La pace pulisce il mondo: in cammino per la pace con il Vescovo Beniamino all’inizio del nuovo anno

La partenza alle 15 dall'Ospedale San Bortolo

 
Iniziare l’anno facendo un po’ di pulizia. È la provocazione che lancia il Cammino di Pace 2018, giunto alla decima edizione. Come di consueto, si svolgerà il 1° gennaio, con partenza alle 15 dall’Ospedale San Bortolo, per proseguire verso Piazza dei Signori attraversando il Parco Querini, passando sopra il Bacchiglione a Ponte Pusterla e ancora su per Contrà Porti. Una breve tappa in Piazza per giungere, infine, alla chiesa di S. Lorenzo. Un appuntamento organizzato ogni anno, ter! ritorialmente, dalla Pastorale sociale e del lavoro, ma tutto il mondo è invitato a celebrare la Giornata della Pace, come volle Paolo VI nel 1967. «Sono 51 anni che il 1° gennaio si inaugura il nuovo anno pregando, pensando e progettando la Pace – è il commento di don Matteo Pasinato, direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale Sociale e del Lavoro -. Penso che, come in ogni Cammino precedente, chi partecipa lo fa in quanto credente e in quanto cittadino del mondo. Quello che vediamo da qualche tempo è la presenza al Cammino di famiglie, di persone di altre culture e di altre religioni, di uomini e donne di buona volontà». “Migranti e rifugiati: uomini e donne in cerca di pace” è il tema della Giornata della Pace indicato da Papa Francesco nel suo messaggio. «A Vicenza vogliamo dare un messaggio anche local! e, utilizzando una provocazione: “La pace pulisce il mondo” – così don Matteo -. Perché? Siamo partiti dalle vicende di tutto ciò che sta sporcando e inquinando il nostro mondo. L’acqua inquinata, l’aria irrespirabile, corpi che si ammalano, banche che rubano, persone sempre più ingorde che investono per avere il massimo a tutti i costi. Lavoro precario, giusti diritti calpestati… è proprio tanta la sporcizia. E il rischio per tutti è che di fronte a un mondo sporco ciascuno butti la sua spazzatura. Per questo la pulizia del mondo parte dalla pulizia dentro se stessi. Dalla pace dentro, alla pace fuori». Da qui la scelta di iniziare il Cammino dall’Ospedale, luogo dove si tenta di curare la persona. «Tutti desideriamo uscire sani e salvi dall’Ospedale, ma per tornare poi a un mondo avvelenato e intossicato? In Piazza pensiamo di
offrire un gesto per sottolineare i tanti modi che abbiamo per sporcare, ma soprattutto per pulire il mondo. Chi verrà, vedrà. E a san Lorenzo ci metteremo in ascolto del vescovo Beniamino, dei frati che da un paio di mesi custodiscono quella chiesa nello spirito di san Francesco, e anche della Parola di Dio». Ma come è possibile parlare di pace oggi? Non rischia di essere un messaggio utopico? «È vero che troppi fatti di violenza e cattiveria umana fanno un alto rumore nel nostro mondo. Ma non possiamo abituarci a questo – è la risposta del direttore -. Certo che possiamo cadere nell’utopia. Ma cos’è l’utopia? La parola significa posto “introvabile”, dunque perseguire la pace sarebbe una perdita di tempo. Ma utopia significa anche posto “buono”, nel senso di rendere buono, meglio che ! possiamo, ogni incontro, ogni spazio di vita, ogni progetto»! . Così, quando la pace si scrive dentro ogni persona, ciascuno trova possibilità, occasioni, gesti concreti e anche parole pacifiche. «Camminare vuol dire partire. La pace non ci viene stando fermi. Camminare vuol dire riscaldarsi. E la pace a volte muore congelata. Camminare vuol dire rendersi visibili, ma non per imporre o gridare. Camminare significa muoversi, ma senza inquinare, senza calpestare nessuno, senza chiuderci in spazi che sembrano proteggerci ma poi diventano prigioni», conclude don Matteo. Margherita Grotto