Mendicanti: quale atteggiamento ci suggerisce il Vangelo?

Cerchiamo di capire le diverse situazioni

Anche a noi preti e religiosi qualche volta è capitato di dover ricorrere alle forze dell’ordine per allontanare dalle nostre chiese mendicanti troppo insistenti e invadenti. E sempre abbiamo trovato in loro disponibilità e attenzione, anche per tutelare la sicurezza dei fedeli ed evitare spiacevoli incovenienti.

Ma davvero è sempre giusto non dare nulla ai mendicanti che sempre più numerosi allungano la loro mano sui marciapiedi, sotto i portici e anche fuori delle chiese delle nostre città?

E’ vero che esistono numerosi enti benefici (cattolici e laici) che si occupano di dare pasti caldi, distribuire vestiti e medicine, ospitare per la notte chi si trova in difficoltà. E’ vero che in quasi tutte le nostre parrocchie vengono distribuiti tramite la Caritas e la San Vincenzo aiuti anche considerevoli  a singoli e famiglie, italiani e nuovi italiani, che per svariati motivi non riescono ad arrivare più a fine mese. E i numeri di questa carità è bene che restino nascosti, conosciuti solo dal cuore di Dio.

E’ altrettanto vero che molti di coloro che mendicano sulle nostre strade appartengono ad un vero e proprio racket delle elemosine o probabilmente useranno gli spiccioli che gli diamo per andare a bere o per drogarsi (con le balle che si sanno inventare i tossicodipendenti per avere pochi euro  si potrebbe scrivere non un romanzo, ma un intero ciclo di fantascienza).



Eppure tutte queste buone ragioni al cristiano non divenuto troppo “da pasticceria” e con una coscienza ancora viva, non bastano del tutto per giustificare un diniego assoluto davanti ad una mano tesa. Tale inquietudine – che papa Francesco definirebbe certamente sana – nasce dal ricordo delle parole di Gesù nel Vangelo: “a chi ti leva il mantello, non rifiutare la tunica. Da’ a chiunque ti chiede