Misericordia e Missione: sabato 11 giugno il mandato ai giovani che partiranno per la missione

 Sabato 11 giugno 2016 alle 20.30 alla Chiesa della Madonna dei Prati, vicino a Brendola, mons. Lorenzo Zaupa darà il mandato ai giovani vicentini che vivranno un’esperienza missionaria durante l’estate. Ogni anno sono molti i ragazzi che scelgono di dedicare una parte delle loro vacanze o ferie per incontrare persone più sfortunate, ma anche per lasciarsi arricchire da culture molto diverse dalla propria. Il tema di quest’anno, Missione Misericordia, è strettamente correlato al Giubileo straordinario. Abbiamo intervistato don Arrigo Grendele, Direttore dell’Ufficio missionario diocesano, per comprendere meglio il senso dell’andare in missione. “Don Arrigo, innanzi tutto, quanti sono i giovani che partiranno quest’estate dalla diocesi per terre di missione?” “Sono sempre molti i giovani si dedicano al volontariato anche all’estero, ma quest’anno diversi ragazzi vivranno l’esperienza della Giornata Mondiale della Gioventù a Cracovia e, quindi, quelli che partiranno per la missione sono un numero ridotto. Altri sono già partiti per la loro destinazione e non saranno presenti alla veglia, mentre altri che partiranno non sono della nostra diocesi. Per domani sera, tuttavia, attendiamo una ventina di giovani”. “Che cosa consiglia ai giovani in partenza?” “Quando incontro questi ragazzi, consiglio sempre di partire con la bisaccia del cercatore leggera, perché si va in queste terre e tra queste persone per cercare le perle di bellezza e di bontà che sono disseminate in tutto il mondo. Durante la veglia avremo una riproduzione del quadro sulle Opere di misericordia presente in Cattedrale e motiva ancor di più quanto stavo dicendo: l’andare tra persone più povere è per dare, ma anche per ricevere e cogliere i tanti segni di misericordia presenti in ogni paese ed in ogni popolo”. “Se un ragazzo o una ragazza desiderasse partire, ma non si fosse ancora deciso, quale motivazione fornirebbe?” “Direi che è importante partire per farsi vicini a chi è lontano. Non è tanto e non solo un farsi vicini fisicamente, ma è anche un farsi vicini con chi ci è vicino fisicamente eppure lontano per pregiudizi, diffidenze… Occorre abbattere le distanze. Occorre toccarsi, guardarsi negli occhi… Solo così ci si scopre fratelli e sorelle di tutti. Il fare è importante, ma secondario. E’ importante soprattutto incontrare e lasciarsi incontrare da queste persone e dalle loro culture. Hélder Camara mi diceva sempre che «da lontano ogni montagna è azzurra, ma da vicino ogni uomo è un fratello»; infatti ogni persona che torna dalla missione guarda la realtà e le persone in modo nuovo. Questo è quello che auguro ad ogni persona che desidera partire per la missione”.  Naike Borgo