L’Immacolata ci dice che Dio è più forte del nostro peccato: l’omelia di mons. Pizziol in Cattedrale

 
SOLENNITÀ DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA
(Vicenza, chiesa cattedrale, 8 dicembre 2017)
         Carissimi fratelli e sorelle,  consacrati e consacrate,        canonici, sacerdoti e diaconi, amici ascoltatori di Radio Oreb,         da una settimana abbiamo iniziato l’Avvento, il tempo liturgico che ci prepara al Santo Natale, alla venuta in mezzo a noi di Gesù Cristo, il Salvatore del mondo. La liturgia dell’Avvento ci invita alla gioia («rallegratevi, esultate!»), ci esorta a preparare i nostri cuori ad accogliere il Salvatore: «ecco, il Signore viene, beati quelli che sono preparati ad andargli incontro». Sono tre i maestri dell’Avvento che ci sono indicati dalle Sante Scritture: il profeta Isaia, Giovanni Battista e la Vergine Maria. L’insegnamento di Maria, la Madre di Gesù, ci viene presentato, in modo tutto particolare, proprio oggi, con la solennità dell’Immacolata Concezione.        La spiegazione di questa espressione — “Immacolata Concezione” —  ci viene offerta dalla Prima Lettura che abbiamo ascoltato. Il Libro della Genesi, infatti, ci parla del progetto di Dio sull’umanità, progetto minacciato dal rifiuto dell’uomo di vivere una obbediente e filiale comunione con Dio. C’è sempre la perenne illusione che, per l’uomo di ogni tempo, vera felicità e realizzazione stiano nelle orgogliose conquiste che non risparmiano niente e nessuno. Il serpente, il principe del male, è presente nel cieco orgoglio di singoli o di gruppi di potere che negano la fraternità, che distruggono la solidarietà umana, di nazioni che pensano di rappresentare in se stesse tutta l’umanità, di religioni che sfigurano il volto stesso di Dio per farlo servire alla propria insensata sete di dominio, anziché essere al servizio della giustizia e della pace, per un mondo più fraterno e più solidale.         Ma Dio stesso si affianca all’uomo, in vari modi attraverso i secoli, fino ad arrivare al dono del proprio Figlio, che entra nella Storia dell’umanità diventando uno di noi, con un corpo e uno spirito come ogni persona umana. Per realizzare questo piano di salvezza, Dio ha chiesto la libera collaborazione di una creatura, la quale — in previsione dell’accoglienza del Figlio di Dio nel suo grembo — ha avuto la grazia di essere esente dal peccato fin dal primo momento della sua esistenza, fin dal suo concepimento. Ecco cosa significa “Immacolata Concezione”. Il Vangelo che abbiamo ascoltato ci narra la storia dell’incontro tra Dio e Maria. Un angelo comunica il progetto di Dio a Maria, salutandola con queste parole: «rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te» (Lc 1,28). L’incontro non avviene nel Tempio, davanti ai sacerdoti, ma a Nazaret di Galilea, in uno sconosciuto paese, con una donna giovanissima, «promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La Vergine si chiamava Maria» (Lc 1,27).        Il turbamento di Maria è il segno della grandezza del progetto e della insufficienza delle forze umane a realizzarlo. Maria non si turba alla vista dell’angelo, ma di fronte a ciò che le viene chiesto da Dio. Il progetto, però, è di Dio ed è garantito dalla sua onnipotenza: «nulla è impossibile a Dio» (Lc 1,37). Dio, però, domanda la libera collaborazione di Maria: «allora Maria disse: ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». Dopo la risposta di Maria, tutto ritorna nelle mani di Dio, tutto è consegnato al silenzio e all’attesa. Maria Immacolata non è solo un privilegio personale, bensì un dono per tutti: è la primizia, la prima realizzazione dell’umanità nuova, l’inizio di una nuova creazione, realizzata da Cristo. Maria è la creatura pienamente realizzata nella quale l’umanità raggiunge ed esprime il meglio di sé. L’opera stupenda di Dio, rovinata dall’uomo con il peccato, viene ricreata in Maria la madre di Gesù. Con l’Immacolata, allora, inizia la seconda creazione di Dio più mirabile della prima e Maria è la nuova Eva, la madre dei viventi. Guardando la Vergine Santa, noi riconosciamo la bellezza del progetto di Dio per ogni uomo: «In Cristo Dio ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati» (Ef 1,4). In Maria, Dio ha segnato, in questo modo, anche l’inizio della Chiesa, sposa di Cristo senza macchia e senza ruga, come diremo tra poco nel Prefazio della Messa.         Ecco, dunque, quello che celebriamo oggi in Maria: l’inizio della Chiesa. La festa dell’Immacolata ricorda all’umanità che c’è una sola cosa che inquina veramente l’uomo: il peccato, il rifiuto dell’amore di Dio, la presunzione di essere, di operare e di vivere senza di Lui. L’Immacolata ci dice che l’uomo vero, libero, felice, realizzato è l’uomo che si apre a Dio e che accoglie nella fede il suo amore e il suo perdono. L’Immacolata ci dice che Dio è più forte del nostro peccato e che dove abbonda il peccato, là sovrabbonda la grazia.         In Maria si è resa viva e concreta la speranza dell’umanità che cerca un futuro di pace, di giustizia, di fraternità e di armonia. Maria Immacolata — creatura plasmata dallo Spirito Santo — diviene il simbolo di una disponibilità incondizionata all’azione di Dio.  Il segreto della gioia, allora, per questo nuovo Avvento, è racchiuso in una parola, piccola e grande insieme: “eccomi”. Pronunciarla è lasciare che la bellezza prenda corpo nella nostra vita. Maria Immacolata, oggi, diviene per noi un esempio di come vivere questo tempo di Avvento, e di come attendere il Signore che sta per nascere in mezzo a noi.  O Maria, madre nostra Immacolata, nel giorno della tua festa, vogliamo mettere sotto la tua santa protezione tutti i bambini, specialmente quelli soli, abbandonati, e che per questo vengono ingannati e sfruttati. Ti affidiamo, o Madre, le famiglie che mandano avanti la vita e la società, con il loro impegno quotidiano e nascosto; in particolare le famiglie che fanno più fatica per tanti problemi interni ed esterni. Ti affidiamo, o Madre, tutti i lavoratori, uomini e donne, coloro che sono costretti a svolgere un lavoro indegno, chi ha perso il lavoro e chi non riesce a trovarlo. Abbiamo bisogno del tuo sguardo immacolato, per amare in maniera gratuita, senza secondi fini, ma cercando il bene dell’altro, con sincerità e semplicità. Abbiamo bisogno delle tue mani immacolate, per accarezzare con tenerezza, per toccare la carne di Gesù nei fratelli poveri, malati,  disprezzati. Ti ringraziamo, o Madre, perché mostrandoti a noi libera da ogni macchia di peccato, Tu ci ricordi che prima di tutto c’è la grazia di Dio, c’è l’amore di Gesù Cristo che ha dato la vita per noi, c’è la forza dello Spirito Santo che tutto rinnova. Fa’ che confidando nel tuo costante aiuto, ci impegniamo per rinnovare noi stessi, la nostra chiesa, la nostra società e il mondo intero. Prega per noi, Santa Madre di Dio!