COMMEDIA

“L’intrepido”: un film sulla bontà possibile

Antonio Albanese è Antonio Pane, l'uomo mite che guarda le persone negli occhi

Antonio Pane è un uomo di mezza età che, nonostante le vicissitudini della vita, è rimasto un buono, dal carattere idealista e a tratti ingenuo. Per lui il lavoro è ciò che dà senso alla vita, ciò per cui ogni mattina vale la pena alzarsi e radersi con cura. Così quando l’officina per cui lavora è costretta a chiudere, inizia a fare il “rimpiazzo”: ogni giorno un lavoro diverso, anche per poche ore, sostituendo chi – per diversi motivi – non può svolgere il proprio impiego. Antonio guida il tram, consegna le pizze, fa il badante, il muratore… tutto sempre con precisione ed estrema dignità. Ma soprattutto Antonio vede le persone. In una Milano frettolosa e anonima, dove tutto sembra essere valutato su criteri di produttività e di rilevanza economica, Antonio guarda le persone negli occhi e dalle loro scarpe ne intuisce il carattere e le vicende. La vita è un ring o anche un palcoscenico in cui salire da lottatori o da solisti, senza demordere, senza perdere la giusta aspirazione di potersi guadagnare il pane facendo ciò per cui si è portati. Perché la felicità non sta nella carriera o nei beni di lusso, ma nel Pane (come suona il cognome altamente simbolico scelto per il protagonista) conquistato con il proprio ingegno. Antonio Albanese – assieme a due giovanissimi attori alla prima esperienza cinematografica –  ci regala questa bella favola in cui il problema del lavoro accomuna le generazioni in una uguale e intrepida ricerca di significato per la vita.  Alessio Graziani