Migranti: dietro ai numeri, storie e persone

Ascolta l'intervento di padre Baggio alla Scuola del Lunedì

 

L’intervento di padre Fabio BAGGIO andrà in onda su Radio Oreb  (FM 90.200 o sul web):- venerdì 27 ottobre alle 11.00 e di nuovo alle ore 22.00- sabato 28 ottobre alle ore 10. Per ascoltare l’intervento clicca qui  Video intervista a padre Baggio di Karemi Furlani 

 
 I FLUSSI MIGRATORI
padre Fabio Baggio, sottosegretario del Dicastero pontificio per lo sviluppo umano integrale  Vicenza, Centro “Mons. Arnoldo Onisto”, 23 ottobre 2017 Il relatore ha iniziato affermando che le migrazioni contemporanee costituiscono delle sfide e delle opportunità e che esse, soprattutto dal Concilio Vaticano II ad oggi, hanno visto l’attenzione crescente del Magistero, in particolare dei papi. Una conferma viene dalla scelta fatta da papa Francesco di istituire, all’interno del Dicastero pontificio per lo sviluppo umano integrale, una sezione specifica per il tema dei migranti, a lui direttamente soggetta. E non è da sottovalutare che la prima visita compiuta dall’attuale Pontefice fuori Roma, dopo la sua elezione, fu all’isola di Lampedusa, simbolo del dramma dei migranti. Ancora è significativo che, in occasione di discorsi ufficiali tenuti in varie circostanze, il Papa abbia ripetutamente sottolineato il valore di quattro verbi (accogliere, proteggere, promuovere, integrare), preziose bussole per districarsi nella complessa materia della mobilità umana. Padre Baggio ha, quindi, presentato una serie di dati in grado di far capire la portata del tema della migrazione, ricordando che i numeri vanno letti avendo sempre consapevolezza che essi rimandano a persone concrete con le loro gioie e le loro sofferenze. Premesso che il fenomeno migratorio si è, oggi, globalizzato, perché interessa tutte le aree geografiche e tutte le popolazioni, bisogna prendere atto che sono ben 244 milioni i migranti internazionali (coloro che stanno in un paese per almeno un anno) e 840 milioni quelli interni (che si muovono all’interno dei singoli paesi), arrivando così a più di un miliardo, che può raddoppiarsi includendo i familiari dei singoli individui, di uomini e donne che nel mondo si spostano. I dati offerti dal relatore provengono dall’ONU, dall’UNHCR (Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati) e dall’IDMC (Centro internazionale per il monitoraggio della mobilità umana) e si riferiscono agli ultimi anni. Per quanto riguarda l’Italia, vanno distinti i migranti che sono presenti sul territorio nazionale (circa 5 milioni) da coloro che sono di passaggio (nel 2015 circa 250.000) e va evidenziato che il loro numero è in calo. I paesi europei più coinvolti nella realtà migratoria, oltre all’Italia, sono la Spagna e, in forma più significativa, la Germania, il Regno Unito e la Francia. Il nostro continente, ed in esso l’Unione Europea, è crocevia delle cosiddette rotte migratorie dal Medio Oriente e dall’Africa, riassumibili in numero di quattro: la rotta occidentale (dal Medio Oriente e dall’Africa verso le Isole Canarie e l’Atlantico), la rotta spagnola (dal Marocco e dalla Tunisia verso l’Europa), la rotta italiana (dalla Tunisia e dalla Libia verso l’Italia), la rotta balcanica (dal Medio Oriente e Turchia verso l’Europa). Negli ultimi tempi sono giunti in Europa soprattutto siriani, iracheni ed afghani, in fuga dalla guerra combattuta nei loro paesi. Va ricordato che i conflitti armati, la miseria e la fame sono le cause principali di questi fenomeni migratori. Tra i migranti vanno considerati i migranti forzati (cfr. Convenzione di Ginevra del 1951), suddivisi in rifugiati (usciti dai loro paesi), che ammontano, nel 2015, a 21,5 milioni, e sfollati (costretti a spostamenti dentro il loro paese), che, sempre nel 2015, hanno raggiunto il numero di 44 milioni. Padre Baggio ha, poi, sottolineato che negli anni passati l’arrivo in Europa di un numero più consistente di migranti non è stato letto come un problema, mentre oggi, con un numero ridotto, il problema è maggiormente percepito. Il relatore, quindi, ha fatto alcune considerazioni, a partire dai quattro verbi proposti dal Papa, sottolineando che viviamo nella cultura dello scarto, la quale tende a tutelare lo status quo, vale a dire segnare nettamente la separazione tra paesi ricchi e poveri, logica che non va nella direzione della globalizzazione della solidarietà. Tale logica chiede di farsi responsabili delle persone, combattendo tutte le forme di offesa della dignità umana. L’Europa non può dimenticare di essere la culla dei diritti fondamentali dell’uomo che si è preoccupata di diffondere in tutto il mondo e che, per prima, dovrebbe difendere e promuovere con forza e convinzione. Questi diritti sono un valore inalienabile per tutti e vanno distinti chiaramente dallo status giuridico riconosciuto ad una persona in un determinato contesto. Alla luce di questa verità è inaccettabile la tratta di esseri umani, la schiavitù (anche sessuale), il mercato delle persone, lo sfruttamento della povertà e della sofferenza degli individui (vedi malavita), la ghettizzazione nelle periferie cittadine. Il Papa ribadisce continuamente che la migrazione è una risorsa da valorizzare con intelligenza e lungimiranza e, in un continente come l’Europa, aiuto per evitare la morte, vista anche la crescente denatalità e il progressivo invecchiamento della popolazione. In tale contesto, la Chiesa ed i cristiani hanno un’opportunità unica di testimonianza della loro fede nella concretezza della vita quotidiana. Una riflessione, infine, è stata fatta in riferimento ai mezzi di informazione, responsabili troppo spesso di una pericolosa disinformazione, la quale ama evidenziare i problemi, pur esistenti, tralasciando le risorse che dalla migrazione emergono. Massimo Pozzer
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