Martedì 27 ottobre: Giornata del dialogo cristiano-islamico

Al centro islamico di Via Vecchia Ferriera riflessione congiunta su accoglienza e convivenza pacifica tra religioni

L’annuale giornata di dialogo cristiano islamico si tiene martedì 27 ottobre al Centro culturale islamico Ettawba con inizio alle ore 20 in via Vecchia Ferriera 167 – Vicenza. L’incontro vede coinvolta la diocesi ed il Centro culturale islamico di Vicenza. Collaborano oltre al Centro islamico Ettawba, il Centro ecumenico Eugenio IV, l’Azione Cattolica vicentina, la CO.RE.IS italiana.
Dopo due approfondimenti sul tema in riferimento alla Bibbia e al Corano, sono previste alcune testimonianze, fra le quali due presentate dai giovani cristiani in Siria e Palestina.
L’incontro si conclude a due voci sui percorsi di possibile convivenza e con un buffet e thea marocchino.

Programma della serata

* Accoglienza e convivenza nella Bibbia e nel Corano
(Alessio Dal Pozzolo – Kamel Layachi)

* Testimonianze islamiche e cristiane

* Percorsi di convivenza e di pace
(Giuseppe Dal Ferro – Cheikh Aref Al Galal)

* Buffet e thea marocchino


aderiscono
Centro ecumenico Eugenio IV – Centro culturale islamico Ettawba
Azione cattolica italiana – CO.RE.IS. italiana

Scarica la locandinaINTERVISTA a Luca Lucatello, docente di mistica islamica, evidenzia alcune questioni ermeneutiche (da La Voce dei Berici del 23.10.15)«La situazione nel dialogo tra cristianesimo e islam è molto complessa, perché innanzitutto non esiste per i musulmani un unico interlocutore, come invece accade con il cattolicesimo».A parlare è Luca Lucatello, docente di grandi religioni e di mistica islamica all’Istituto Superiore di Scienze Religiose A. Onisto e insegnante di religione, al quale abbiamo chiesto di fare il punto anche con riferimento al dialogo concreto e teologico. «Sul versante del dialogo teologico la situazione, purtroppo, è di stallo rispetto a qualche anno fa, quando c’era sicuramente maggiore freschezza. Si era potuto notare questo clima positivo per esempio nel 2008 al Forum cristiano – islamico voluto da papa Benedetto XVI. Da allora il dialogo ha, diciamo, rallentato».

Quali sono le difficoltà in questo cammino?
«Occorre tener conto che l’islam si configura in modo molto diverso a seconda del Paese dove è presente. Il legame tra religione e cultura è inscindibile e così l’appello al dialogo si deve incarnare nelle singole situazioni».

Cosa può aiutare da parte cristiana?
  «È sicuramente necessario approcciarci con la volontà di conoscere la ricchezza e la complessità dell’islam. In questa prospettiva i media hanno una grande responsabilità. In tal senso non si può enfatizzare solo il fatto negativo e dimenticare che nella quotidianità ci sono moltissimi esempi positivi di dialogo e integrazione. Nel nostro territorio non si possono certo tacere i fatti di Schio con l’espulsione dell’imam (accusato di fomentare la violenza NdR), ma non si può dimenticare che, per esempio, nell’area di Arzignano, Montecchio e Valdagno c’è una grande attività di integrazione che è un modello per tutta l’Italia».

Non poche volte l’islam è guardato con sospetto e paura. Perché?
«È decisivo non temere di affrontare la domanda su quanto l’Isis abbia a che fare con l’islam e non si può liquidarla con un semplicistico “Non c’entra nulla”. È un tema che interpella direttamente gli islamici che devono ripensare alcune questioni interne alla luce dell’ermeneutica del Corano. Si tratta, per esempio, di affrontare il significato della Jihad nell’islam. Questo termine nel Corano non ha sempre lo stesso significato. Esso evolve da quella che viene detta la “fase meccana” (prima dell’Egira) alla “fase medinese” dove arriva anche a significare la lotta violenta contro gli infedeli. Insomma serve un’ermeneutica seria del Corano o non se ne esce».

E a tale riguardo a che punto siamo?
«Ci sono dei segnali importanti anche in Italia dove sta crescendo un islam che sta lavorando molto dal punto di vista culturale. Certo vanno date risposte anche da parte italiana».

Concretamente a cosa pensa?
«C’è da rendere effettiva la libertà di culto che è un elemento fondamentale in uno Stato democratico. Questo concretamente richiama la necessità di una intesa tra Stato italiano e islam».

E a livello locale cosa si può fare?
«La Giornata per il dialogo cristiano – islamico nata dopo i fatti dell’11 settembre del 2001 è importantissima come risposta ai profeti di sventura che vedevano in quegli attentati la conferma dello scontro di civiltà. È un segno di speranza perché ha dato il via a una serie di iniziative concrete e positive che permettono una conoscenza reciproca. Oggi a tale riguardo possiamo dire che tra i credenti c’è una minoranza consapevole, in cui è cresciuta la conoscenza dell’islam. Nella maggioranza prevale ancora la reazione emotiva. È questo un fronte che chiede l’impegno formativo anche delle nostre parrocchie e in cui la presenza dei profughi può rappresentare una grande opportunità».
Lauro Paoletto