La via della povertà fa germogliare il seme della diakonia che Dio ha posto nel nostro cuore

Cammino di Quaresima attraverso i commenti al Messaggio del Papa

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Sono sentimenti che sicuramente non vanno incoraggiati, ma dai quali possiamo trarre un insegnamento: questi nostri fratelli e sorelle sfortunati non ci sono indifferenti, non siamo ancora diventati insensibili. E allora, ripartiamo da qui, ripartiamo dal servizio (diakonia) che la Chiesa offre ai più sfortunati e che, anche nella nostra città, è presente con i tanti Centri di Ascolto Caritas e San Vincenzo, con i gruppi di alfabetizzazione, di distribuzione vestiario e viveri e con tante iniziative di solidarietà.

Papa Francesco chiede, però, qualcosa di più del “semplice” servizio, infatti, “il nostro impegno si orienta anche a fare in modo che cessino nel mondo le violazioni della dignità umana, le discriminazioni e i soprusi che, in tanti casi, sono all’origine della miseria”. Affinché questo possa avvenire, si deve partire dal liberarci dal potere del denaro, in nome del quale oggi vengono perpetrate le più grandi violenze e ingiustizie che, spesso, vedono protagonisti i più piccoli e indifesi.

Il tema del povero è molto caro a Papa Francesco; già nell’Esortazione Apostolica Evangelii Gaudium dedica un ampio spazio all’inclusione sociale dei poveri e indica alcuni criteri che possiamo tenere presenti nelle nostre scelte di vita, che vanno dall’attenzione alla sobrietà, a non sprecare, al rispetto dei diritti dei popoli, alle scelte politiche che siamo chiamati a fare, ad aver cura delle tante fragilità che ci sono e che quotidianamente la cronaca ci ricorda.

Papa Francesco parla e interpreta la povertà dall’alto della sua credibilità di quando, Cardinale di Buenos Aires, ogni sera usciva dalla sua abitazione e, dal centro della città, raggiungeva in metropolitana un mondo fatto di emarginazione e rifiuto; l’ultimo numero di Popoli, il mensile missionario dei Gesuiti, riporta che era soprannominato “cure villanos”, prete dei villas, i quartieri più poveri e degradati. 

Ecco, allora, che quello che ci viene richiesto, e in cui possiamo esprimerci fin da ora, è un’attenzione inizialmente anche solo del cuore, che arrivi a suscitare in ciascuno una domanda: quale potrebbe essere la mia diakonia? Come trovare i modi e i tempi per poterla realizzare? 

Non si tratta di “fare” quello che vuole il Signore, ma di “scoprire” cosa Lui ha messo nel cuore di ciascuno, affinché questo possa essere ridonato ai fratelli più sfortunati e soli.Francesca Nardin
Responsabile Caritas del Vicariato Urbano
Il commento al Messaggio del Papa per la prima settimana di Quaresima a cura di don Matteo PasinatoIl commento al Messaggio del Papa per la seconda settimana di Quaresima a cura di don Matteo PasinatoProseguiamo il cammino verso il Mistero Pasquale attraverso gli echi che il Messaggio per la Quaresima 2014 di Papa Francesco fa risuonare nei cuori. Questa settimana ci accompagna la riflessione di Francesca Nardin, responsabile Caritas del Vicariato Urbano di Vicenza. LA MISERIA MATERIALE

La Quaresima, questo tempo che ci porta alla Pasqua, ci chiama ad un cammino di conversione che Papa Francesco identifica nella via alla povertà, chiamando miseria la povertà senza fiducia. La miseria materiale è il primo tipo di miseria individuato dal Papa e, sono le sue parole, è quella “che comunemente viene chiamata povertà e tocca quanti vivono in una condizione non degna della persona umana: privati dei diritti fondamentali e dei beni di prima necessità quali il cibo, l’acqua, le condizioni igieniche, il lavoro, la possibilità di sviluppo e crescita culturale”. 

In questi tempi difficili in cui viviamo, non manca nessuno degli aspetti indicati dal Papa neppure nella nostra Vicenza e nella nostra Diocesi. La miseria materiale è sempre più presente e visibile ai nostri occhi tanto che, a volte, ci indispone, ci tormenta, ci dà fastidio. Trovare qualcuno agli angoli delle strade (e accade sempre più spesso) che chiede l’elemosina o qualcosa da mangiare, ci sgomenta, ci lascia senza parol