HAI INSEGNATO, SIGNORE

Padre nostro che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,
non abbandonarci alla tentazione, 
ma liberaci dal male.

 
LITURGIA DELLA CASA
 
IL PRESEPE
Dalle Fonti Francescane.
E giunge il giorno della letizia, il tempo dell’esultanza! Per l’occasione sono qui convocati molti frati da varie parti; uomini e donne arrivano festanti dai casolari della regione, portando ciascuno secondo le sue possibilità, ceri e fiaccole per illuminare quella notte, nella quale s’accese splendida nel cielo la Stella che illuminò tutti i giorni e i tempi. Arriva alla fine Francesco: vede che tutto è predisposto secondo il suo desiderio, ed è raggiante di letizia. Ora si accomoda la greppia, vi si pone il fieno e si introducono il bue e l’asinello. In quella scena commovente risplende la semplicità evangelica, si loda la povertà, si raccomanda l’umiltà. Greccio è divenuto come una nuova Betlemme.
 
Questa notte è chiara come pieno giorno e dolce agli uomini e agli animali!
La gente accorre e si allieta di un gaudio mai assaporato prima, davanti al nuovo mistero.
La selva risuona di voci e le rupi imponenti echeggiano i cori festosi.
I frati cantano scelte lodi al Signore, e la notte sembra tutta un sussulto di gioia. Il Santo è lì estatico di fronte al presepio, lo spirito vibrante di compunzione e di gaudio ineffabile.
Poi il sacerdote celebra solennemente l’Eucaristia sul presepio e lui stesso assapora una consolazione mai gustata prima.

 
Benedizione del Presepe:
 
O Dio, Padre Santo, che tanto hai amato gli uomini,
che hai loro inviato il Tuo Figlio unigenito,
nato da Te prima di tutti i secoli:
degnaTi di benedire questi Presepi,
che faranno la gioia delle famiglie cristiane.
Queste immagini del Mistero dell’Incarnazione,
sostengano la fede dei genitori e degli adulti,
ravvivano la speranza dei fanciulli, aumentino in tutti la carità.
Te lo chiediamo per Gesù, Tuo Figlio amatissimo,
che ci ha salvati con la Sua morte e la Sua Risurrezione,
e che incessantemente intercede per noi presso di Te.
Amen. (Beato Paolo VI)
 
PER LA PROSSIMA DOMENICA …
poniamo il Bambino Gesù nel presepe.