La prolusione del cardinale Angelo Scola: Giobbe e Saint-Exupery aprono il Festival Biblico

"Il creato non è semplice sfondo della nostra vita, ma compagnia che si dona"

 
 Giovedì 28 maggio alle 21 nel bellissimo Tempio di San Lorenzo, il cardinale Angelo Scola ha inaugurato l’XI edizione del Festival Biblico.
 
Dopo la toccante esecuzione della Cantata della Creazione (opera inedita del m° Pierangelo Valtinoni) a cura dei “Polifonici Vicentini” di Pierluigi Comparin, l’Arcivescovo di Milano ha introdotto al tema Custodire il creato coltivare l’umano con una profonda riflessione sul libro di Giobbe. Abitualmente utilizzato per riflettere sul mistero del dolore umano, il libro è stato presentato dal cardinale secondo un’angolatura del tutto originale e illuminante.
 
“Giobbe – ha detto Scola – con la sua esperienza sofferta ed esemplare e con le sue domande che interrogano il Cielo – ci aiuta a ritrovare il nostro corretto rapporto con la creazione, che non può essere considerata solo sfondo della nostra vita, ma compagnia che si dona, realtà vivente in cui siamo inseriti e di cui facciamo parte”.
 
Dio  – questo il senso ultimo dell’intervento del cardinale – fa alzare la testa a Giobbe che è comprensibilmente ripiegato sull’orizzonte ristretto e sofferto della propria vita, perché contempli la grandezza di una vita che va infinitamente oltre la sua persona e nella quale tuttavia egli non è annientato, ma completato.
 
“E’ una correzione di prospettiva di cui abbiamo bisogno tutti noi – ha concluso Scola – e che ci chiede di essere umili, non nel senso di umiliarsi, ma di aprirsi alla realtà. E’ l’umiltà – direbbe Saint-Exupéry – della madre verso il bambino o del giardiniere verso la rosa”.
 
Alessio Graziani
 
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