“L’amore serve”: cinque nuovi diaconi per la Chiesa del Signore

L'ordinazione domenica 11 maggio 2014 nella Cattedrale di Vicenza


La vera espressione dell’amore è il servizio. L’hanno capito, e ci credono profondamente, i cinque giovani della nostra diocesi che si apprestano a ricevere l’ordinazione diaconale.
 
Per 4 di essi – Simone Emanuele Bonello, Daniele Pressi, Fabio Piva e Luca Lunardon – il rito sarà presieduto dal Vescovo Beniamino Pizziol  nella Cattedrale di Vicenza, alle ore 16.00 di domenica 11 maggio 2014. Invece Raffaele Refosco riceverà l’ordinazione domenica 1 giugno, nella chiesa di Sant’Andrea a Trissino, da mons. Ivo Baldi Gaburri, Vescovo di Huari (Perù), nella cui diocesi il novello diacono sarà incardinato.
 
Cinque giovani, cinque esperienze di vita e di conversione diverse, un’unica vocazione: servire il Signore Gesù e la sua Chiesa.
 
Daniele Pressi, della parrocchia di Costalunga, è entrato in Seminario in prima media. Per lui tutto è cominciato nel «vedere preti felici di essere tali». E, come un piccolo seme, l’iniziale impulso a scoprirne la motivazione è via via cresciuto come un piccolo seme, fino a capire – spiega – «che il Signore mi chiamava a scommettere tutta la vita sul Vangelo che avevo imparato ad ammirare».
 
Per Fabio Piva della parrocchia di Santa Lucia di Lisiera la chiamata si è fatta sentire in modo esigente dopo le normali e quotidiane esperienze di fede in famiglia, in parrocchia, nel posto di lavoro. No ha esitato ad approfondire quell’invito di Gesù a seguirlo e ha scelto «di muovere i primi passi di discernimento nella comunità vocazionale del “Mandorlo”». Da lì per lui è iniziato un arricchimento continuo e ora – dice – «tutta questa ricchezza desidero rimetterla in circolazione rimanendo al servizio dei fratelli che incontrerò».
 
Anche per Simone Emanuele Bonello, della parrocchia di Campo San Martino, è stata importante l’intensa educazione alla fede ricevuta dai genitori, come sono stati importanti i vari “compagni di viaggio”, in particolare quelli del Seminario, che il Signore gli ha posto accanto. Come evidenzia egli stesso, «i tanti segni e i tanti testimoni che Dio ha messo nella mia vita, mi hanno incoraggiato a percorrere questo cammino».
 
Notevolmente differente l’esperienza di Raffaele Refosco, della parrocchia di San Martino di Brogliano: l’incontro con il movimento “Operazione Mato Grosso” gli ha messo nel cuore «il desiderio di andare contro la mentalità individualista del nostro tempo e di regalare la vita». Partito per il  Perù nel 2008, si è scontrato con una realtà fatta di povertà, sofferenza, ingiustizia che gli ha fatto toccare con mano la precarietà dell’esistenza e l’ha spinto a «cercare risposte nell’amore di Dio».
 
Il diaconato non è una scelta facile. Lo spiega bene Luca Lunardon, della parrocchia di Stroppari: «Da solo, contando solo sulle mie sole forze, non riuscirei a pensare a un ministero che duri tutta la vita». Ma «c’è una fedeltà che mi precede: quella di Dio». E proprio a questa fedeltà, «che potrà sostenere la mia e che si rinnova quotidianamente nel dono della Parola e dell’Eucaristia, desidero abbandonarmi con tutto ciò che sono».
 
Dopo le ordinazioni delle domeniche 11 maggio e 1 giugno, questi giovani saranno diaconi solo per un anno e, poi, presbiteri?

No. «Il diaconato è una dimensione costitutiva anche della vita del prete – rammenta mons. Carlo Guidolin, rettore del Seminario di Vicenza -. Ogni prete è sempre e innanzitutto diacono, servo, e così sarà anche per questi nostri giovani».
 

Del resto, è proprio il servizio una delle costanti del cammino formativo in Seminario.

«Fin da quando si entra – spiega il rettore –, si è a servizio della comunità del Seminario in cui si vive. Ciò fa parte della quotidianità di ciascuno, in un crescendo di disponibilità e di responsabilità che raggiunge il culmine negli ultimi anni di Teologia. Infatti, da tempo si è scelto di far vivere esperienze forti di prossimità agli studenti del 4° e del 5° anno i quali per un mese, nel tempo estivo, vengono inseriti in istituti o associazioni che si occupano di persone in difficoltà. Ma i seminaristi esprimono la dimensione del servizio anche nelle parrocchie dove svolgono il servizio pastorale. Infine, non va dimenticato che anche la preghiera, in particolare la recita quotidiana del breviario che viene assunta proprio con il ministero del diaconato, è a servizio e in aiuto della Chiesa e dei più deboli».
 

L’ordinazione diaconale di domenica 11 maggio 2014 è motivo di grande festa per il Seminario di Vicenza.

«Ci aiuta a prendere coraggio e ci dà un nuovo slancio – sottolinea mons. Guidolin -. La nostra è una comunità che continua a ripensarsi e le ordinazioni, diaconale e presbiterale, che si susseguono in questo periodo sono per noi occasione di verifica, ci stimolano a modificarci per essere maggiormente testimoni della bellezza di questi ministeri».
 

Infine, in un momento che rallegra tutta la Chiesa di Vicenza, non può mancare l’augurio, paterno e fraterno, del rettore del Seminario.

«Papa Francesco – dice mons. Carlo Guidolin – non smette di richiamarci alla dimensione fondamentale della gioia, che fa parte della fede. L’augurio, perciò, è che questi giovani diaconi abbraccino il loro ministero con gioia e con gioia lo vivano sempre, nella consapevolezza di ricevere un dono immenso e straordinario che diventa fecondo proprio mettendosi a servizio».


«Il ministero diaconale non è una scala da salire per l’affermazione personale; va vissuto, invece, come discesa sempre più profonda nell’umanità che ci circonda. Qui sta la vera gioia».
Luca de Marzi