La sessualità, tra convertiti e sovversivi

La lezione dei coniugi Borsato-Tasinato alla Scuola del Lunedì


“La sessualità: tra sovversione e conversione” è il tema trattato nella lezione del 10 marzo 2014 della Scuola del Lunedì, nel Centro Diocesano “Mons. Arnoldo Onisto” di Vicenza, dove in qualità di relatori sono intervenuti i dottori Giampietro Borsato, docente ed educatore, e Manola Tasinato, medico ed esperta in educazione sessuale (ascolta la relazione).
 
Partendo dal fatto di non essere più esperti dei partecipanti all’incontro in relazione al tema della sessualità, i due relatori, marito e moglie nella vita, hanno esordito affermando che la sessualità è un mondo complesso, che non permette di dare risposte chiare ed esaustive a tutti gli interrogativi che essa pone. Non solo, ma un dato di riferimento imprescindibile è che il modo di porsi davanti alla sessualità di un adulto è diverso da quello di un giovane, con una precisazione successivamente emersa.
 
Bisogna, innanzitutto, distinguere il sovversivo dal convertito. Il primo è identificabile con il non adulto, con l’adolescente, che non necessariamente corrisponde a quello anagrafico. Il secondo si riconosce nell’adulto. Tra il sovversivo e il convertito si colloca la relazione educativa, caratterizzata dal dialogo.
 
Sorge una domanda: cosa dicono, oggi, gli adolescenti della sessualità? Essi usano un linguaggio, nudo e crudo, un gergo, che può lasciare perplessi gli adulti, ma che ben fotografa l’idea e l’esperienza che essi vivono in una fase esistenziale molto turbolenta e travagliata. Un tempo in cui debole risulta essere il dialogo tra genitori e figli, a partire da una precomprensione reciproca. Arriva anche il tempo quando i figli percepiscono i propri genitori come i peggiori possibili e i genitori ritengono i figli come sovversivi. Questo perché i padri e le madri sono visti come persone rigide, inflessibili, nonostante manifestino continuamente il loro bene per i figli.
 
L’idea che gli adolescenti hanno della sessualità spazia dall’approccio fisico fino alla rottura del rapporto, passando per tutte le fasi della relazione, compreso il rapporto fisico. In questo contesto è presente un elemento chiaro: la componente egocentrica, dalla quale non si può prescindere per leggere il comportamento della persona. Un dato normale, altrimenti si avrebbe davanti già un adulto.
 
Ad una analisi attenta del significato delle parole, si può constatare che il verbo latino adolescere (crescere, svilupparsi, rinvigorirsi) sta a fondamento dei termini adolescente (participio presente), che indica il divenire, ed adulto (participio passato), che evidenzia il già avvenuto. Una sottolineatura importante e chiarificatrice, che permette di capire che il cambiamento fisico svolge un ruolo fondamentale in questo delicato processo educativo.
 
Un altro aspetto interessante risulta essere la presa di coscienza del fatto che, se in passato la conoscenza del mondo della sessualità avveniva per trasmissione da un giovane più grande ad uno più piccolo, oggi il rapporto interpersonale è stato cancellato, soppiantato dal telefonino, grazie al quale è possibile, grazie ad internet, avere tutte le informazioni desiderate. Non si può ignorare che gli adolescenti sono costantemente connessi alla rete, luogo nel quale è necessario entrare per incontrare i ragazzi. Il mondo di internet non è più virtuale, ma reale e con esso bisogna fare i conti, da parte soprattutto dei cosiddetti “immigrati digitali”. Un luogo, internet, che comunque non deve risultare unico, ma uno dei luoghi di relazione, di incontro.
 
Circa le caratteristiche dell’approccio con la sessualità, va evidenziato che esso è diverso tra ragazzi e ragazze. I primi preferiscono il gruppo, le seconde l’amica singola o comunque il gruppo ristretto. Anche l’abbigliamento costituisce un linguaggio da considerare. I ragazzi appaiono più “pagliacci”, mentre le ragazze prediligono un modo di vestirsi più erotizzato. Tutto questo in un  quadro che vede predominante la dimensione genitale della sessualità.
 
Come comunicare la complessità della sessualità, vista la sua pervasività e la consapevolezza che essa è ben di più della genitalità?

Una domanda che trova due risposte. La prima è il modello multidimensionale, articolato in cinque punti:

1°) la dimensione biologica, che ricorda che la persona è corpo e psiche e che non ha un corpo, ma è un corpo;
 
2°) la dimensione riproduttivo-procreativa, che sottolinea come non basta la consapevolezza di riprodurre la specie, occorre riconoscere che bisogna prendersi cura dell’altro;

3°) la dimensione etico-morale: l’incontro con l’altro comporta il portare con sé tutto ciò in cui si crede. Tale consapevolezza chiede coerenza tra valori ed azioni (benessere), la mancanza della quale genera il malessere;

4°) la dimensione ludica: vige sempre nella sfera sessuale e deve caratterizzarsi per delle regole stabilite dalla coppia e non veicolate dal mondo esterno. Un dato importante, perché quando uno dei due “giocatori” non si ritrova più nelle regole, si passa dal gioco al giogo con tutte le conseguenze immaginabili;

5°) la dimensione storico-culturale: ricorda che in ogni coppia avviene l’incontro tra due mondi diversi, che possono però diventare complementari.

La seconda risposta consiste nel raccontare, nel narrare la sessualità, parte integrante del cammino, della storia di ogni persona.
 
Massimo Pozzer

 
Il prossimo appuntamento della Scuola del Lunedì è il 17 marzo 2014, alle ore 9.15 nel Centro pastorale “Arnoldo Onisto” in borgo Santa Lucia n. 51 a Vicenza, con la relazione dal titolo “La pubblicizzazione dell’intimità”. Relatore il professor Daniele Bruzzone, docente di Pedagogia delle relazioni educative all’Università Cattolica di Milano. 
 
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